Sequestrati beni al cassiere Rosario Cascio

diagico (1092) da SiciliaInformazioni di oggi.. Sequestrati beni per 550 milioni di € al cassiere del boss Matteo Messina Denaro
Beni per un valore complessivo di oltre 550 milioni di euro sono stati sequestrati a Palermo dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Guardia di Finanza. Il provvedimento riguarda un ingente patrimonio immobiliare e societario ricondicibile all’imprenditore Rosario Cascio, 75 anni, originario di Santa Margherita Belice (AG)  ma residente a Partanna (TP) e condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Cascio e’ ritenuto dagli investigatori il cassiere del boss latitante Matteo Messina Denaro.
La Direzione Investigativa Antimafia e la Guardia di Finanza hanno messo a segno uno dei piu duri colpi ai patrimoni mafiosi. Il generale Antonio Girone, direttore della Dia, in una intervista al Gr 1 Rai ha spiegato che i beni riguardano ”circa 15 ditte individuali e societa’ di capitali che operavano prevalentemente nel settore edilizio; circa 200 appezzamenti di terreno nelle province di Trapani e Agrigento, decine di fabbricati, nove stabilimenti industriali, numerosissimi automezzi facenti capo alle società stesse”.

”Abbiamo motivo di ritenere – ha spiegato Girone – che Cascio avrebbe messo in atto tutta una attivita’ per conto di esponenti dei clan assicurando praticamente il controllo monopolistico del mercato del calcestruzzo e del movimento terra”. Il maxi sequestro e’ sicuramente un duro colpo a cosa nostra. Secondo Girone, ”se facciamo anche riferimento ad altro sequestro, per 700 milioni a Grigoli, altro intestatario di beni facenti capo a Matteo Messina Denaro, possiamo dire che con questi due colpi si e’ inferto sicuramente un indebolimento alla struttura”.

Parte dell’ingente patrimonio sequestrato all’imprenditore Rosario Cascio era già stato oggetto di un provvedimento di sequestro penale nel 2008, quando Cascio venne arrestato. La misura fu però parzialmente annullata dal tribunale del riesame, la cui decisione, però, è stata “bocciata” dalla Cassazione su ricorso della procura di Palermo. La circostanza è stata resa nota dal pubblico ministero Roberto Scarpinato che ha coordinato l’indagine patrimoniale che ha portato alla misura.

“Il tribunale del riesame – ha spiegato – aveva motivato il dissequestro sostenendo che parte dei beni non erano serviti alla consumazione del reato confermando la misura solo in relazione alle imprese di Calcestruzzi attraverso le quali, Cascio, grazie al metodo mafioso esercitava il monopolio nel settore. Contro questa decisione – ha aggiunto – abbiamo fatto ricorso, ma, nel frattempo, abbiamo bloccato il patrimonio col sequestro di prevenzione proposto dalla Dia”.

“L’imprenditore Rosario Cascio può considerarsi l’interfaccia economico del boss trapanese Matteo Messina Denaro. Abbiamo accertato che col capomafia latitante aveva rapporti attraverso il mafioso Filippo Guttadauro. L’imponente sequestro del suo patrimonio, pertanto, é certamente un colpo formidabile all’economia di Cosa nostra”, ha inoltre detto il pm. Scarpinato, che ha definito l’impero imprenditoriale finito sotto sequestro una “straordinaria macchina attraverso la quale la mafia acquisiva consenso”, ha ricordato poi il ruolo svolto, alla fine degli anni ’80 da Cascio nel sistema della spartizione degli appalti. L’imprenditore, infatti, fu condannato in via definitiva nel cosiddetto processo del tavolino che mise in luce il sistema dell’illecita aggiudicazione dei lavori ideato da Cosa nostra. Cascio, a fine del 2008, venne riarrestato, dopo avere finito di scontare la prima pena, “perché – ha spiegato – aveva riprodotto in scala lo stesso sistema del tavolino nelle province di Agrigento e Trapani”.

3 commenti

  1. Prima o poi la giustizia presenta il suo conto. Spero soltanto che continui così.

  2. Chissà se anche questa volta il Tribunale del Riesame decidera’ per il dissequestro.
    Queste lotte fra istituzioni fanno un po’ paura e gettano brutte ombre sul lavoro prezioso della Magistratura e delle Forze dell’Ordine.

I Commenti sono chiusi.