Rossana Parisi ci ha risposto

Il Gattopardo (2)(486) Forse abbiamo rimediato ad errori non  nostri,  e tutto questo perche noi teniamo alle sorti del nostro amato Paese.
Dopo un amaro articolo di una visitatrice
“Delusa del Parco del Gattopardo”  e dopo una nostra lettera di scuse  “Lettera aperta per Rossana Parisi”  adesso abbiamo ricevuto una sua email

Buongiorno!
Certo che la vita è ben strana! Ho scritto la lettera a cui fate riferimento di getto, appena tornata dal viaggio nelle vostre MERAVIGLIOSE zone, l’ho scritta per rabbia perchè essendo siciliana purosangue come voi tante volte mi sono trovata a dover (e voler) difendere la nostra terra e l’esperienza del Parco letterario l’ho vissuta con gli occhi del turista e non della conterranea e ho provato veramente tanta, tanta rabbia. Nella lettera che è stata pubblicata su La Sicilia non ho messo però la sensazione travolgente che ho provato appena uscita dal Palazzo Filangieri; attraversando la piazza siamo arrivati con mio marito nella parte vecchia del paese e lì l’emozione è stata grande. I miei familiari mi prendono in giro perchè io dico sempre che “sento le pietre” cioè girando per alcuni luoghi, quelli particolarmente carichi di “sensazioni” mi capita di sentire gli umori e i sentimenti di chi ci ha vissuto. Il vedere quelle case parzialmente distrutte, dove da uno scorcio si potevano ancora scorgere le suppellettili della famiglia che vi aveva vissuto, tutto fermo e immobile come se quell’evento catastrofico fosse avvenuto solo poco tempo prima, mi ha sconvolto e commosso profondamente.
Uscendo dal palazzo del Gattopardo abbiamo sbirciato dalle finestre di quell’orrendo Museo della memoria del terremoto che sorge accanto ad esso.
Io credo che mettendo in sicurezza il vecchio paese distrutto, potendo girare per le vecchie stradine e ricostruendo attraverso foto, oggetti, lettere, ricordi in genere si potrebbe creare un “vero” museo della memoria per ricordare che in quelle case, in quelle viuzze uomini, donne, bambini ci hanno vissuto e probabilmente ci sono morti.
La vostra lettera mi ha commosso anche perchè ci sono arrivata proprio come avete ipotizzato voi: ho inserito per gioco il mio nome su google e… la prima voce che è spuntata è stata “Lettera aperta a Rossana Parisi” La vita è proprio strana!
Sono completamente convinta del carattere ospitale del vostro paese (che è un pò di tutta la parte buona e sana di noi “maledetti” siciliani!) ma quando si va in giro senza poter far riferimento a qualcuno in particolare “in loco” la fregatura è dietro l’angolo.
Sono felice che voi esistiate e che esista il vostro movimento: partendo dalle realtà come la vostra si può (forse) cercare di cambiare un pò lo stato delle cose quì da noi.
Accetto comunque con gioia l’invito a tornare a S.Margherita, anzi proprio l’altra sera parlavamo della nostra esperienza nella valle del Belice con degli amici e ci siamo ripromessi di tornare in occasione della Cantine Aperte (conoscete questa manifestazione?): credo che la prossima sia a fine maggio. Anche perchè in effetti non abbiamo avuto occasione di assaggiare un buon vino delle terre sicane!!!
Pace fatta, dunque e forza ragazzi!!
Rossana Parisi

1 commento

  1. Una bella lettera, ragazzi.

    Se ce ne fosse bisogno, questa storia dimostra che la vostra fatica è ben riposta, che serve a correggere errori, a voltare pagina, a migliorare, insomma, la realtà in cui vivete. Serve a creare nuova coscienza critica, a spargere semi di legalità.

    Anche io amo il vostro paese, almeno un paio di volte all’anno, quando sono a Sambuca,ci torno.

    Sarà perchè ho dei bellissimi ricordi legati alla Villa del Gattopardo, o perchè ricordo quello squadrone di tanti anni fa, giocava in prima categoria, in cui giocavano Pino Monteleone (fortissimo), Nino Campisi, Salvatore Milano, un certo Gaudino di Palermo, mi pare. L’allenatore era di Sciacca:prof. Tummiolo, il presidente era un barista del vostro paese. A Sambuca crepavamo d’invidia, a quel tempo. Lo so ho divagato e mi capita quando la nostalgia ti coglie in..castgna.Scusate.

    E comunque:continuate.

    Un forte abbraccio.Enzo Sciamè.Nembro(BG)

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