Altre libere riflessioni di un margheritese

0939df5f77b70761fb13a987c469eb80_medium(2165) Dedichiamo un apposito post ad un’altra interessante riflessione del nostro concittadino Michele Cipolla, come seguito al”dialogo” già avviato giorni fa.
Ai ragazzi del Movimento Giovanile Trasversale per la rinascita di Santa Margherita di Belìce.
Definendovi “ragazzi” credo di avere abbattuto anch’io le barriere del formalismo, e da subito voglio ringraziarvi per avermi dato uno spazio sul vostro blog martedì 28 giugno u.s. (post 2124) e per avere scelto quella foto; sono d’accordo con voi, non c’è pensiero più libero di quello di un bambino,  e lo stato di degrado del contesto in cui quel bambino è inserito mi ricorda le mie origini e quelle di tanti miei concittadini, ed infine mi stimola ancora di più ad agire. Davvero senza ironia, grazie anche per la foto.
Detto questo, vorrei impiegare lo spazio che spero mi ridarete, per dare una speranza, se non ad altri lettori, almeno a me stesso, che a partire dalle prossime elezioni amministrative a Santa Margherita di Belice qualcosa di nuovo e positivo potrà accadere.
Quelle che seguono sono dieci regole per far “inceppare” il meccanismo perverso delle candidature politiche “calate dall’alto” dei vertici politici o suggerite “dal basso” delle famiglie numerose di Santa Margherita di Belice.
Dieci Regole
per costruire una democrazia rappresentata e per riappropriarci del nostro territorio

  • Ogni elettore (nessuno escluso) dovrà individuare fra conoscenti, amici e parenti, quegli elementi che non hanno mai ricoperto cariche di sindaco, né di assessore né di consigliere, né hanno partecipato al banchetto della spartizione delle consulenze inutili e/o clientelari e che abbiano un minimo di intelligenza,  di moralità e di talento. I soliti noti “riciclanti” della politica vi diranno :<ma così non rimane nessuno!>  Ma la scommessa (e l’inganno) è proprio questa: ciascun margheritese, in cuor suo, sa che questi elementi a Santa Margherita esistono e che dovrà cercare fra centinaia di sfiduciati e disillusi che hanno preferito indirizzare la propria intelligenza, moralità e talento in altri settori lavorativi.
  • Una volta individuati, questi elementi andranno incoraggiati a “farsi avanti” per la costruzione di una nuova compagine amministrativa che abbia la forza di escludere eventuali “infiltrati riciclanti”.
  • La nuova compagine amministrativa non dovrà assolutamente (pena il fallimento di tutta l’iniziativa) iniziare da subito a stabilire chi, all’interno di essa, dovrà diventare Sindaco, Assessore, Consigliere o futuro consulente; tali decisioni verranno prese collegialmente ed a maggioranza poco prima della presentazione delle liste.
  • Piuttosto, il talento e l’intelligenza della nuova compagine amministrativa, da subito e da oggi, dovranno essere utilizzati per:
  •  individuare le priorità e le emergenze locali (sono tante, tutte importanti ma non trattabili in questa lettera);
  • elaborare un piano di iniziative politiche e burocratiche da attuare già all’indomani delle elezioni;
  • elaborare una efficace strategia di gestione del personale dell’”azienda Comune”, atta a valorizzare e gratificare quanti hanno voglia di lavorare (e sono tanti) ed a marginalizzare ed emarginare quei pochi elementi che dovessero impedire la realizzazione degli obiettivi della nuova compagine amministrativa.
  • Posto che la nuova compagine amministrativa verrà sicuramente osteggiata da amici, parenti, cugini e conoscenti “riciclanti”, ogni prematuro tentativo di discutere della distribuzione di poltrone e incarichi all’interno della potenziale “Squadra” verrà isolato, emarginato e l’artefice bollato come non idoneo a lavorare in squadra.
  • Tutte le eventuali lettere e commenti anonimi inerenti la nuova compagine amministrativa dovranno essere denunciati alla magistratura, poiché l’anonimato danneggia la crescita di una coscienza democratica e darebbe voce ai falliti della politica non più riciclabili.
  • In un piccolo paese di provincia come il nostro è statisticamente molto probabile essere amico di . . . parente di . . . cugino di . . . di qualcuno che fino ad oggi ha partecipato ai banchetti della politica, esponendosi più o meno direttamente, ma ciò non vuol dire che a nostra volta siamo uguali a loro e, quindi, impresentabili, basta saper applicare queste semplici dieci regole, invitando i nostri amici, parenti e cugini riciclanti a mettersi da parte.
  • La campagna di promozione pubblicitaria tendente a far partecipare tutti i cittadini più attivamente alle scelte politiche, ad avvicinarli alle Istituzioni locali ed a convincerli che un cambiamento non solo è possibile ma necessario, dovrà trovare spazio sia sui blog che sulla carta stampata (Il Movimento, L’Araldo, La Specula, volantini firmati nei bar, ecc.).
  • Bisogna essere coscienti del fatto che non applicare da subito queste semplici regole avrà il solo effetto di riconsegnare Santa Margherita di Belice per altri 5 anni ai soliti gruppi di potere e alle solite “famiglie numerose”, i quali affronteranno i problemi locali nel solito modo candidando i soliti riciclanti o qualche rampollo che ben li rappresenti.
  • A chiunque vi dirà che: ① i 9 punti superiori sono un concentrato di utopia, ②che questi candidati non esistono,  ③che, da che mondo e mondo, la politica si fa con i numeri (10 voti in più o 10 in meno . . .), ④ che, a Santa Margherita <negli abissi siamo e negli abissi restiamo>, a tutti costoro, rispondete che:
  • Non avete nulla da perdere cambiando l’attuale classe politica, tanto “cchiù scuru di mezzanotti un po’ fari”;
  • Che i Gattopardi hanno potuto attecchire in questa terra solo a causa dell’ignoranza delle masse di popolani, e che voi non siete ignoranti, siete tutti diplomati e laureati e non avete perso senso critico e libertà di pensiero;
  • Che avete fiducia nel fatto che cambiando le candidature locali cambierà la politica locale e migliorerà la vivibilità a Santa Margherita, per voi e, soprattutto per i vostri figli;
  •  Che non riusciranno a farvi scappare (emigrare) da Santa Margherita. Grazie.
    Michele Cipolla

3 commenti

  1. Secondo me questo è uno degli articoli più interessanti che ho incontrato in questo blog e mi meraviglia tristemente il fatto di vedere solo 3 commenti, nei post collegati a questo, di cui uno è il vostro cioè di chi gestisce il blog.
    Sono interessanti le domande che in pratica vogliono sapere “chi e in che modo vengono scelti i sindaci dei paesini”, ed è anche interessante la risposta di chi si augura, nell’articolo precedente, che non ci siano i poteri forti. È strano che nessun politico locale abbia provato a far luce su questo argomento, del resto chi meglio di loro avrebbe potuto rispondere a queste domande?
    Vuoi vedere che ci sono veramente i poteri forti? Magari non ci sono, ma può essere che ci siano i poteri un po’ meno forti? (o poteri che dipendono da quelli più forti?)

  2. Si è veramente triste che una riflessione così importante non abbia avuto un serio dibattito politico. E' strano. Ma sig. Vito, richiamandomi alla mia considerazione che lei ha ripropoposto, a lei e ai lettori del blog ribadisco la mia considerazione sul fatto che in paese ci sono i poteri forti che condizionano la politica, come affermato dal politico  Romano di menfi. Lei che idea si è fatto?

    Speriamo Michele che non ci sono i poteri forti,  come  lo diceva pure da qualche giornale un certo politico di Menfi di cognome Romano. 
    Ed è noto, anche dalle cronache giornalistiche, che a Menfi ci sono logge massoniche che pensano di poter gestire la cosa pubblica appartenendo più o meno ad un determinato gruppo o ad una determinata loggia "2 …"

  3. Ezra Pound diceva: “I politici sono i camerieri dei banchieri”, e credo diceva questo riferendosi alla politica delle grandi decisioni. Io penso che se una società è regolata dal denaro, il potere starà nella parte di chi questo denaro lo controlla.
    Se guardiamo quello che succede in Italia e quello che fanno i politici italiani, la mia idea è che siamo una colonia americana in quanto assecondiamo la loro politica soprattutto dal punto di vista bellico, e non so in base a quali accordi presi nei loro veri G8.
    Tornando ai nostri paesini, la mia idea è quella di una politica sana, fatta da gente che abbia a cuore i veri problemi, lontana dai partiti. Credo (non da pessimista ma da realista) che è quasi, se non del tutto, impossibile che nelle nostre zone il voto venga dato seguendo un ragionamento e analizzando pienamente i candidati, ma al contrario viene dato a seconda della parentela, dell’amicizia e delle promesse e per questo motivo i numeri contano tanto. Quando questa mentalità morirà allora si potrà tornare a parlare di sana politica, ma tutto questo deve partire dall’alto, perché come dice un vecchio proverbio “il pesce puzza sempre dalla testa”, per poi arrivare anche nei nostri piccoli paesi.  

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