Programma Condiviso: Il cittadino e le economie

In questo post parliamo di Agricoltura, Turismo e Artigianato, dei settori cioè che caratterizzano la nostra economia.
Sull’artigianato, come si può vedere, abbiamo scritto poco; non perchè non ci sia bisogno di rimodularlo ma bensì perchè non siamo molto esperti del settore. Ci appelliamo quindi ai voi, nostri lettori, per ampliare il tema.
Stesso discorso vale per l’edilizia.

IL CITTADINO E LE ECONOMIE

AGRICOLTURA
Il Movimento vede con chiarezza e sottolinea l’orgoglio di vivere in un paese con un’economia a forte connotazione agricola ed è per questo motivo che chiede una spinta decisiva e realmente efficace per il rilancio dell’auto-sostentamento di questo settore; in parole più semplici si chiede di attivare una rete di canali di promozione dei nostri prodotti, che possono essere considerati a buon titolo dei prodotti di nicchia di ottima qualità, tale da farli assurgere all’attenzione regionale e nazionale, magari collegando l’eno-gastronomia locale con le altre manifestazioni presenti nel nostro paese, quali il premio letterario o l’estate margheritese, nonché con il parco letterario e la pro-loco, da noi ritenute fonti inesauribili di possibilità ancora non sfruttate. È importantissimo, secondo noi, tipicizzare i prodotti locali rendendoli indissolubilmente aderenti al territorio, connotarli alla nostra cultura ed ai nostri luoghi, in modo che questi possano godere di un reciproco beneficio. In questo caso si lascia libero spazio alla fantasia, ma come non notare che il vecchio paese terremotato è considerato solo un rudere o un ricovero per le greggi? Allora perché non legare un prodotto pecorino, quale la “vastedda” proprio al “paese vecchio”? Entrambe le cose potrebbero trarne un vantaggio!
La tipizzazione dei prodotti non può prescindere da una sinergia tra il Comune e l’Unione dei Comuni. Tale sinergia deve mirare a creare, all’interno dell’Unione stessa, un consorzio, con il compito, non di gestire soldi da distribuire, bensì di creare un marchio da apporre sui prodotti che provengono dalla zona in cui l’Unione insiste, individuando dei disciplinari, uno generico e tanti specifici, uno per ogni coltura che può venir fuori dal territorio, in cui sono individuati parametri di coltivazione certi. In questo modo, il marchio sarà attribuito solo al prodotto che ha quelle caratteristiche (frumento/farina, olio, vino, carciofi, fichidindia, vastedda, formaggio e tutto ciò che offre il nostro territorio, verrà contraddistinto dallo specifico marchio solo se hanno dei determinati parametri qualitativi e vengono coltivati secondo i dettami del disciplinare di produzione.) Altro compito fondamentale del Consorzio deve essere quello di pubblicizzare il marchio verso l’esterno con campagne pubblicitarie forti e incisive tese a promuovere il territorio e i suoi prodotti sul mercato.
Sempre in sinergia con l’Unione dei Comuni, si potrebbero iniziare altri progetti a sostegno dell’agricoltura.
Si potrebbe ad esempio realizzare un serio progetto legato alla viabilità rurale, tale da permettere, per un verso ai contadini di raggiungere agevolmente i propri campi, e per altro verso a chi ha voglia di vedere e conoscere zone bellissime del nostro territorio, ma attualmente difficilmente raggiungibili con qualsiasi mezzo di circolazione, di poter godere del paesaggio, cosa che avrebbe anche positiva influenza sul turismo.
Funzionale al paesaggio potrebbe anche essere un progetto che miri al rimboschimento delle zone incolte e impervie, coinvolgendo i contadini proprietari dei fondi, mediante la ricerca di sovvenzione da parte dell’Unione Europea, in modo da dare un’assistenza al reddito agli agricoltori in caso di piantumazione di alberi e arbusti di macchia mediterrane, migliorando così il paesaggio e ponendo inoltre un serio freno alla desertificazione e ai processi di aridificazione cui sono a rischio i terreni incolti.
Ancora, considerato che il territorio margheritese, ma anche quello dell’Unione, è in gran parte collinare, si potrebbe realizzare una rete di laghetti collinari, favorendo magari la costituzione di associazioni tra agricoltori produttori per porre la base per la creazione degli invasi con obblighi specifici in merito alla manutenzione, con assegnazione di sovvenzioni, contributi e penali in caso di cattiva gestione, tutte somme reperibili grazie ad un attento studio dei bandi europei e di aiuti all’agricoltura. Ove possibile si potrebbero anche sfruttare le sorgenti spontanee, disseminate nel territorio, redigendo un oculato piano di recupero delle stesse per destinarle a fini irrigui. Questo progetto permetterebbe una diversificazione delle colture e quindi darebbe respiro all’economia agricola locale in forte crisi.
Il mercato del contadino è una grande possibilità, se però concepito e gestito in modo diverso rispetto l’attuale realtà dello stesso. Deve favorirsi la partecipazione degli agricoltori locali e a loro devono dedicarsi spazi adatti e appositi.
A vantaggio delle aree urbane si pensa di potere dar vita ad uno spazio, anche questo custodito in cui si possano ricoverare tutti i mezzi agricoli sparsi nel contesto urbano. Per esplicitare meglio questo concetto, si pensa alla creazione di uno spazio in cui ciascun agricoltore, anche a fronte di un minimo pagamento, possa godere di una porzione di terra in cui possano trovare agevole riparo i propri mezzi agricoli in modo da liberare i marciapiedi dall’ingombro di aratri e macchine destinate alla coltivazione della terra e ridare così dignità al centro urbano ormai destinato ad essere un enorme parcheggio di macchine agricole. A fronte di questa considerazione si chiede anche una maggior attenzione da parte delle forze preposte a far osservare le regole.

TURISMO
Un paese, sede del Parco Letterario “Tomasi di Lampedusa” e dotato, a suo malgrado, di una vasta area di costruzioni pre-sisma ancora intatte o comunque ancora visitabili, non può non porre notevole attenzione al settore turistico.
A tal fine, proponiamo la creazione di un percorso turistico all’interno delle rovine del vecchio paese terremotato, tra le scalinate, le vie e le case ancora in ottimo stato di conservazione. A ciò si unisce la messa in sicurezza degli altri edifici e la pulizia e la riqualificazione di tutti gli altri quartieri, a cominciare dal quartiere di S.Vito, primo insediamento di Santa Margherita di Belìce e quindi quartiere più antico, dall’ingresso del paese dal lato della famosa “Porta Nuova” e dal tempietto del Cafè House.
Tutto ciò sarà possibile grazie anche alla formazione di guide turistiche preparate e pronte per la spiegazione ai turisti della storia e della bellezza del nostro luogo.
Uguale percorso turistico sarà creato tra i musei e i parchi del paese.
Saranno garantiti orari di apertura consoni a qualunque altro paese che voglia puntare al turismo; a tal fine sarà valutata l’idea di affidare la gestione dei musei e dei parchi ad associazioni o cooperative che garantiscano professionalità, formazione e serietà nella loro attività.
Per favorire il turismo sarà poi necessario una corretta e strategica collocazione di apposita segnaletica turistica informativa e soprattutto lo studio di un piano di promozione dei luoghi d’arte sul web e sulle principali riviste del settore.
Infine è in egual modo essenziale promuovere a livello provinciale, regionale e nazionale, le sagre paesane e gli eventi culturali che da sempre si svolgono a Santa Margherita di Belìce. Tutto ciò è possibile senza grossi esborsi di soldi: basta un uso intelligente e tempestivo di internet e dei mezzi di comunicazioni locali.

ARTIGIANATO
Per favorire l’attività artigianale, si modificherà il regolamento della materia in modo da regolarizzare i laboratori artigianali già esistenti. Inoltre si costruiranno dei grandi capannoni presso l’area artigianale, da dare in uso ai vari artigiani che ne faranno richiesta, in modo da abbattere in qualche misura i costi di produzione e per l’avvio di una nuova attività lavorativa.

1 commento

  1. Cari amici del movimento solo un flash:
    Per il rilancio dell’agricoltura ci vuole una buona interpretazione delle parole chiavi:
    -Biologico.
    -autoproduzione e filiera corta (latte, carni, ortaggi, ecc.)
    -Adotta un filare, adotta un……
    -Progetti per la produzione di biocarburanti.
    -Produzione, lavorazioni e commercializzazione, supportata da agenzie commerciali, debbono rappresentare un’unica strategia per l’azienda.
    -Agriturismo
    -Autoproduzione di energia rinnovabile

    La sfida sul turismo oggi si vince con due parole: turismo fidelizzato.

    Per quanto riguarda l’artigianato ho i miei dubbi che l’amministrazione possa costruire dei capannoni da dare in affitto agli artigiani.
    Da quando siamo entrati nella comunità europea, gli interventi pubblici per la costruzioni di capannoni sono vietati a tutela della libera concorrenza nei paesi membri dell’Unione europea.
    lillo1965

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