Arrivano i cinesi….. alle cantine

(997) Riportiamo questo articolo pubblicato su Agrigento notizie…….
Nell’ambito dell’accordo di programma sottoscritto dall’assessorato regionale all’Agricoltura con l’Ice, Istituto per il commercio estero, dal 9 all’11 dicembre, una delegazione di manager cinesi, visiterà nove cantine sociali siciliane per presentare e stipulare eventuali accordi commerciali di vino sfuso. L’iniziativa nasce da uno studio condotto dal dipartimento interventi strutturali, guidato Rosaria Barresi, sul mercato del vino cinese, che ha fatto rilevare una crescita  esponenziale di consumo considerato però dagli enologi di tutto il mondo di modesta qualità; cosa che ha creato ampi spazi di penetrazione nel segmento di mercato del vino di qualità. Un significativo orientamento verso il vino rosso e una scelta sempre maggiore dei giovani verso il vino di importazione a prezzo e qualità superiori.

 

“La Cina oggi è interessata al vino sfuso italiano. Per la Sicilia è un mercato strategico – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino – perché risponde alle necessità del territorio e agli obiettivi della Regione: diminuire la produzione eccedente delle nostre 78 cantine e orientarla verso destinazioni certe di mercato. Quello cinese è un mercato in grande espansione, questa visita, è una grande opportunità”. “I manager – ha spiegato Rosaria Barresi – saranno accompagnati da funzionari specializzati. Il ruolo dell’amministrazione è costruire relazioni a lungo termine e fare da catalizzatore tra le nostre imprese e una realtà economica così importante, coprendo le distanze e offrendo i servizi necessari attraverso la conoscenza delle aziende cinesi, per evitare contenziosi o incomprensioni”.

Queste le cantine sociali coinvolte: “Ericina” di Custonaci (Trapani); “Alto Belice” di San Cipirrello (Palermo); “Corbera” di Santa Margherita del Belice (Agrigento); “Cellaro” di Sambuca di Sicilia (Agrigento); “Settesoli” di Menfi (Agrigento); “Castelvetrano” di Castelvetrano (Trapani); “Europa” di Petrosino (Trapani); “Colomba Bianca” di Mazara del Vallo (Trapani) e “Birgi” di (Trapani).

In Cina, i manager rappresentano: la Shangri-La Wine Co, un’azienda che produce cinquemila tonnellate di vino all’anno,  e si prevede che ne raggiungerà circa 20mila tonnellate. La società ha investito per l’introduzione di vitigni Cabernet Sauvignon, raggiungendo un livello di qualità in linea con gli standard internazionali; la Huaxia wine industry, che fa parte della Coefo, il maggiore importatore di vino sfuso cinese; la Shanghai Sunway Wine Co, Ltd, che rappresenta il più importante fornitore di vino sfuso in Cina; la Yantai Mingyang Winery, che fino a oggi ha importato solo dal Sud Africa, dalla Francia e dal Cile, ora è interessata al vino italiano; e la Qinhuangdao Liuhe Vineyard, membro della China Wine Association, che ha una capacità produttiva annuale di 20mila tonnellate di vino e grazie alle condizioni geografiche, utilizza Cabernet Sauvignon di qualità.

1 commento

  1. sentire certe buffonate "boomerang" mi viene il voltastomaco!!!!

    ..se è vero che la Cina è interessata al nostro vino…ALLORA VENDIAMOGLI LE BOTTIGLIE!!!!! E NON IL VINO SFUSO!!!!!!!!!

    COSì LE COSE NON CAMBIERANNO MAI!!!!!!!!!

    ASCOLTATE, IO NON SO COSA HA IN MENTE L’ASSESSORE E IL DIRIGENTE IN QUESTIONE, MA QUESTE SONO CURE A BREVE TERMINE E NON LA SOLUZIONE AL PROBLEMA….. COSì SI PROLUNGA SOLO L’AGONIA DELLA NOSTRA VITIVINICOLTURA!!!!!!!!

    GIUSI

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