Intervista a Giuseppe Sanfilippo

P1000241 (210) Era la fine dell’agosto del 2006… detta così sembra che sia passato un secolo e invece no, il tempo trascorso è quasi un anno e mezzo, non tantissimo, ma comunque – anche in questo caso – vissuto in modo infruttuoso.
Dicevo, era agosto 2006 e Santa Margherita, paese notoriamente dedito alla sperimentazione ed alla conoscenza, si accingeva a vivere un’esperienza nuova; grazie alla passione di Giuseppe Sanfilippo ed allo sforzo organizzativo di Salvino, suo padre, cominciavano a vedersi in giro il paese diversi capanelli di persone identificate da magliettine con un messaggio comune, univoco ed inequivocabile: “Vorrei ma… Posso !?!”.

L’ultimo ventennio, ci ha insegnato che le scritte sulle magliette dei giovani hanno un significato meno banale di quello che può sembrare, in questo caso poi, bastava accostarsi un attimo, chiedere informazioni, guardare le proiezioni, per capire che la banalità era lontana anni luce.

Giuseppe Sanfilippo, seguito da un nutrito gruppo di amici/co-organizzatori, stava divulgando per il paese la conoscenza di uno sport, un “nuovo sport” il Wheelchair Hockey e chiedeva un contributo organizzativo alla società civile che volesse sposare l’idea di un triangolare di Hockey in carrozzina a motore, a Santa Margherita.

Come poi abbiamo avuto modo di sapere l’impresa è stata tutt’altro che semplice, l’opera di informazione e sensibilizzazione è partita da Santa Margherita e poi, in una sorta di crescendo virtuoso, si è allargata a tutti i paesi vicini, ricordo lo stand di quelli che poi furono definiti i ragazzi del “Vorrei ma… Posso !?!”, presente in ogni appuntamento locale e dell’hinterland, una sorta di costante per più di un mese, Nyumba Yetu, MonteSvago, l’estate Margheritese, il litorale di Selinunte e Tre Fontane, la piazza di Menfi, sono solo alcuni dei posti che hanno visto vivo e attivo lo sforzo dei ragazzi che stavano organizzando un evento.

Il tutto poi si è materializzato, dopo diverse e avverse vicissitudini con la giornata del 27 agosto, di cui parliamo con il diretto interessato Giuseppe Sanfilippo.

Intanto chiedo venia per aver detto che si tratta di uno sport nuovo, in realtà, dopo essermi documentato, posso dire che si tratta di un’attività di origine olandese “vecchia” di vent’anni, arrivata in Italia nel 1991 grazie ad alcuni giovani associati alla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Si tratta di un gioco di squadra e wikipedia propone il seguente approfondimento:

L’hockey in carrozzina elettronica viene praticato in palestra, si svolge in un perimetro delimitato (di 26 × 16 metri) da sponde in legno o metallo, e ogni squadra può far scendere in campo un massimo di cinque giocatori e può usufruire di un numero illimitato di sostituzioni nel corso della partita, a seconda del numero di giocatori disponibili in rosa. Consente un gioco di squadra, sia a ragazzi che riescono a colpire la pallina utilizzando la forza del braccio (tramite una mazza in materiale plastico), che a ragazzi che riescono ad impiegare la propria forza unicamente per azionare il comando della carrozzina, sulle cui pedane viene applicato uno strumento (stick) che permette di indirizzare la palla. è una disciplina adattissima ai distrofici anche perché rappresenta una possibilità in più per socializzare. Ogni partita è divisa in 4 tempi, ogni tempo ha una durata di 10 minuti; in campo due arbitri consentono il corretto svolgimento del gioco. Le due porte sono alte 20 cm e lunghe 2,20 m e per questo motivo la pallina da gioco non può essere sollevata da terra. Nell’area a semicerchio può sostare solamente il portiere, altrimenti pena il tiro da rigore a favore della squadra avversaria.
–          Giuseppe come sei entrato in contatto col mondo dell’Hockey?

Premetto che non ero assolutamente a conoscenza di questa pratica sportiva, poi il destino come spesso capita ad ognuno di noi mi ha dato l’occasione… Praticamente sul traghetto Palermo – Napoli ho incontrato Pietro (Pres. Della UILDM di Palermo) e Giovanni D’Aiuto suo fratello (Pres. e capitano dei Red Cobra – Palermo), e lì mi hanno spiegato dell’opportunità che avevo di entrare a far parte di questo fantastico mondo. Sinceramente all’inizio non avevo proprio voglia poi iniziando a provare e a giocare qualche partita ho cominciato a capire cos’era il wheelchair hockey. E adesso sono qua a raccontare la mia bellissima esperienza che spero durerà più a lungo possibile.

–          Come ti sei sentito accolto dalla squadra in cui giochi?

Direi che mi hanno accolto benissimo anche se sono lo “straniero” del gruppo, mi sono integrato bene, prima naturalmente faticavo a trovare spazio, poi con gli allenamenti ho cominciato a giocare assiduamente e adesso sono titolare.

–          Visto che abiti a Santa Margherita Belìce, studi ad Agrigento e giochi e ti alleni a Palermo, ci racconti come organizzi il tempo a tua disposizione nella settimana?

Ecco diciamo che ancora non è che sono organizzato benissimo con lo studio, su questo punto devo migliorare, per il resto diciamo che viaggio tre o quattro giorni a settimana, una o due volte vado ad Agrigento per le lezioni e le altre due a Palermo per gli allenamenti, quelle sono sacre. Poi sai quando fai una cosa che adori come per me allenarmi anche i km che fai ogni giorno e il ritorno a casa per sera tardi non ti pesa più di tanto. Il problema riguarda i miei genitori che fanno sacrifici enormi per accompagnarmi.

–          Dopo una lunga stagione di allenamenti ti appresti ad iniziare un nuovo campionato, maglia da titolare e tanta determinazione, un pronostico per la stagione.

Si finalmente direi, non vedo l’ora… Sabato inizia per me la mia terza stagione e malgrado le enormi difficoltà di questo anno spero di raggiungere grandi risultati sia a livello di squadra che personali. Si parte sempre cercando di raggiungere i massimi obbiettivi che sono campionato e nazionale, poi è chiaro che bisogna tenere conto degli avversari che sono fortissimi e sono più agevolati rispetto a noi perché hanno la possibilità di giocare quasi tutte le settimane nei rispettivi campionati regionali e nei vari tornei che si organizzano per tutta Italia. Diciamo che il confronto con squadre più forti ti aiuta a crescere e noi purtroppo abbiamo quest’opportunità solo alle finali del campionato nazionale.

–          Domenica prima partita della tua squadra “Red Cobra-Palermo”, farete bottino pieno?

Spero proprio di si, quest’anno per vari motivi saremo sempre in condizioni di emergenza ma ce la metteremo tutta come sempre, poi vincere è bello ma perdere ti dovrebbe far capire gli errori e come dicevo prima ti aiuta a crescere, come nella vita praticamente.

–          Anche se bisognerebbe chiederlo a loro, cosa dicono di te i compagni di squadra?

Penso che dicano sia bravo o almeno spero, la squadra va avanti grazie a me! A parte gli scherzi penso di aver fatto dei bei miglioramenti da quando ho cominciato, ho pure sfiorato la nazionale e spero tanto di riuscire a migliorare ancora.

–          C’è una persona a cui vuoi dire un grazie particolare?

Più che una ci sono tante persone a cui dire grazie. Beh i primi sono i miei genitori che si fanno un “mazzo” tanto per rendermi felice e fare ciò che desidero, poi Pietro e Giovanni che come ho detto all’inizio mi hanno fatto conoscere lo sport e per questo non finirò mai di ringraziarli, ma anche il resto della squadra con cui passo delle ore meravigliose e infine tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono alla diffusione di questo sport che credetemi può dare e ridare la “vita” alle persone diversamente abili.

–          Ti va di ricordare l’esperienza a Santa Margherita?

Certamente, è stata ideata come una manifestazione che aveva l’obbiettivo di diffondere lo sport in queste zone e principalmente per far vedere a tutti che c’è un’opportunità in più, che non si è campioni solo nel calcio ma anche su una carrozzina elettrica, perché si ha la possibilità secondo me di dimostrare sul campo i tuoi attributi giocandotela alla pari con tutti e questo per me è qualcosa di straordinario!  Nel 2008 abbiamo ancora persone che non escono di casa perché hanno vergogna della propria patologia o del proprio malessere e questo è assurdo! Ecco, il torneo era rivolto anche a loro, e penso che malgrado il poco tempo e le grandi difficoltà economiche alla fine direi che siamo riusciti ad organizzare una bella manifestazione grazie all’aiuto di tutte le persone che hanno contribuito economicamente, alla Pro Loco Gattopardo e ai miei amici senza i quali non ce l’avrei mai fatta.

–          Il tuo impegno sociale per i diversabili lo abbiamo appreso e compreso perfettamente durante l’ultima campagna elettorale, anche in questo caso, secondo me, Santa Margherita ha sprecato una grossa occasione non rendendosi conto, che con l’età, col peso e con diverse patologie, tutti siamo dei potenziali/futuri diversabili, come giudichi il comportamento politico di questa amministrazione in tal senso e cosa ti aspetti?

Hai detto benissimo siamo tutti dei diversamente abili in realtà. Il concetto è semplice, io sono un disabile ad esempio perché non posso e non so giocare a calcio, ma non credo che un calciatore professionista mettendosi su una carrozzina  riesca ad essere più bravo di me nel giocare ad hockey, quindi in questo caso il disabile non sono certo io. In merito all’amministrazione devo dire che inizialmente i propositi erano buoni poi con il passare del tempo purtroppo non sto notando alcun cambiamento rispetto alla precedente, siamo sempre al solito discorso ci vorrebbero meno proclami e più fatti. Spero sinceramente di essere smentito quanto prima… Mah.. Vedremo.

–          Se sei d’accordo cureremo uno spazio all’interno del blog del Movimento in cui ogni settimana possiamo dedicare qualche riga alle partite della tua squadra, tenendo un taccuino virtuale con le marcature, la classifica e i risultati.Mi farebbe tanto piacere, è un modo in più per far conoscere il wheelchair hockey e per tenere aggiornati i miei concittadini sui miei risultati.

Colgo anzi l’occasione per ringraziarvi dell’intervista e darvi appuntamento per chi si trova in zona magari per la prima giornata di campionato che vede di fronte appunto la mia squadra i Red Cobra contro Star Trek Trapani, giorno 1 marzo alle 11:30 al Palazzetto Uditore di Palermo in via Leonardo Da Vinci.Grazie per averci concesso il tuo tempo, un saluto da un improvvisato (per la seconda volta) cronista di Wheelchair Hockey.

Giuseppe Milano

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3 commenti

  1. Giuseppe, in bocca al lupo per la nuova stagione. Quando mi sarà possibile verrò a vedere volentieri una partita a Palermo, intanto tienici aggiornati sul calendario e sui risultati.

    E il secondo tuo gol dedicalo a noi. Il primo invece a chi ti sta vicino.

    Vito Antonio Augello

  2. Grande Giuseppe, anch’io ho avuto modo di conoscerlo meglio e di apprezzarlo durante l’ultima campagna elettorale. Spero che continuerai a collaborare con noi.

    In bocca al lupo!

  3. Caro Giuseppe, la stima che ho nei tuoi confronti è cresciuta venendo a contatto con determinate realtà. Sei un grande. Hai avuto anche il merito di far commentare i miei compagni del Movimento troppo spesso assenti :-).

    Un abbraccio,

    Benny

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