I Comitati Spontanei Agricoltori diventano Movimento

Immagine(1323) Qualche giorno fa, al Teatro Biondo di Palermo, c’è stata una conferenza stampa dei Comitati Spontanei Agricoltori della Sicilia, nella quale è stata annunciata la nascita di un nuovo Movimento che si chiama “Terra è Vita, Agricoltori Siciliani Uniti”.
Riportiamo di seguito il comunicato stampa del portavoce Dott. Beppe De Santis.

Il Movimento nasce dall’ambito dei 300.000 agricoltori siciliani,in funzione di diretta autotutela e anche di autorappresentanza politico-sindacale, a seguito della crisi globale,dai caratteri catastrofici inarrestabili,del mondo agricolo siciliano e meridionale: 50.000 aziende agricole hanno chiuso definitivamente i battenti negli ultimi anni.
La catastrofe sta precipitando sotto gli occhi distratti e lontani dell’opinione pubblica, delle istituzioni e della politica,nell’impotenza plateale delle tradizionali rappresentanze sindacali del comparto.
I contadini restano sempre più invisibili e senza voce.
Da due anni, i contadini siciliani e meridionali,in primo luogo, ma anche di altri territori del Lazio, della Toscana e del Centro Italia, in particolare, hanno intrapreso un laborioso e inteso percorso di autonoma organizzazione e mobilitazione, di proposta,di confronto e  di lotta, attraverso una rete capillare di Comitati Spontanei degli Agricoltori ( CSA) e di altri gruppi ed associazioni spontanee (Altragricoltura, Comitati in rete, Consorzi di prodotto), per individuare e conquistare una alternativa a quello che si sta rivelando un vero crollo e  definitivo della CIVILTA’ AGRICOLA E RURALE siciliana e meridionale. Una crisi sociale e di civiltà, prima che economica. Dagli effetti devastanti e sciagurati.
Il movimento dei comitati spontanei si è rapidamente diffuso in tutta l’Isola, in particolare, a partire dai grandi comuni agricoli e rurali della Sicilia centro-meridionale, andando a coprire, con sezioni organizzate e con una prima rete di sedi autonome, ben 283 comuni siciliani sui 390 complessivi. Un movimento di massa rurale, mai visto da 60 anni.
La mobilitazione tenace e generosa, finora profusa, compresa la marcia su Roma dei trattori del novembre 2009, non è bastata e non basta.
La lunga serie di trattative, con l’Unione Europea, il governo nazionale e i governi regionali, per proclamare lo stato di crisi di mercato e per introdurre efficaci misure anti-crisi,non è bastata e non basta.
Non è bastata e non basta la  solidarietà di centinaia tra sindaci, consigli comunali, giunte  e consigli provinciali, l’interlocuzione con partiti, gruppi parlamentari  e singoli parlamentari nazionali e regionali.
Certo, la conquista del maxi-emendamento, inserito nella legge finanziaria siciliana, approvata il 30 aprile scorso, contenente misure per contenere la crisi agricola (gestione dei debiti agricoli, promozione di un sistema confidi a favore degli agricoltori, riduzione prezzo del gasolio, etc.) rappresenta un buon risultato sindacale per tamponare la situazione, ma non potrà essere risolutiva di una crisi agricola dai caratteri storici.
E’ storicamente inevitabile, dunque, il passaggio tremendamente impegnativo- e per certi versi, drammatico- all’AUTORGANIZZAZIONE e all’AUTORAPPRESENTANZA POLITICO-SINDACALE dei contadini siciliani.
Attorno alla 300.000 aziende siciliane ruota e vive una popolazione di oltre un milione e mezzo di cittadini e cittadine siciliane, in grado –se ben autorganizzata e autorappresentata- di svolgere un ruolo straordinario di lobbing sindacale e strategica, anche in grado di dare  uno scrollone salutare a gli ammuffiti, sclerotici e convulsi equilibri politici siciliani.
E’ un segno dei tempi. In epoca di crisi inquietante delle forme di rappresentanza politica e sindacale di tipo tradizionale.
I seguenti sono i più rilevanti punti di attacco della piattaforma del movimento “TERRA è VITA”:
1) misure concrete, immediate e drastiche per contenere la crisi agricola catastrofica, sulla falsariga del maxiemendamento della legge finanziaria siciliana del 2010, a partire dall’obiettivo di non far chiudere altre migliaia di aziende agricole, qui e ora, altrimenti parliamo di aria fritta. E’ questo l’unico modo concreto e strutturale per difendere  e valorizzare la base produttiva basilare  dell’economia e della società siciliana (il comparto, e la filiera, rurale, agricola e agroalimentare). E soltanto tutelando e rinnovando il patrimonio territoriale, ambientale e paesaggistico, proprio della civiltà rurale, è possibile progettare e promuovere una offerta integrata di turismi di nicchia di qualità (turismo relazionale), in quanto agricoltura e turismo, in Sicilia,sono due facce della stessa medaglia, dai destini incrociati ed interdipendenti. Senza la salvezza della civiltà rurale siciliana, non c’è futuro per il turismo siciliano. In altre parole, si può dire che il mondo siciliano delle partite IVA (partite IVA agricole, partite IVA artigianali e micro manifatturiere, partite IVA turistiche) hanno tutte quante il loro fondamento primario nella TERRA. E’ da questi mondi vitali che può sortire la salvezza e il possibile rinascimento della Sicilia;
2) la radicale riconversione e la nuova legittimazione della figura sociale dell’agricoltore nel nuovo ruolo di primo custode del territorio, dell’equilibrio idrogeologico, dell’ambiente e della rete ecologica e del paesaggio, in alleanza con l’universo delle associazioni e dei movimenti di tutela a valorizzazione ambientale;
3) la nuova funzione epocale dei produttori agricoli quali tutori e promotori primari della sovranità, della qualità e della sicurezza alimentare, in alleanza con il consumerismo contemporaneo e le associazioni di tutela dei consumatori;
4) una civiltà rurale  e agricola ben presidiata e rinnovata, anche attraverso una politica integrata delle energie rinnovabili, a partire da un mosaico di migliaia di microprogetti di fotovoltaico incardinati nella mappa delle 300.000 aziende agricole siciliane, rappresenta anche il fondamento materiale ed immateriale per la tutela e valorizzazione del millenario patrimonio culturale ed identitario dell’Isola, in coerenza con le suggestioni straordinarie contenute nel recente e rivoluzionario documento della Conferenza Episcopale Italiana sulla questione meridionale.
Insomma, il mondo rurale, l’agricoltura siciliana, la TERRA è economia e lavoro produttivi e turismo relazionale sostenibile; la TERRA è territorio, ambiente e paesaggio; la TERRA è sovranità, qualità e sicurezza alimentare; la TERRA è identità millenaria che si rinnova; LA TERRA E’ VITA.
Palermo, 1 giugno 2010

1 commento

  1. Belle parole, piene di enfasi e speranze, che, alla fine della fiera pongono un bell'interrogativo. Sono vere, o celano solo l'ambizione di qualcuno, non so chi, che cavalca la protesta ed il malessere del settore, per garantirsi, alle prossime tornate elettorali, visto il potenziale bacino di voti, una bella serie di posti al sole, (leggi poltrone e relativi emolumenti), dopodichè chi s'è visto s'è visto. Le richieste avanzate in questo documento sono, se ci fate caso, le stesse di sempre, acuite dalla grave situazione attuale, ed affidate, almeno per ora, ai politici in carica, (gli unici che dovrebbero realmente fare qualcosa), e ciò sino alla scadenza del relativo mandato. Credete davvero che faranno qualcosa ? Ho la sensazione che sia l'ennesimo flop annunziato, al solo fine del " levati tu che mi siedo io " e spero davvero di sbagliarmi, ma siamo sempre al punto di partenza, demandiamo cioè tutto ad una politica ormai  logora ed autoreferenziante, scollata del tutto da una realtà della quale, sostanzialmente, non gliene frega niente. Gli interessi dei nostri beneamati politici, destri o sinistri che siano, hanno sempre coinciso con i piani industriali od edilizi del territorio, destinando all'agricoltura solo gli avanzi di pasti ben più consistenti e redditizi. Vorrei potermi sbagliare, e lo vorrei sinceramente, ma tutte le belle parole che ho letto oggi sul blog, le ho lette e sentite per quasi cinquantanni, con quali risultati, è sotto gli occhi di tutti, ed è la realtà  triste con la quale gli agricoltori si devono confrontare ogni giorno.
    Ripeto, spero sinceramente di sbagliare, ma al posto delle produzioni agricole, e della loro razionalizzazione e valorizzazione, temo che questo ennesimo proclama altro non sia che l'ennesima versione di un brutto film già visto " Piccoli politicanti crescono " 
    Giacomo Giuffrida Samonà

I Commenti sono chiusi.