Chi ha ragione?

cittadini(320) Pubblichiamo copia dell’esposto diramato da alcuni cittadini margheritesi, tra cui due consiglieri di minoranza, riguardo l’utilizzo fatto dall’Amministrazione Santoro delle somme destinate per la ricostruzione.

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Al Sig Ministro per le Infrastrutture
Dott.Altiero Matteoli
Roma

Alla Procura della Corte dei Conti di Palermo

Alla Procura della Repubblica di
Sciacca

Al Coordinatore dei Sindaci dei Comuni del Belice
Avv Vito Bonanno

agli Organi di Stampa

Oggetto: Distrazione fondi destinati alla ricostruzione dei centri abitati nei comuni del Belìce

         Come è noto alle Autorità in indirizzo, nei comuni colpiti dal sisma del gennaio 1968 è ancora in atto la ricostruzione dei centri abitati, ancor meglio a Santa Margherita di Belìce in provincia di Agrigento, la ricostruzione post-sisma è ancora in corso per i fabbricati urbani destinati a prima e seconda abitazione.
          Nonostante siano passati 40 anni dal tragico evento, ancora numerosi centri urbani devono ancora completarsi nella loro totale ricostruzione, il tutto legato ad una lentezza burocratica e ad una esiguità dei fondi che le diverse leggi finanziarie dello Stato hanno destinato ai 21 comuni colpiti dal sisma del gennaio 1968.
           Orbene sig Ministro, come Ella potrà ben verificare presso il suo Dicastero, a partire da 2004 sino al 2007 è stata portata avanti una corretta interlocuzione politica per trovare fine al problema ricostruzione del Belìce e contestualmente impegnare il Governo Nazionale e Regionale a drenare, dai bilanci dello stato e per un periodo precisato di non oltre 5 anni, le risorse necessarie per il completamento della ricostruzione nei centri abitati colpiti dal sisma del gennaio 1968.
           Il sindaco di Santa Margherita di Belìce, incurante di quanto era stato fatto anche in collaborazione con le amministrazioni locali degli altri 20 comuni, in totale autonomia ha pensato bene di destinare ai fabbricati rurali i fondi della ricostruzione assegnati al Comune di Santa Margherita di Belìce per la ricostruzione del centro abitato.
           Tutto questo sta causando un totale rallentamento per il completamento della ricostruzione nei piani particolareggiati redatti dal comune ed in cui numerosi assegnatari sono ancor oggii in attesa di ricostruirsi la propria abitazioe ed ancora la stessa norma finanziata dallo Stato prevedeva che in mancanza di fabbricati urbani da ricostruire i Sindaci di ogni comune potevano responsabilmente destinare le somme assegnate per il completamento delle infrastrutture pubbliche.
           Per quest’ultimo  caso va denotato che a Santa Margherita di Belìce vi è una grandissima area urbana, dove vi è in atto la ricostruzione di diversi edifici, priva delle più elememntari opere di urbanizzazione quali strade, fognature, illuminazione etc.
          Va altresì precisato che già il Comune di Santa Margherite di Belìce aveva avanzato, presso il Dicastero delle infrastrutture, la richiesta , circa la possibilità di finanziamento di detti fabbricati rurali e lo stesso Dicastero, con nota prot 1382/585/385 del 1270372003 U.L. , e nota 2275/505/285 del 06/05/2003 U.L a nome del Capo dell’Ufficio di presidenza dott. Mario Sancetta, comunicava al Comune di Santa Margherite di Belìce l’inopportunità del finanaziamento di dette strutture rurali, rimandandoli semmai al completamento dei centri abitati.

PER QUANTO SOPRA CON LA PRESENTE i sotto firmati cittadini, ancora a distanza di 40 anni in attesa di avere finanziati la prima abitazione,
                          CHIEDONO E DENUNCIANO
Alle autorita in indirizzo, ciascuno per quanto di competenza, di intervenire per tramite una commissione. ispettiva o di indagine, presso il Comune di Santa Margherite di Belìce al fine di accertare i fatti denunciatie di porre cosi fine ad un modo scellerato ed inconveniente dell’usodel denaro pubblicoperpetrato a discapito di tanti cittadini onesti.
Al coordinatore dei Sindaci Avv Vito Bonanno affinchè intervenga, poiche la disastrosa condotta del primo cittadino di Santa Margherite di Belìce potra precludere la ricostruzione in tutti gli altri 20 comuni.

In solido rappresentati

FIRME 

24 commenti

  1. UN CUORE E UNA BARACCA

    Mi faccio la villa. Coi soldi del Belice.

    di Accursio Soldano

    I soldi per la ricostruzione del Belice? Ormai vengono spesi in gran parte per costruire case e villette al mare. A quasi quaranta anni di distanza da quella notte fra il 14 ed il 15 gennaio del 1968, quando il terremoto colpì quell´area della Sicilia compresa fra le province di Agrigento, Trapani e Palermo, di chiudere la pratica per la ricostruzione non se ne parla. Sembra un tunnel senza fine. Eppure nel Belice, in questi 39 anni sono arrivati ben 12.000 miliardi delle vecchie lire, e nei prossimi tre anni sono previsti altri 115 milioni di euro. Quindici milioni sono stati stanziati nel 2006 col decreto omnibus del governo Berlusconi, e 100 milioni sono stati inseriti nella finanziaria varata dall´esecutivo Prodi. Questa ultima tranche di denaro dovrebbe arrivare in un triennio, ma ancora non si sa a partire da quando.

    Al di là degli stanziamenti infiniti e delle altrettanto lunghe attese per l´erogazione dei fondi, resta il fatto che a 39 anni di distanza da quel terremoto, 21comuni siciliani hanno ancora un ufficio che si occupa della ricostruzione, con montagne di pratiche da esaminare e da finanziare. Come è possibile? Quali case devono ancora essere ricostruite dopo 40 anni? E, soprattutto, è ipotizzabile che a quattro decenni di distanza dalla notte del terremoto ci siano ancora baraccati in attesa di un tetto? Vale la pena di dare un´occhiata negli uffici tecnici dei paesi del Belice. I più disagiati sono i comuni di Menfi e di Partanna. Sembra impossibile, ma i tecnici del comune di Menfi, allo stato attuale, secondo i dati forniti dal coordinamento dei sindaci della valle del Belice, hanno sulla scrivania 504 pratiche approvate, ne dovrebbero esaminare altre 240 e non sono state prese in considerazione, per mancanza di progetto, ben 560 istanze.

    Insomma, nella sola Menfi, considerato che ad ogni pratica corrisponde una persona fisica, ci dovrebbero essere ben 1104 persone che aspettano fondi per ricostruirsi una casa. E considerati i prezzi attuali, per completare la ricostruzione ci vorrebbero ancora 92 milioni di euro. A Partanna, in provincia di Trapani, sono state approvate 12 pratiche e giacciono sulla scrivania dei tecnici, in attesa di essere esaminate, altre 623 pratiche. Anche qui, 21 richieste sono state accantonate per mancanza del progetto. Per chiudere con la ricostruzione, al comune di Partanna dovrebbero arrivare ben 96 milioni di euro. Per mettere la parola fine con la ricostruzione post-terremoto, nelle sole due cittadine, rispettivamente in provincia di Agrigento e Trapani, ci vorrebbero ben 188 milioni di euro.

    Cifre da capogiro. Ma siccome nella sola cittadina di Menfi, allo stato attuale, non ci sono 1104 senzatetto, e a Partanna non ci sono 638 persone in attesa di una casa, significa che qualcosa non torna. Il fatto è, che molte di queste pratiche non si riferiscono alla prima abitazione quella necessaria a dare un tetto a chi lo ha perduto in quella tragica notte di 39 anni fa, ma ad una seconda, o addirittura a una terza casa. Proprio così. E tutto grazie, o a causa, di una legge. La numero 120 del 27 marzo 1987, che stabilì il passaggio dal finanziamento diretto al nucleo familiare che aveva subito danni dal terremoto, (previsto dalla legge numero 178 del 1976), ad un contributo che poteva essere utilizzato per ricostruire l´intero patrimonio immobiliare. Insomma, a quei cittadini che avevano visto distrutta la loro casa, il magazzino, la stalla o il negozio, venne riconosciuto il diritto e la possibilità di ricostruire tutto il patrimonio immobiliare di cui erano in possesso prima del sisma. Erano in possesso di due case? Lo stato gli concedeva il diritto di avviare due pratiche di finanziamento.

    “Con la legge numero 120, si creò una situazione in cui le città e i cittadini furono divisi in città e cittadini di serie A e di serie B – spiega Vito Bonanno, attuale sindaco di Gibellina – all´inizio veniva concesso un misero contributo a chi aveva subito danni dal terremoto, e non raramente, i cittadini dovettero vendere i propri terreni per ricostruirsi una casa. In seguito, con l´entrata in vigore di questa legge, che equiparava il Belice all´Irpinia, cambiò tutto. Le città e i cittadini che avevano proceduto celermente alla ricostruzione si ritrovarono con niente in mano, mentre quelli che non avevano ricostruito poterono presentare le pratiche per la ricostruzione di tutto il patrimonio. Questa è stata una ingiustizia, e se vogliamo scrivere la storia del Belice dobbiamo riscriverla tutta per intero”.

    Ora, così come è possibile che ad ogni pratica non corrisponda la costruzione di una nuova casa, (impensabile che nella sola Menfi 1104 persone siano ancora dentro le baracche) è anche possibile che la stessa persona, con il contributo che gli spetterebbe per la ricostruzione del magazzino e della bottega andata distrutta dal terremoto, avendo già con i contributi precedenti ricostruito la casa, decida di investire i fondi in una bella villetta al mare, o in campagna da donare ai figli ed ai nipoti.

    Insomma, allo stato attuale, grazie alla legge del 1987, e considerato lo sbaraccamento dei comuni belicini, gli abitanti delle zone terremotate stanno procedendo alla ricostruzione della seconda o terza abitazione, mentre in alcuni paesi, le vecchie baracche, ristrutturate e recintate, con tanto di giardino attorno, vengono perfino date in affitto nei periodi estivi.

    Ma, a parte le storture che riguardano lo sfruttamento di fondi pubblici per costruire case di villeggiatura, la storia infinita del Belice e del fiume di denaro stanziato dallo Stato negli ultimi quaranta anni è ancora lontana dal finire. Com´è possibile, dunque, che dopo 40 anni, in questo lembo di Sicilia si parli ancora di ricostruzione? “La causa, – secondo Vito Bonanno, coordinatore dei sindaci del Belice – è da ricercare negli stessi contributi statali, arrivati a singhiozzo, che non hanno permesso una ricostruzione veloce. Basti pensare che per il terremoto del Friuli, in otto anni sono stati stanziati 27.000 miliardi, mentre per il Belice, in tutti questi anni, lo stanziamento è stato meno della metà. La seconda causa è da ricercare nel conflitto di competenze fra più enti interessati alla ricostruzione, e alle 18 leggi, o provvedimenti legislativi che nel frattempo hanno cercato di risolvere il problema del Belice. Solo che invece di risolverlo, hanno rallentato il processo di ricostruzione”.

    È anche vero, però, che non tutto è stato fatto nel migliore dei modi. All´inizio si parlò di un terremoto che aveva colpito pochi paesi. Nel primo censimento furono inseriti i comuni completamente distrutti dal sisma, Gibellina, Poggioreale, Salaparuta e Montevago, ad una nuova conta si arrivò a 14 paesi, ed infine nel 1976, otto anni dopo il tragico evento, si scoprì che i comuni che avevano subito danni erano ventuno. E non c´era solo la valle del Belice.

    Ad oggi mancano ancora 133 milioni di euro per la costruzione di infrastrutture ed opere pubbliche e servirebbero altri 521milioni di euro per chiudere con le pratiche esaminate dai vari uffici comunali. Considerato che i contributi stanziati ammontano a 115 milioni, di cui 5 milioni nel 2006, 25 milioni nel 2007, altri 35 milioni nel 2008 e 50 milioni nel 2009, e considerato che di queste somme, i comuni interessati non hanno ancora visto un euro, nessuno si sente in grado di scommettere su una data.

    Tra pochi giorni, comunque, i sindaci della valle del Belice, si recheranno a Roma per l´ennesimo incontro con il governo e per seguire da vicino l´evolversi della situazione e lo stato dei finanziamenti per la ricostruzione. A guidarli sarà proprio il sindaco di Gibellina, Vito Bonanno. A riceverli, con ogni probabilità dovrebbe essere Angelo Capodicasa, vice ministro alle Infrastrutture sul cui tavolo è arrivata la pratica infinita della ricostruzione del Belice. Ad aprile, invece, a Santa Margherita Belice, sorgerà un museo della memoria, che raccoglierà foto, filmati d´epoca e registrazioni dei notiziari nazionali dei giorni tragici del terremoto. Che fece tremare questa parte di Sicilia, dove a 39 anni di distanza si attende ancora che qualcuno scriva la parola fine sotto una storia interminabile, fatta di ritardi e dimenticanze. Ma anche di furbizie.

    da la Repubblica del 20.03.2007

  2. Tanto per farci un’idea si può sapere chi sono i consiglieri firmatari di tale missiva?

  3. Su Repubblica di domani venerdì 29 agosto 2008 , ampia pagina d’inchiesta dedicata alla vicenda in argomento. Dalle ville al mare alle case in campagna il tema affrontato dal Giornalista di Repubblica.

  4. Cari amici del blog, potete inoltrare questo commento al vostro Sindaco ?

    Da circa venti minuti ho visto il telegiornale da una tv di Sciacca con la Sua intervista relativa i fondi Belice. Già ero a conoscenza grazie il vostro blog dell’esposto dei cittadini del vostro paese. Ritengo di consigliare al vostro Sindaco di farsi le idee più chiare, ha detto una serie di inesattezze e corbellerie sulle ripartizioni e utilizzo delle risorse in oggetto.

    Se con queste sue conoscenze tenta di amministrare, combinerà qualche fesseria…se già non l’ha fatta. Speriamo di no, per tutti.

    Grazie e tanti saluti.

    un ex amministratore del trapanese.

  5. Rinvio di qualche giorno .

    Su Repubblica nei prossimi giorni , ampia pagina d’inchiesta dedicata alla vicenda in argomento. Dalle ville al mare alle case in campagna il tema affrontato.

  6. Voglio essere un pò maligno e mi chiedo chi saranno mai questi che ricostruiranno questi caseggiati in campagna? Sono pochi o sono tanti?

    Ci vorrà proprio una testa diciamo di ferro per poter scoprire chi sono.

    Meo Mara

  7. Ma non ho capito la dichiarazione dei consiglieri di minoranza, i due Ciaccio (fonte TRS) i quali avendo firmato l’esposto, hanno precisato che non è stato fatto di loro iniziativa…. E allora due sono le cose: o non hanno neppure letto quello che gli hanno fatto firmare, oppure non lo hanno capito (ci voleva qualche ex sindaco a spiegarglielo) Sembra che si siano pentiti di quello che hanno fatto… certo ci vuole un bel coraggio a far certe figure. Secondo me se hai messo quella firma è perchè sei convinto di quello che stai denunciando e se ne sei fermamente convinto non puoi il giorno dopo fare marcia indietro, a meno che non c’è qualcuno che prepara tutto a casa (sempre quello di prima) e poi li chiama per firmare senza rendergliene nemmeno conto. E secondo me è proprio così che funzionano le cose.

    Contenti loro… contenti tutti!!!!

  8. Ehhiii post 7. fai retorica e dietrologia, il problema è altro. Pensi di distrarre di eludere la gravità dell’EVENTO…?

    Guarda al contenuto e non alla forma.

    Segui questa bella storia fratellino:

    “C’era il signore impegno, che pur di impegnarsi si è avventurato in un conflitto interesse naturale.

    Conflitto difficile, pericoloso….. l’interesse motivava questa rischiosa avventura!!!

    L’impegnato non era coraggioso ma pauroso di non mantenere la rotta prefissata del suo viaggio pericoloso, ma produttivo. E allora si avventurò per luoghi diversi: marini di sale forte,vie lontane venti o più miglia, teste di montagna dura come il ferro. Montagne alte,difficile da sormontare e dalle quali è facile cadere. E se il signore impegno vi precipita, rischia il buio di carta.”

    Bella storia fratellino,pensaci …. il resto è inerzia, è forma senza peso.

    La sostanza è pesante ed emette un suono: din, din……

    Bella storia fratellino!

  9. Il gioco delle parti. Quando la politica guarda agli affari e non agli interessi della gente.

    E la gente sta a guardare senza capire il gioco a scacchi in atto in questo paese del Gattoopardo.

    Un gioco al massacro nel quale alla stragrande maggioranza della città non è chiaro chi sono i vinti ed i vincitori. Vinti e vincitori che partecipano al gioco politico senza un minimo di ritegno per pure logiche di opportunità politiche.

    Regole di moralità e di coerenza alle forme non scritte, infrante di fronte a scelte politiche , avvallate secondo logiche di momentane convenienze di potere, che rischiano di violare una convivenza civile basata sul rispetto reciproco.

    Scelte portate da tempo in consiglio comunale , con decisioni avallate dalle maggioranze che si prendono gioco di tutti, per assecondare patti o accordi pre-elettorali che guarda caso hanno il gusto della beffa, per chi da tempo aspetta con pazienza il proprio turno per ottenere un contributo che consenta di ricostruire un diritto acquisito. Una beffa che passa sopra ogni cosa, con la sfacciataggine che segna questo tempo dell’ultimo decennio. Alla fine succede che alle case di civile abitazione, o alle fognature o all’illuminazione pubblica si preferisce, per opportuna convenienza il finanziamento di case in campagna. Una scelta politica questa, alla quale la gente non è stata chiamata a dire la sua, che addirittura abusa della sua pazienza nella logica consequenziale con la quale realizza la sua tempistica.

    Dicevamo un gioco delle parti. Parti tutti coinvolti nel produrre una grande confusione per arrivare ad un unico fine.

    Frate indovino.

  10. Ci sono delle grandi verità nei post 8 e 9. Bravi.

    Ci sono immoralità politiche, anomalia amministrative, paradossi, gesti antidemocratici e nomi.

    Ci saranno molti argomenti su cui lottare, su cui indagare. L’autunno è incominciato e da qualche settimana si è fatto caldo.

    A giorni potremmo raggiungere anche i quaranta, gradi.

    Il metereologo

  11. sicuramente è d’ammirare il gesto coraggioso dei due consiglieri, che di fronte a quei cittadini che ancora oggi aspettano il contributo per la prima casa (prima unità abitativa) si sono comportati coerenti e leali all’ azione politica già sostenuta in consiglio comunale. perchè essere coerenti in politica è positivo, c’è ne fossero politici coerenti?!? COMPLIMENTI.

  12. Sfortunatamente i nostri due consiglieri/eroi non sono stati poi cosi eroi in quando subito dopo hanno smentito il documento, hanno firmato solomente un foglio dove pensavano di apporre un autografo a dei loro fans…….

    …….CHE IELLA

    Già lo sapevo ma adesso ne ho la conferma, siamo messi proprio male su 22 (sindaco, giunta e consiglieri) non se ne salva nemmeno UNO.

    Saluti rinnegati da

    Salvo Fans

  13. il finanziamento delle case rurali vedete che faceva parte del programma di questa amministrazione che pultroppo per l’ ex sindaco è arrivata prima .poi volevo dire :il terremoto ha distrutto anche le case in campagna quindi un contadino che possiedeva una casa nel suo terreno la quale serviva per magazzino o per abitazione non capisco ancora il motivo per cui gli si debba togliere l’opportunita di ricostruirsela dando precedenza alla costruzione di qualche altro palazzo in paese che per qualcuno può essere il 2° il 3° o più per poi restare vuoto. PS:accettate di essere arrivati 2°

  14. SU REPUBBLICA DI OGGI DOMENICA

    trova spazio un articolo su questo argomento.

    Buona lettura

  15. Caro autore del post 14

    non giocare con le parole.

    E’ una scelta politica ed amministrativa finanziare anche le case di campagna, rispetto al finanziamento delle unità abitative in paese o rispetto alle fogne, acqua e luce della zona nuova.

    E’ un atto di indirizzo politico.

    Punto e basta.

    Non è onorevole , invece , tracciare corsie preferenziali che certo non hanno il sapore di una scelta politica ma …………..

    Se hai una testa e non è acciaiosa o ferrosa ti viene facile capirlo.

    Salvo corsia preferenziale

  16. Signor del post perchè non ti dichiari e insieme, magari insieme al movimento, organizziamo un bel convegno pubblico sulle abitazioni rurali e sulle scelte del tuo Capo di Ferro.?

    Non ti sembra una bella forma di partecipazione democratica?

    Così potrai sentire cosa ne pensano, oltre che le Autorità conpetenti, anche i margheritesi!

    Io sono arrivato terzo, ma chi ho votato è un galantuomo.

    Siamo arrivati terzi, ma amiamo la legalità….

    Tu sei arrivato primo anche …..

    Giuseppe Giambalvo

  17. Sono d’accordo con il sig. Giambalvo e mi sembra di buon senso civico la Sua proposta. Se il Sindaco pensa di avere ragione e vuole fare chiarezza sulle sue scelte politiche, non ha che da confrontarsi con i suoi cittadini. Questo può fare la politica e sono altresì d’accordo che questo dibattito democratico potrebbe nascere su proposta del Vostro Movimento.

    A noi non interessa il resto, ovvero se vi sono delle violazzioni.

    Francesco L.

  18. Scusate,

    qui a S.M.B accadono cose ambigue, forse illegali, ma certamente discutibbilissime.

    Su tutto ciò sento il silenzio di Benny, stimando molto il suo lavoro meticoloso sul tema della legalità, spero che lui sia momentaneamente assente.

    Mi sembra assurdo l’eventuale suo disinteresse rispetto a tutti i fatti e misfatti compiuti dal signor Santoro sul tema fondi del Belice.

    Giovanni

  19. Carissimo Giovanni, vorrei chiederti…..ma se a S.M.B, come affermi tu, accadono cose ambigue, forse illegali, ma certamente discutibilissime, perchè non le denunci tu stesso magari su questo blog? Perchè dovrebbe occuparsene Benny? Non mi sembra che Benny debba rendere conto a nessuno delle sue lodevoli azioni tanto meno a chi (anonimo) magari cerca solo un pretesto per criticare.

    Andrea Perricone

  20. A sentire il primo cittadino in TV che commenta la scelta di destinare i fondi disponibili nelle casse del bilancio per le case di campagna, cita una legge la n. 51- fatta allora dal governo Berlusconi – con la quale tende a giustificare la scelta finalizzata alla ricostruzione delle case rurali.

    Ora visto l’ignoranza che regna sovrana nella nostra città, e le diverse disperate spiegazioni date in riguardo a tale dispositivo legislativo si riporta il testo con l’articolo in questione in maniera tale che ognuno possa farsi una idea.

    ____________________________

    Legge 23 febbraio 2006, n. 51

    “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, recante definizione e proroga di termini, nonche’ conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all’esercizio di deleghe legislative”

    pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 49 del 28 febbraio 2006 – Supplemento Ordinario n. 47

    Art. 39-undecies.

    Interventi per la ricostruzione del Belice

    1. Per il completamento degli interventi di cui all’articolo 17, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67, e’ autorizzato un contributo triennale di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2006.

    2. All’onere derivante dal comma 1, pari a 5 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.

    3. Il Ministro dell’economia e delle finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

    _____________________________

    Tutto qua. Poi i sindaci della valle hanno deciso il resto. Per tutti gli altri comuni è stato prioritario completare da sempre il patrimonio edilizio abitativo dei centri abitati, e fare PRIMA LE OPERE DI URBANIZZAZIONI (?!), qui i nostri amministratori hanno fatto di testa loro. Mangiaracina ha preferito fare le case della zona Cannitello (sotto la scuola media….) , Santoro ha preferito con i fondi accantonati e che potevano essere utilizzati per costruire le strade, l’acquedotto, la fognatura, la luce pubblica di tale zona, la destinazione rurale guarda caso con la motivazione “LO SVILUPPO RURALE FAVORISCE L’OCCUPAZIONE NEL SETTORE AGRICOLO”

    (Ps: ma che fine ha fatto a tal proposito l’incarico dato ad un ingegnere del genio civile che prestava servizio nella nostra cittadina per redigere la progettazione delle opere di urbanizzazione!!!!!! – ci faccia sapere signor Santoro – anche perchè dica pure ai cittadini di quella zona che ne avranno per decenni di stare nel fango)

    Frate Indovino

  21. TRATTO DAL QUOTIDIANO: REPUBBLICA

    ________________________________

    Alle campagne i fondi per il sisma rivolta a Santa Margherita Belice

    Repubblica — 31 agosto 2008 pagina 4 sezione: PALERMO

    Guerra legale sui fondi della ricostruzione del Belice a Santa Margherita. Sul tavolo della Procura e della Corte dei conti, c’ è da alcuni giorni una denuncia sulla presunta distrazione delle somme destinate alla recupero delle abitazioni private danneggiate dal sisma del 1968 o alla costruzione di nuovi immobili al posto di quelli irrimediabilmente perduti. A firmare l’ esposto alcuni cittadini che aspettano ancora oggi il contributo. I fondi per la ricostruzione che la legge 51 del 2006 aveva destinato proprio a questo scopo, con una delibera del Consiglio comunale, votata dalla sola maggioranza, sono stati invece dirottati per la ricostruzione della case di campagna. Si tratta di un milione e 650 mila euro che nelle intenzioni del sindaco Franco Santoro servirebbero alla ricostruzione di case rurali e non di edifici del centro abitato. La delibera giustifica la destinazione delle somme con l’ indicazione che «lo sviluppo rurale favorisce l’ occupazione nel settore agricolo». Secondo i firmatari dell’ esposto però, le procedure utilizzate dal sindaco Santoro, causerebbero non solo un rallentamento nel completamento della ricostruzione all’ interno dei piani particolareggiati già redatti dal Comune, ma lascerebbe in perenne attesa quei cittadini che ancora oggi, a quarant’ anni dal sisma, sono in attesa di ricostruirsi la propria abitazione. Già nel 2003 il Comune belicino aveva chiesto al ministero delle Infrastrutture la concessione di un finanziamento per le abitazioni rurali. In quella occasione però da Roma risposero che la richiesta era inopportuna, rimandando il tutto al completamento della ricostruzione del centro abitato e delle opere pubbliche. In più, il finanziamento inserito nella Finanziaria dello Stato, prevedeva, tra le altre cose, che in mancanza di fabbricati urbani da ricostruire (ma secondo l’ ultimo censimento ce n’ erano ancora 360), i sindaci di ogni Comune potessero destinare le somme assegnate per il completamento delle infrastrutture pubbliche. «Tutto legittimo», ribatte Santoro. La legge parla solo di ricostruzione».

    – ACCURSIO SOLDANO

  22. Che sia benvenuta la Magistratura a controllare tutti (non solo le case rurali) i progetti delle abitazioni fatte nel Belice. Mi piacerebbe che l’inchiesta si spostaste in tutti i centri per vedere se i proprietari delle abitazioni fossero in possesso delle vecchie.

  23. PER CHI NON HA PECCATO: pensate che bello se qualche magistrato scartabellasse su tutte le magagne di quarant’anni di storia margheritese.. meditate gente meditate!

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