La risposta del Prof. Portolano

portolano(489) Vogliamo rendere più visibile la risposta del Vicesindaco Portolano che un pò tutti aspettavamo. Si tratta del commento da lui lasciato  oggi 21 gennaio, 2009 alle  20:44 sul post  Il silenzio degli innocenti

Come promesso, ritorno, sull’argomento di questo post. Innazitutto mi preme sottolinearVi che in una mia conversazione di qualche settimana fa, con Don Salvatore, a proposito del Vostro invito, alla discussione da Voi proposta, lo stesso non aveva allora e non ha nemmeno adesso l’opportunità di un collegamento a internet e quindi non può leggere i post del Vostro blog e quindi non può inserirsi nelle varie discussioni. Comunque, commentando il post ho cercato di fargli un resoconto del contenuto. Premettendo che non scrivo per nome e conto suo mi piace in ogni caso dichiarare la posizione, che mi ha espresso, in pochi attimi, nei confronti della pena di morte in generale e nello specifico per i reati e delitti di mafia: No assolutamente no, nemmeno per quei reati. A ciò non aggiungo altro, in quanto ritengo, che Don Salvatore, se lo ritenesse o lo riterrà opportuno, è in grado di disquisire e argomentare sul problema autonomamente e comunque mi darete atto che probabilmente un blog, in particolare per un uomo di chiesa, non è tra le sedi più appropriate per trattare argomenti di tale portata.
Fatta questa premessa vorrei dare un senso al mio ultimo commento (n. 9 del 20 gennaio 2009 ore 17:37). La condivisione con quanto commentato da Melchiorre fa riferimento al fatto che effettivamente l’agitazione della serata non mi ha consentito di esprimere la domanda nella forma e con i contenuti adeguati. Tengo comunque a precisare che quella sera io posi un quesito e non feci alcuna affermazione (si può verificare il tutto con le Vostre registrazioni). Ritengo oggi, ma ebbi a ritenerlo un attimo dopo aver posto la domanda, che forse in quella serata non c’era il clima adatto e nemmeno la serenità per potere affrontare argomentazioni o porre quesiti di quel tipo. Tengo a precisare, e qui non mi trovo d’accordo con il commento di Melchiorre (n. 7 del 20 Gennaio 2009 – 00:38), che in quell’occasione il mio intervento non fu rivolto a difesa delle affermazioni del sindaco che non aveva e non ha bisogno di essere difeso, ma ad una serie di quesiti posti in forma arrogante e provocatoria da alcuni presenti nella sala del Teatro Sant’Alessandro (e anche lì, mea culpa, non avrei dovuto cogliere la provocazione) (ascoltasi le registrazioni), a tutto questo, non mi va di ricordarlo, ma lo accenno per dovere di completezza di informazione, si sono andate ad aggiungere, nei giorni precedenti la manifestazione, la serie di attacchi personalizzati e ingiustificati nei miei confronti che Voi ben sapete, ma su questo voglio stendere un velo pietoso.
Andiamo oltre.
L’ho affermato in quella occasione e l’ho ribadisco adesso: ritengo, anzi ne sono sicuro che lo spirito con cui si voleva offrire il buffet sicuramente non era quello che Tu descrivi nel Tuo commento Melchiorre. Tutt’altra cosa è invece il fatto che si sarebbe potuta ponderare meglio l’ipotesi di concessione del contributo e la proposta del buffet.
E ancora…
Da sempre mi sono dichiarato cristiano, cattolico, apostolico, professante. In quanto tale, nella mia coscienza di credente esistono due forme sostanziali di giustizia: la giustizia terrena e la giustizia divina, la prima degli uomini la seconda di Dio, delle due la seconda è assolutamente infallibile, la prima, ognuno di noi spera lo sia sempre ed in ogni situazione. La pena attraverso cui si materializza la giustizia terrena in caso di colpa é la carcerazione la cui durata è variabile in funzione dell’entità del reato. La carcerazione pertanto diventa per il reo un momento (più o meno lungo) di riflessione, di meditazione e di rivalutazione di quelle azioni che lo hanno privato del bene fondamentale e primario della libertà. Il carcere a vita o ergastolo è la massima pena prevista dall’ordinamento giuridico italiano comminata per reati particolarmente gravi. Questa pena nel caso di reati e delitti di mafia prevede l’applicazione dell’art. 41 bis che a sua volta comporta tutta una serie di restrizioni. Il concetto è comunque che l’ergastolano è un individuo che ha commesso reati tali che non ammettono possibilità alcuna di conversione, ripensamento, pentimento. Su questi ultimi aspetti alcune mie riflessioni:
-ma qual è il senso comune del fatto che un mafioso responsabile direttamente o indirettamente di decine di omicidi premeditati debba ricevere quale pena 4 o cinque ergastoli o anche semplicemente 2 ?
-quali sono i costi per la comunità di un tale regime di carcerazione ?
-storia di qualche giorno fa: il regime del 41 bis non ha impedito ad un noto mafioso capo della cosca della provincia di Caltanissetta di continuare a gestire i suoi affari tramite i familiari e non mi pare sia il primo;
Da queste mie considerazioni e molte altre ritengo nasca dentro ognuno di noi una domanda: perché, perché, garantire il diritto alla vita a chi della vita degli altri se ne è fatto beffa, accampando con prepotenza, arroganza e ignoranza un diritto sulla vita che nessuno mai, nemmeno Iddio, a nessun uomo ha concesso?
Ma la società di oggi è questa: ci si scandalizza se si ipotizza la pena di morte per i delitti mafiosi e si è votato democraticamente per la liberalizzazione dell’aborto: ma pure questa e tutta un’altra storia.

Baldo Portolano 

16 commenti

  1. Forse quella sera lei pose solo una domanda(aberrante dal mio punto di vista), ma con questo intervento, a mio modestissimo parere, lei fa affermazioni gravissime in evidente contraddizione col suo dirsi cristiano. Ma tutto ciò riguarda la sua coscienza. Io, invece, mi sarei aspettato delle spiegazioni più, come dire, approfondite sul mancato patrocinio ad una bellissima manifestazione antimafia che si è tenuta nel Comune dove lei è vicesindaco con il fattivo sostegno di un comune limitrofo. Sa cosa ho pensato, in tutta onestà, quando ho sentito il suo intervento e quello del sindaco Santoro, attraverso internet? Ho pensato che avreste fatto meglio a starvene a casa. Ora torna alla carica:attacca dei ragazzi che, attraverso questo blog e con risorse davvero limitate, fanno delle cose egregie per il vostro paese. Informano, fotografano storture, ci mettono la faccia, si espongono, rischiano.

    E’ curioso che uno non cacci fuori un soldo per una seria iniziativa di grande senso civico, non faccia assolutamente nulla per la sua riuscita, ma poi invoca la pena di morte, da cristiano, per i mafiosi.

    Perchè se non li facciamo fuori poi questi anche dalle patrie galere dettano…legge. E poi costano alla collettivita’. Scusi, per capirci:ma lei la pena di morte la prevede solo per i mafiosi o c’è qualche altra categoria di persone che potrebbe fruirne? Non mi è chiaro il suo pensiero.

    Invece mi è chiarissimo il finale ed anche quello, davvero, le fa onore.

    Certo, poteva risparmiarselo il tema dell’aborto in questo suo argomentare, ma forse ha fatto bene a tirarlo fuori:così anche i suoi concittadini potranno conoscerla meglio e sapere con precisione cosa pensa lei a proposito della vita, della morte, della giustizia…

    Enzo Sciamè, Nembro (BG) e un po’ Sambuca.

  2. Ragazzi, facciamo un sondaggio per vedere chi è a favore della pena di morte per i mafiosi da 41-bis?

    Secondo me è un passo importante per capire come la pensano almeno 100 persone….

    Saluti

    Innocenzo Perricone

  3. Premetto di essere una persona che in tempi passati la pensava quasi come il Prof. Portolano e che adesso si è ravveduta. Nonostante ciò ammiro il fatto che il Prof. Portolano espliciti di aver preso una posizione che si distingua nettamente e chiaramente dall’opinione prevalente. Però credo sia errato fare affermazioni del genere e vorrei spiegare il perché, e le ragioni del mio cambiamento. Io non sono quel tipo di persona che etichetta come malvagi coloro i quali pensano di risolvere i problemi del mondo con la pena di morte, e buoni coloro i quali si vestono di concezioni diverse. Preferisco argomentare.

    Non basandomi su concezioni religiose, in quanto molti che non lo sono potrebbero non condividerle, ma su concezioni reali, sono arrivato alla conclusione che la pena di morte non risolva i problemi, anzi li alimenta. Piuttosto ci si deve muovere attraverso un processo di condivisione della eguale dignità di tutte le persone. La soppressione della vita dell’altro, a mio avviso, è pur sempre un omicidio, anche se fatto dallo Stato nei confronti di chi ha commesso gravissimi reati, e ciò che impedisce di farlo è la inviolabilità della vita umana. Non è ammissibile pensare di costruire una società o uno Stato migliore facendo ricorso alla pena di morte. Una volta, non ricordo in quale libro, ho letto una frase che poi ho appuntato: “Un giorno noi conquisteremo la libertà, faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria”. Ecco io penso ci si debba muovere in questa linea.

    Giuseppe Pandolfo

  4. Io invece propongo di non pubblicare alcun commento di cui non sia certa l’identità (anche se, lo sappiano, tutti sulla rete hanno una identità) sui contributi e sulle risposte che arrivano dalle istituzioni. Come loro mettono la faccia dobbiamo farlo noi.

    Benny

  5. Sono assolutamente d’accordo con Giuseppe Pandolfo!!!E’ veramente bellissima la frase da lui citata , presa dal “L forza di amare” di Martin Luther King , se posso vorrei riportarvela per intero :

    “Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Noi faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare le sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d’animo. Fateci quello che volete e noi continueremo ad amarvi. Noi non possiamo in buona coscienza, obbedire alle vostre leggi ingiuste, perché la non cooperazione col male è un obbligo morale non meno della cooperazione col bene. Metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri figli e noi vi ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case nella notte, batteteci e lasciateci mezzi morti e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che noi vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno noi conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi: faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L’amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo.”

    Ciao a tutti

    Angelo Triveri (Sambuca)

  6. Caro autore del commento 1 del 22 Gennaio 2009 – 00:29, ritengo nel mio commento di non avere assolutamente attaccato nessuno, ho semplicemente dato la mia interpretazione dei fatti. Credo invece che Lei abbia letto troppo di fretta il mio commento soprattutto quando ho sottolineato che: tutt’altra cosa è invece il fatto che si sarebbe potuta ponderare meglio l’ipotesi di concessione del contributo e la proposta del buffet, in cui mi sembra di aver chiarito la mia posizione rispetto a quella manifestazione. Non sono mai stato contrario, anzi sono stato e sono assolutamente favorevole a questo tipo di manifestazioni. E se i giovani del MGT la organizzeranno anche per il 2009 farò in modo di essere parte attiva della stessa, purchè il tutto si svolga nel rispetto delle parti. Credimi però che continuare in questa discussione sterile è davvero assurdo. Davvero poi non comprendo il tono ostile della sua ultima frase.

    Condivido pienamente il commento n. 3 e mi creda una società come quella che lei ha descritto è anche la mia aspirazione come, ritengo sia l’aspirazione dell’intero genere umano. Purtroppo ritengo anche che il fenomeno mafioso travalichi ogni regola etica umana, ma anche io, al di la delle mie esternazioni, condivisibili o meno confido sempre e volgio credere nella possibilità di potere sconfiggere definitivamente la mafia con mezzi e strumenti e leggi rispettosi del diritto alla vita di qualsiasi essere umano.

    Saluti

    Baldo Portolano

  7. Signor Sindaco, Lei non vuole farsi portavoce del parroco ma giustifica la sua mancata argomentazione su questo tema poichè, come Lei stesso afferma, per un uomo di chiesa (siamo tutti uomini di chiesa) un blog non è la sede più appropriata per trattare argomenti di tale portata.

    Ricordo a Lei e al parroco, che anche il Cardinale di Napoli disquisisce dei più disparati argomenti con i suoi fedeli anche su facebook; il Vaticano ha un sito dove tutti possono commentare e chiedere su tutto…..solo il Rev. parroco di Santa Margherita considera tutto ciò inopportuno?

    Per entrare in argomento vorrei fare qualche riflessione:

    Con la pena di morte si fornisce a tutti un esempio di “atrocità” compiuto dalla Legge, mentre la Legge è stata “creata” proprio per la tutela del diritto inalienabile dell’uomo: la vita! Lo Stato, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinerebbe, con la pena di morte, un pubblico assassinio e quindi si comporterebbe in modo criminale come il criminale stesso. Secondo me, e anche secondo statistiche precise e punuali, la pena di morte non colpisce solo i colpevoli, ma anche, e più spesso di quanto si possa immaginare, persone innocenti!

    Infine, facendo riferimento a tutti i cattolici, ricordo che uno dei 10 comandamenti è “NON UCCIDERE”. Allora o si è cattolici sempre o ad intermittenza! Per chi si professa cattolico consiglierei di leggere il Vangelo dove Gesù stesso ebbe ad affermare “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra” (Gv.8).

    Egregio Signor Sindaco, sull’argomento aborto il discorso si farebbe più ampio, anche se sarebbe interessante confrontarsi. Ma se per la Chiesa l’unico metodo per la regolamentazione delle nascite è l’ogino knaus….mi chiedo, il coito interrotto è da considerarsi abbandono di minori? (mi lasci passare la battuta).

    La ringrazio di aver cercato di chiearci il Suo pensiero e la saluto cordialmente.

    Accursio!

  8. Altra argomentazione contro la pena di morte:

    L’esecuzione di un boss dopo alcuni anni di carcere necessari per il giudizio non alimentarebbe il valore del MITO di una persona che ha preferito farsi uccidere pur di non parlare e non cedere alla giustizia?

    Farlo marcire in carcere ed in isolamento è invece un messaggio piu’ forte ed educativo per chi sta fuori … e se poi si scopre che non è colpevole, c’e’ bene o male tempo di recuperare anche in parte.

  9. Non conosco il sig Enzo Sciamè, ma trovo condivisibile il suo commento.

    E’ troppo semplicistico sostenere che Lei si è limitato ad esprimere una domanda che non è stata capita perchè “ forse in quella serata non c’era il clima adatto e nemmeno la serenità per potere affrontare argomentazioni o porre quesiti di quel tipo (?)”.

    Lei ha fatto delle affermazioni .

    Le ha fatte dopo che autorevoli relatori, quali il dott. Ingroia, il Dott. Vella e il Dott. Genchi, avevano intrattenuto gli intervenuti sul tema della manifestazione antimafia.

    Che poi siano stati posti dei quesiti in “ forma arrogante e provocatoria “ è questione discutibile.

    Ai più sono sembrati quesiti pertinenti che avevano bisogno di una risposta nel merito e non “” farfugliate” espressioni che introducevano questioni non trattate ( si ricorda il cartellino rosso ) o altre questioni quale la pena di morte per i mafiosi.

    Ma tant’è.

    La questione sulla quale Lei “svicola” è quella posta,sempre dal sig. Sciamè, e cioè una credibile giustificazione sulle ragioni che hanno impedito al Comune di Santa Margherita di patrocinare la manifestazione, come fatto dal Comune di Montevago.

    Sicuramente non credibile è la mancanza di fondi da parte di un Ente che scialacqua risorse in viaggi per Amministratori e Funzionari presenti, quasi settimanalmente, in ogni angolo d’Italia a presenziare a feste, convegni, ed altre manifestazioni che nessun ritorno hanno per la collettività margheritese.

    Lei dovrebbe avere il coraggio di dire quello che tutti sanno.

    La manifestazione non è stata patrocinata ( non è stato concesso alcun contributo ) perché gli organizzatori dovevano essere puniti, perché qualcuno doveva fargliela pagare.

    Che tale esigenza non fosse avvertita da tutti i componenti della Giunta è un’aggravante perché si è consentito al singolo di penalizzare una iniziativa lodevole.

    Confido nella sua intelligenza perché ammetta questa verità.

    Eviti di ammaliare i giovani del MTG con affermazioni che sanno di richiesta di riabilitazione.

    L’affermazione secondo la quale “” E se i giovani del MGT la organizzeranno anche per il 2009 farò in modo di essere parte attiva della stessa, purchè il tutto si svolga nel rispetto delle parti “” fa a pugni con il suo comportamento precedente che, Le ricordo, non è riferibile soltanto all’ultimo convegno, ma anche a quello precedente, non solo quale amministratore, ma anche come semplice cittadino ( non ha contribuito nemmeno personalmente).

    Dovrebbe spiegare cosa intende per rispetto di tutte le parti in una manifestazione antimafia, posta quale pre-condizione perchè si faccia parte attiva.

    Cordialità

    Nino Augello

  10. Carro Avv. sull”argomento che lei tratta non ho null’altro da aggiungere a quanto già affermato e per quanto mi riguarda non tornerò più sull’argomento. Ritengo poi che sottovaluti notevolmente i giovani del MGT se ritiene che si possano fare ammaliare da così poco. E poi riabilitazione ? da chi ?…. e da che cosa ….

    Saluti

    Baldo Portolano

  11. se è sbagliato uccidere che senso ha farlo contro chi commette tale azione? perchè non uccidiamo i soldati (anche loro ammazzano, anzi se non lo fanno vengono considerati vigliacchi ed arrestati). chi siamo noi per decidere chi deve vivere e chi deve morire.

  12. Daccordissimo con l’avv. augello: “il rispetto di tutte le parti in una manifestazione antimafia” come è da intendersi???? Mah…..

    Cmq non credo che il problema dei margheritesi sia quello di sapere se il prof è a favore o contrario alla pena di morte…. Il vero problema è assistere al degrado in cui è caduto ormai il nostro paese. Il vero problema è vedere lo stato in cui versano le scuole dove mandiamo i nostri figli, il vero degrado è vedere come spendono i nostri soldi in missioni e viaggi, il vero degrado è vedere come questa amministrazione non riesce a programmare o a realizzare anche un misero evento fatto con un minimo di criterio logico, il vero degrado è vedere la mattina i bar pieni di padri di famiglia che non hanno nulla da fare ma il degrado più grande è vedere allo stesso bar i nostri assessori che ridono e che offrono caffè…. mentre loro si che cose da fare ne avrebbero!!!

    Caro prof sono queste le cose che i margheritesi hanno a cuore ed è su questi problemi che la sua giunta (naturalmente compreso lei) non da risposte

    Cordialmente

    Un margheritese

  13. dal commento dell’ass. Portolano: “… mi darete atto che probabilmente un blog, in particolare per un uomo di chiesa, non è tra le sedi più appropriate per trattare argomenti di tale portata.”

    00

    00

    …forse no !

    Giuseppe Milano

  14. vorrei rispondere brevemente alla risposta del sig. Portolano, nn intendo entrare nel merito delle serate di dibattito o dei battibecchi sulla pena di morte o meno,

    vorrei però sottolineare che infligere più pene, nello specifico, più ergastoli nn significa perdere tempo o denaro, ma dare il giusto peso all’indegno comportamento, inoltre si rende giustizia ad i familiari delle vittime che hanno bisogno di credere che la perdita del loro caro in una qualche misura ha ottenuto un riscatto.

    E’ troppo complesso chiarire quali sono i motivi per cui il nostro sistema carcerario sia così strutturato, bisogna però sapere che la dignità di un uomo non va calpestata nemmeno se questo ha commesso atti indegni, “noi” giustizia abbiamo il dovere di fare capire al “ristretto” che la sua condizione di vita va rivista e rivalutata, il detenuto va rieducato alla civile convivenza, anche se rimarrà per sempre “ristretto fra 4 mura; il progetto delle case di reclusione è la rieducazione del detenuto ad una vita migliore sia dentro che fuori il carcere, nn dimentichiamoci che un detenuto ha sempre la possibilità di incontrare la sua famiglia e se si è redento o ha capito quanto a sbagliato può passare i valori ritrovati ad i familiri, ovviamente nn è semplice ricondurre sulla retta via un uomo che è cresciuto con una mentalità deviante all’interno di una micro società deviata, ma bisogna credere nel lavoro degli operaratori carcerari, che non sono solo dierettore ed agenti carcerari, ci sono psicologi, educatori, pedagogisti, assistenti sociali, ecc tutta gente che ci mette molto impegno e fatica per ragiungere gli obiettivi prefissi, da regolamenti ed anni di lotta per il miglioramento della giurisprudenza carceraria.

    Rispetto al ristretto in condizione di 41 bis non mi sembra il caso di commentare la notizia giornalistica, bisognerebbe saperne di più, anche se ascoltando la news si accappona la pelle di chiunque, ovviamente!!

    donata milano

  15. errata corrige:

    sottolineare che infligere più pene, nello specifico

    leggasi:sottolineare che infliggere più pene, nello specifico

    si è redento o ha capito quanto a sbagliato può passare

    leggasi:si è redento o ha capito quanto ha sbagliato può passare

    donata milano

  16. Sig. Vicesindaco Portolano,

    Premetto che secondo me la pena di morte non fa parte della cultura di un paese che si voglia definire civile.

    Il tema sembra faccia infuocare gli animi ed è al quanto difficile parlarne in un bloog ( anche se ben strutturato come quello de “Il Movimento”) pertanto visto che lei ha a disposizione fondi maggiori di quelli di cui disponevano i giovani del MTG per la manifestazione antimafia, la invito ad organizzare un incontro dibattito con autorevoli relatori sulla tematica.

    Distinti saluti

    Nicola Di Giovanna

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