Risposta e Controrisposta

(158)Ho incontrato l’Assessore Maggio, e davvero offeso dalle parole usate da Benny, nel primo video della rubrica “Dilloapparoletue”, ha accolto la sua richiesta di risposta, e mi ha consegnato il discorso che ha pronunciato in quel frangente della manifestazione…Eccolo a voi, come risposta dell’amministrazione alla provocazione di Benny. Prima risposta…e speriamo non ultima….’

 

 

Vincenzo Ciaccio

rino maggio discorso

Leggo sempre più incredulo i “prodotti editoriali” che provengono dell’amministrazione comunale. Non ce la faccio a smettere.

Dai “bicchieri di carta” creati dall’inventore Santoro per le bevande senza consistenza realizzabili con i quaderni usati (questo è riciclaggio, altro che Sogeir Clientelare, infedeli!), all’ordine di vendere gli alcolici solo in contenitori di vetro quando voleva dire il contrario, sempre ad opera del sindaco (almeno il sindaco precedente aveva una consorte che gli correggeva i documenti a sua firma!, l’alunno che non si applica e la maestrina che sottolinea), fino al trionfo sociologico dell’alzabandiera, occasione in cui, nessuno se lo ricorda, Archimede Santoro lesse tutti i telegrammi di compiacimento, compreso quello di Rita Borsellino che non era presente, dimenticando però di leggere la parte in cui Rita preannunciava la sua presenza a Santa Margherita una settimana dopo, per le giornate antimafia da noi organizzate. Non si fa pubblicità a dei deviati che non fanno l’alzabandiera ma fanno antimafia. “Tiè”, pensò Archimede.

 

 

Tornando al tema del discorso letto alla seconda delle due giornate antimafia dall’Assessore Maggio, francamente non so da dove cominciare. Giuro, cerco di trovare degli spunti di riflessione ma non ci riesco.

Parla di mafia senza aver capito nulla della mafia. Anziché ribattere alle mie osservazioni espresse con “Dilloapparoletue“, ripropone pari pari e in carta intestata il discorso che aveva letto e che io avevo giudicato infantile. Il che vuol dire: scrive che uno più uno fa tre. Io dico: no fa due, ecco perchè, e lo dimostro. Lui come prova mi fornisce il foglietto con su scritto uno più uno fa tre. Vi sto portando con me nel mondo della banalità, tranquilli. Mi sforzerò di trovare qualcosa di nuovo tra quelle parole.

Cominciamo.

L’Ass. Rino Maggio apprezza con tutta l’amministrazione comunale, che però era assente, con qualche eccezione, (tutti a Lampedusa?), i contenuti che secondo lui coincidono con il loro impegno verso la legalità verso il rispetto delle istituzioni. Ma quale impegno? Testimoniato da quali iniziative? Fino ad adesso nulla a tal proposito è stato proposto, e quando hanno avuto la possibilità di appoggiare la prima iniziativa in quel senso (Mafia e Antimafia tra ieri e oggi) non l’hanno fatto. Quindi caso mai siamo noi che apprezziamo un loro eventuale e futuro impegno.

Dopodiché comincia, a parer mio, un discorso patetico, pieno di ignoranza in materia di mafia e lotta alla mafia, entrambi fenomeni oggetto di studi scientifici e non di discorsi da bar. Secondo Maggio dovremmo spiegare ai giovani delle scuole che in Italia ci sono uomini buoni, con il mantello e le mascherine, come i magistrati e i poliziotti, che volando e con i superpoteri li difendono da uomini cattivi, uomini neri tanto birichini che fanno le cose zozze e che andrebbero puniti con cinquemila bacchettate sulle manine e tenuti lontani dalle leccornie per sei mesi. Sono bambini e ragazzi, non cretini. Perchè codesto linguaggio, perdonatemi, è ridicolo. I ragazzi delle quinte, e quelli delle medie hanno dimostrato una tale maturità riguardo al tema che ci hanno lasciato piacevolmente, e molto, colpiti. E comunque, caso mai, sarebbe gente che mette a repentaglio la propria vita, non la “loro vita”. Questo sarà un errore dibattitura, sennò sarebbe un concetto inquietante.

Poi l’assessore Maggio, studioso del fenomeno mafioso, si avventura in un oscuro viaggio teso a giustificare l’alzabandiera. Ecco dove voleva arrivare. Di fronte a studiosi di livello nazionale che intervengono a Santa Margherita per confrontarsi tra di loro e parlare alla gente, cosa poteva partorire la sua mirabile psiche? La strumentalizzazione di una giornata del genere per difendere una scelta amministrativa! Fuori luogo. Cicerone direbbe “chi un ch’appizzava manco un pilu”. Infatti, per non smentirsi, prosegue: “anche se abbiamo ricevuto delle critiche”. A chi interessava in quel momento una tale digressione? Poi prosegue, ma non lo scrive nel documento in carta intestata, che qualcuno ha dato al sindaco, per questa iniziativa,del fascista. Con i ragazzi allora facciamo mente locale e cerchiamo di capire a cosa si riferisse lo studioso. Ci ricordiamo di un post,a mia firma, in cui compariva una foto di una famiglia in uniforme fascista, con la faccia del sindaco Santoro. Una mia creazione. Ironica, suvvia. Poi nel post si parla di come quello fosse un rituale quotidiano durante il regime. Stop. Mi rendo conto chel’ironia però ha bisogno di zucche pregiate per essere afferrata, quindi questa gliela abboniamo. Io non dovevo ricordare quell’episodio scritto nei libri di scuola. Il problema è sempre quello: vietato informare.

Il culmine arriva però quando l’assessore declina il suo personale concetto di mafia. Tranquilli, è tutto registrato. Parentesi: ognuno è libero di esprimere i propri concetti come meglio crede, anche di dire che la delinquenza si combatte cantando tutti assieme l’inno nazionale. Io però sono altrettanto libero di criticare. Chiaro? E dire che l’assessore comincia bene… è sulla distanza che si perde. “Quando si calpestano i diritti altrui, questa è mafia”. Giusto. Storicamente e concettualmente. “Quando si dimenticano le persone bisognose, i bambini, gli anziani, gli indifesi i disabili, e si preferisce il proprio tornaconto, questa è mafia”. A quel punto Umberto Santino,vero studioso di mafia e non improvvisato, fa una faccia che è uno spettacolo da mimo. Quella non è mafia. La mafia è criminalità organizzata, è organizzazione economica, è una struttura verticistica e piramidale basata sulla minaccia e sull’assoggettamento, che niente ha a che fare con quello di cui parla Maggio. Maggio semmai parla di bullismo, di piccola criminalità, di disonestà, di piccola prepotenza. Ma non di mafia. E’ totalmente confuso, invasato da una spregiudicata dose di presenzialismo vuole a tutti i costi intervenire. E anziché limitarsi ad un saluto istituzionale, pur di attaccarci, ecco di cosa è capace.

 

 

Ma passiamo ad altri temi. Parliamo di padroni e sudditi, o sottomessi. Perchè per chi non lo sapesse, Santa Margherita di Belice è l’unico paese tra quelli degli Stati democratici che ha un padrone. “Il Padrone di casa in ogni caso è sempre invitato e quindi partecipa e collabora sempre in ogni caso con chi organizza”. ????????

Primo punto: chi sarebbe il padrone? Anzi, il Padrone, con la P maiuscola a sottolineare la potenza e la trascendenza. Ricordo all’Ass. Maggio che l’amministrazione non è padrona di un bel niente, ma forse questo potere assessoriale gli ha dato alla testa. Il potere logora chi ce l’ha, lo dico sempre io. Caro assessore, ricordatevi che siete tutti dipendenti assunti a progetto. Nostri dipendenti, degli elettori. Secondo Grillo siete dei lavoratori a progetto, dei Co.Co.Co. Se lavorerete bene sarete rieletti, sennò tra cinqueanni niente progetto e licenziati. A casa. Non ci sono padroni, forse qualcuno è davvero rimasto al Ventennio, o forse è solo un misero delirio di onnipotenza. Altra faccia tra gli ospiti: Margherita Asta mi guarda come per dire “ma chi è questo e cosa sta dicendo?”. Io le faccio segno: “Non c’entro nulla”.

 

 

Poi mi piace l’altro concetto, non meno aberrante: sempre lo stesso Padre Padrone, “partecipa sempre e comunque”. E’ un bel concetto. Il Movimento organizza le giornate, si fa un mazzo di dimensioni bibliche, si indebita fino al collo, anzi fino alla bocca, il comune ci ignora, il sindaco fa sapere che se mancasse per una sua firma la due giorni non si farebbe, non ci da il patrocinio, non vediamo un euro, però, secondo il punto di vista amministrativo, partecipa. Ho bisogno di assistenza psicologica. Qualcuno mi aiuti. Nessun giornalista ha capito male, nella sostanza. C’è stato solo un fraintendimento. Perchè il fatto che resta è che l’assessore Maggio è andato in tv a dichiarare il falso, visto che dal punto di vista economico-organizzativo non abbiamo avuto nessun aiuto. Solo la polizia municipale a rappresentare il comune, e non l’amministrazione (sia chiaro), che comunque avrebbero dovuto presenziare sia alla maratona in bici che ai convegni, perchè è un diritto essere tutelati in assembramenti, in assemblee pubbliche e in convegni con ospiti di rilevanza sociale, se segnalato alle autorità. C’è una leggera confusione tra diritto e concessione. Poi sempre Maggio, in versione critico d’arte, dice che il nostro logo era carino, ma avrebbe preferito il logo del comune. Al posto del muro o della piovra?

Assessore, si informi, la prego, non mi costringa a darle lezioni di recupero: non avremmo potuto inserire il simbolo del comune di cui siete Padroni, perchè non ci avete patrocinato, non ci avete dato nulla, ci avete isolati e boicottati. Avremmo mentito ai margheritesi e ai nostri ospiti se avessimo messo il simbolo, perchè avrebbe significato qualcosa che non c’è stato.

Noi non mentiamo caro assessore, è più forte dinoi.

 

 

Ci vediamo alla prossima due giorni antimafia, con un nuovo studioso tra gli oratori, e sempre che i grandi Padroni ce la lascino fare.

 

Benny Calasanzio