Giovaninfesta 2008 tra la FEDE e l’ALCOL

la sicilia(515) Dalla Sicilia (sezione Agrigento) del 14-02-2009
Il Sert: al «Giovaninfesta» consumati più alcolici che durante il Carnevale
MONTEVAGO. Il dato è di quelli a cui, se non fossero resi noti da fonti certe e sicure, nessuno potrebbe credere. E invece accade anche che al raduno religioso diocesano dei «Giovaninfesta», che si è svolto a Montevago il primo maggio scorso, tra i partecipanti è stato riscontrato un tasso alcolemico superiore a quello registrato in occasione del carnevale di Sciacca del 2008. La proporzione è di 1,7 contro 1,6.
È quanto si evince dai risultati elaborati dal Sert e dalla cooperativa sociale Elios al termine dell’attività dell’Unità di strada, camper itinerante, che ha chiesto a diversi giovani, in occasione di varie anifestazioni, di sottoporsi al controllo dell’etilometro per la sicurezza nella guida. A giudizio dello psichiatra Michele Ferdico, direttore del Sert di Sciacca dell’Asl 1, non deve comunque «suscitare sorpresa il fatto che i fedeli che hanno partecipato all’iniziativa di Montevago abbiano abusato di bevande alcoliche, perché i giovani da tempo e ovunque tendono ad autogestire i propri comportamenti al di là del possibile significato morale». Il progetto Unità di strada si è concluso per mancanza di fondi, ma il direttore del Sert ha invitato i comuni a sostenere iniziative come queste, «perché solo così – dice lo psichiatra – si comprendono meglio i malesseri che provengono dal mondo giovanile e a individuare misure per fronteggiarli ».
Sta di fatto che probabilmente nessuno avrebbe mai immaginato che tra le migliaia di fedeli che affollano il «Giovaninfesta», il popolarissimo raduno diocesano itinerante, ci possano essere più «beoni» rispetto al Carnevale. Anche questo è forse il segno dei tempi.
R.A.

 

giovaninfestaalcolica

1 commento

  1. Questa mattina sul Quotidiano La Sicilia in Prima Pagina finalmente ho scoperto tramite un articolo di Giuseppe Recca, come si erano pagate le spese i consiglieri comunali del nostro paese che nel 2008 si erano recati a New York.


    Nel luglio dello scorso anno il Times sceglieva il capolavoro letterario di Giuseppe Tornasi di Lampedusa per spiegare ai suoi lettori dove andare qualora decidessero di fare un viaggio in Sicilia. Il più famoso quotidiano al mondo diede più spazio al piccolo centro agrigentino che alle rinomate Taormina e Cefalù. Chissà se il Times la pensa allo stesso modo dopo avere appreso che il consolato generale d’Italia a New York ha sollecitato nei giorni scorsi al sindaco di Santa Margherita Belice il pagamento dei costi sostenuti dalla delegazione agrigentina che era volata negli Usa per l’anniversario del romanzo. La rappresentanza siciliana, aveva parteci¬pato al “Cipriani ballrrom” di Manthattan alle celebrazioni per la festa della Repubblica del 2 giugno organizzata dal consolato italiano in collaborazione con l’Ente per l’incremento turistico. Un vero e proprio gala per palati fini, fatto di gastronomia e cultura italiana e siciliana, con una dedica particolare ai 50 anni del romanzo di Tornasi di Lampedusa. Ad incrementare non è stato però il turismo così come vuole l’Enit, ma gli invitati siciliani alla serata, con conseguente aggravio dei costi. Sono passati otto mesi e da New York il console firma un vero e proprio sollecito di pagamento dei costi sostenuti per gli invitati aggiuntivi del Comune di Santa Margherita Belice. Se questo è il modo di fare emergere la cultura siciliana nel mondo.

    Citta Dino

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