Le tradizioni non valgono nell’economia

(110)  L’unica cosa che è rimasta a Santa Margherita di Belice è l’agricoltura-. Purtroppo molte volte questa frase viene espressa con un tono di sfiducia,dalle varie persone. Perché mai accade questo?? Sappiamo benissimo di non essere un paese altamente industrializzato, e va bene, ma nessuno ha il diritto di sminuire la potenziale risorsa economica del settore agricolo.  La nostra zona è famosa per la vite, una cosa già assodata da moltissimo tempo. Ed io, come molte vari braccianti rurali mi pongo davanti la solita questione (con insita già in se la risposta, ormai) – Ma arrivato a questo punto mi conviene continuare a coltivare racina? -.  La risposta purtroppo si conosce già, si tratta di un chiaro no. Perché negli ultimi anni il valore di mercato del frutto di Bacco è andato diminuendo? Perché le spese per quanto riguarda antiparassitari e lavorazioni si fanno sempre più alti? Faccio un esempio reale. Quest’anno, un’epidemia del tanto odiato fungo Peronospòra (ebbene sì, non peronospera!!!). Cosa fa l’agricoltore tranquillo e non informato?? Una prevenzione utilizzando prettamente prodotti a base di zolfo, in condizioni talvolta errate e, quando, semmai, la malattia si sviluppasse, utilizza un bell’anticrittogamico che sul fungo non fa più alcun effetto. Allora, se 100 litri di diserbante non lo “disturbano”, alziamo la quantità del prodotto usato, così le industrie produttrici continueranno a guadagnare sempre di più!! Non sappiamo che, magari, fra tanti metodi di coltivazione ce ne sarebbero altri centocinquanta (numero a caso) molto più economici, sani ed ormai meglio retribuiti. Dobbiamo essere a conoscenza del fatto che la struttura molecolare dei principi attivi non è mai la stessa, talvolta cambia, in bene o in peggio (per quanto concerne i rapporti con il fungo). Ma c’è di più, cambia anche la quantità di principio attivo che viene inserita nel prodotto, e sicuramente questa non è  aumentata di certo con il passare degli anni. Possiamo anche utilizzare questi prodotti, se proprio non vediamo alcuna alternativa. Dobbiamo comunque essere a conoscenza del fatto che questo potrebbe avere un migliore effetto, se venisse seguito il ciclo vitale del fungo. Perché il campagnolo non si informa in ciò che succede nel proprio settore?? Come detto poc’anzi, le aziende mandano avanti i propri interessi, ma noi ( parlo per conto di diversi agricoltori) non ci interessiamo, indi per cui siamo sempre dei pupazzi nelle mani di qualcun altro. Ma porca miseria, perché mai la cantina è in mano a quattro persone che comandano tutto e tutti? Perché non cominciamo ad informarci sui vari argomenti di cura, piuttosto che seguire sempre ciò che ci viene imposto?? Cominciamo a dimostrare che anche noi abbiamo una dignità, facciamolo non seguendo il solito schema annuale di ciclo colturale consistente in: vendemmia – caduta foglie – potatura – lavorazioni varie – zolfo e/o rame – sistemico – malattia – lamentele. Facciamoci valere, dimostriamo che l’agricoltura dopotutto dipende da ognuno di noi. Se nessuno fa niente per noi, cominciamo a dimostrare che sappiamo arrangiarci benissimo anche da soli, cerchiamo di aprirci verso il mondo. Da li in poi si potranno, nel giro (si spera) di poco  tempo, prospettare nuovi orizzonti, che tengo a non inserire in questa sede, altrimenti intraprendiamo un discorso troppo lungo ed impossibile, ora come ora, nella nostra realtà di paesino.

 

Agricolturalmente vostro, Dario Ciaccio

5 commenti

  1. L’UNICA COSA CHE E’ RIMASTA S. MARGHERITA E….????

    LA ZAPPA……SPERIAMO CHE PIOVE SE NOOOO SO CAZZI??

    SPERO CHE RIDIATE UN PO’ ….FORZA MARGHERITESI TENETE DURO…E CHI C’E LA DURO CAMPA CENT???

    CIAO.

  2. Dario agricolturalmente solo tuo secondo me la vite impoverisce il povero e arricchisce sempre il ricco.

    Il povero agricoltore è abbandonato da tutti, nessuno della “cantina” lo informa e lui povero zappatore non ha i mezzi finanziari per informarsi con i tecnici agrari, invece diventa utile e cercato dalla “cantina” soltanto al momento del voto per l’elezione del direttivo della “cantina” stessa.

    Il Ricco che fa parte della “cantina” è invece informato, sa cosa fare e casomai ha anche i mezzi per poterlo fare.

    “come a lu solito natri viddaneddi semu curnuti e vastuniati”

  3. Mio caro utente anonimo, l’informazione al giorno di oggi non può essere considerata come un utopia. Basta avere un computer dotato di INternet tra le mani e sai quante cose si possono sapere?? Comunque per il discorso che la vite impoverisce il povero hai ragione, infatti se leggi bene, nell’ultima parte del post si parla di nuovi orizzonti(intesi come coltivazione di altre piante). Non ho tenuto ad inserirlo perchè penso che prima di tutto andrebbe rispettata la dignità degli agricoltori. Che a quanto pare, se nel 2007 non hanno un mezzo di informazione(ma siamo nel terzo mondo??), non hanno alcuna voglia anche di riscatto o di sfida personale. Agricolturalmente tutto mio, Dario ciaccio ([email protected])

  4. Gli agricoltori nel nostro paese sono sfruttati da sempre, prima dai nobili, dai grandi proprietari terrieri, oggi da loro “pari”. Ogni occasione che hanno per stravolgere le cose e riprendersi la loro dignità la sciupano, ritornano puntualmente a dare tutto in mano alle stesse persone pentendosene puntualmente dopo 5 minuti. Cosi’ hanno fatto i padri e continueranno a fare i figli.

    I politici, gli amministratori, i presidenti delle coperative sociali vari continuano a sfruttarli come zecche coi cani.

    Fatevi 4 risate va’ e poi tornate a lavorare a testa bassa! Schiavi!

    http://www.youtube.com/watch?v=jD45TQIfcoo

    Ernesto G.

  5. Non so, mio caro Ernesto G. a quale alto ceto tu appartenga(dato che parlia anche interza persona, perciò nn fai parte dei poveretti). Torno a ripetere che probabilmente starai molto bene economicamente. Non mi sembra che comunque, nonostante il tuo alto rango, la risposta sia stata adeguata: era semplicemente una provocazione. E’ vero che ci sono state tante “battaglie” degli agricoltori, ma non si comincia un altra volta se qualcuno non si da una mossa. E poi cominciano anche “le nuove generazioni” a coltivare la terra, che, se nno mi sbaglio, dovrebbero essere molto più aperte verso le innovazioni ed i cambiamenti, incentivate dalla grande presenza di mezzi mediatici.Qui, mio caro ti rispondo. Dario Ciaccio [email protected] Ps- ognuno si tira ‘u so filaro…( se si può capire…)

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