La gravità di una ca..ata

cat camicia nera(130)Quello che è accaduto non può essere liquidato come una battuta o con una risata, come molti hanno cercato di fare. Perchè, al di là di una sparata abnorme che può avere mille spiegazioni, rimangono degli interrogativi che vanno analizzati e a cui va data una spiegazione completa ed esaustiva, magari in una sede istituzionale quale il consiglio comunale.
L’infelice uscita sull’alzabandiera e sull’inno nazionale nasconde qualcosa di molto più serio e preoccupante. Un sindaco, massima carica istituzionale di una comunità, che esordisce in campo di tematiche giovanili con “noi non vogliamo fare una politica di repressione. Vogliamo con questi giovani discutere e coinvolgerli. Ai giovani vogliamo dire di non fare i vandali, di non distruggere i vasi, le fontane, le lampade, i fiori e le maniglie del municipio. Con le istituzioni scolastiche faremo di tutto per istituzionalizzare almeno un giorno alla settimana l’alzabandiera e l’inno nazionale”, mi lascia interdetto, fondamentalmente per due motivi: l’anti-storicità della proposta, nel peggiore spirito nazional-fascista, che dimostra una mentalità “del corvo” legata all’ordine e alla disciplina e al conformismo prima di tutto, ancorata al passato e riluttante ad accogliere nuovi metodi e nuove mentalità. Guardare al futuro usando metodi dell’anteguerra. Il secondo motivo, è che questa trovata per il sindaco rappresenta la prima scelta, la più importante, per contrastare vandalismo e micro criminalità, tanto da farne lancio durante un iniziativa culturale. E’ qui che risiede la gravità della carnevalesca dichiarazione. Siamo di fronte ad una ignoranza assoluta per quanto riguarda le tematiche giovanili e il grande orizzonte della legalità, che di tutto contempla tranne che queste parate pseudo educative. Cosa può insegnare ad un bambino o ad un ragazzo questa “cosa”? Ho bisogno che qualcuno spieghi il nesso logico-scientifico tra l’adorazione della patria e la cessazione del vandalismo. È l’arroganza di avere risposte a tutte le domande. Perchè, tipico di questa mentalità, un uomo della sua età pretende di sapere cosa vogliono i ragazzi e di cosa hanno bisogno. Si manda a quel paese il concetto di concertazione, di confronto, di dialogo.


Prima di sparare cannonate avare di senno, perchè non commissionare sondaggi, sperimentare nuovi metodi di dialogo con i giovani margheritesi, creare possibili metodi di confronto? O vogliamo improvvisarci tutti sociologi e psicoterapeuti in grado di “curare” i nostri giovani vandali? Rischiamo di ragionare come l’ex ministra Moratti che fece la riforma dell’università senza consultare gli specialisti del settore, studenti e docenti.

Perchè io, nella mia ignoranza, posso solo proporre, non imporre e proclamare. Posso immaginare che il problema del vandalismo risiede nel concetto che i giovani margheritesi hanno di “bene pubblico”. L’equazione che bisogna colpire è “bene pubblico=non mi appartiene”, ergo posso distruggerlo. E lì che secondo un ignorante in materia come me, bisogna agire. Per questo, caro sindaco, nelle scuole non vanno fatte parate nazionaliste, ma corsi di educazione civica, confronti con le forze dell’ordine, seminari sulla legalità, iniziative sociali, approcci diametralmente opposti a questi tentativi demenziali che l’Italia ha fortunatamente abbandonato dal dopo Mussolini. E io, ripeto, propongo e sottopongo a giudizio.

Conoscevo un sindaco, il peggiore che io ricordi, che diede l’esempio di come allontanarsi dalla politica ai giovani, o al contrario, di come avvicinarsi per fare affari, carriera. Lei, caro sindaco, corre il rischio di continuare lungo quel solco, di continuare ad alienare le simpatie dei più giovani verso qualcosa che in passato era una nobile arte, e oggi si è trasformato in un ufficio collocamento per giovani in difficoltà di impiego e per gente che è stufa di fare il proprio vecchio, ma umile e onesto lavoro.

Benny Calasanzio