(1659) di Francesco Graffeo…
MONTEVAGO Su tre fratelli morti in guerra in fronti diversi, dopo 71 anni, rimpatriano i resti mortali dell’aviere scelto Antonino Scirè, nativo di Montevago, deceduto a Rodi il 22 aprile 1939, mentre era in volo su un aereo militare. Oggi giovedì 18 novembre alle 15,30 per il giovane soldato morto in guerra, anche un picchetto per gli onori militari da parte del Comando della Regione Militare Sud. La cerimonia si terrà in chiesa Madre San Pietro e Paolo, alla presenza della sorella Maria Teresa Scirè, unica vivente di otto fratelli, dei familiari e delle autorità civili e religiose. “Un forte tributo, quello pagato dalla nostra famiglia, con tre morti per la patria: Antonio morto in Grecia, Giacomo morto prigioniero in Russia nel ’43, e Giuseppe disperso nell’Egeo” evidenzia la sorella Maria Teresa. “Antonino, è deceduto nel ‘39 nel corso di una missione di perlustrazione aerea nei pressi delle isole del Dodecanneso, arcipelago della Grecia che, nel periodo fascista era sotto occupazione italiana. Oggi, dopo tante peripezie burocratiche, i resti mortali di Antonio saranno tumulati nel Cimitero Comunale di Montevago, dopo una trasferta aerea della salma proveniente dal Sacrario Militare di Rodi in Grecia. Una esumazione a nostro carico, a causa di una discutibile legge” evidenzia Franco Scirè, presidente del consiglio comunale della cittadina di Montevago. Scirè ha voluto dare seguito ad una promessa in punto di morte fatta al padre Luigi, unico sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, fratello di Antonio. Per riportare nella cittadina natale i resti dell’aviere scelto Antonio, Franco Scirè ha interessato sia il Ministro della difesa Ignazio La Russa, che ha coinvolto l’Ambasciata d’Italia ad Atene ed accelerato le autorizzazioni per l’esumazione ed il trasporto delle Spoglie in Italia, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato ha espresso “un vivissimo apprezzamento per quanto fatto dai Suoi familiari per la nostra Patria durante quei terribili anni di guerra” .
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