Andrea Randazzo e i suoi libri

libri in mov(1381)Riceviamo e pubblichiamo….
Andrea Giuseppe Randazzo, autore dei romanzi: IL FIGLIO DI DON CORLEO e IL RE DEGLI EMIGRANTI, è nato nel 1943 a Santa Margherita di Belìce dove ha vissuto fino ai giorni del sisma del ’68. Abbandonati gli studi universitari a causa di quel disastroso evento si è trasferito in America, trascorrendo nella sorprendente e incantevole città di New York circa dieci anni. 
Ritornato nella adorata Terra natia ha iniziato, per hobby, a scrivere poesie, dapprima in vernacolo, poi in lingua italiana. Per dieci anni ha curato la pubblicazione di un opuscoletto edito dall’Associazione Culturale “Sicilia Bedda”  i cui temi trattati erano: poesie; proverbi; notizie e piatti tipici della nostra terra.
Il 21 agosto del 2008, nell’incantevole Villa Filangeri di Cutò di Santa Margherita di Belìce ha presentato il suo primo romanzo, IL FIGLIO DI DON CORLEO – Romanzo d’amore; l’anno successivo, sempre nel medesimo posto e mese, la sua seconda opera letteraria dal titolo, IL RE DEGLI EMIGRANTI. 

Il figlio di don Corleo è un’opera di fantasia; Leoluca, il protagonista, è figlio di un boss della vecchia mafia, quella che rispettava le donne e i bambini; egli compie per diletto un viaggio, dapprima a Parigi, poi a Londra, infine a New York, passando da un’avventura sentimentale ad un’altra. Tornato in Sicilia decide di …
La storia intrigante, lo stile scorrevole, la trama sorprendente, fanno si che il lettore passa con ansia da una pagina all’altra in cerca della conclusione dell’evento in corso.
Il seguente brano è tratto dal retrocopertina del romanzo:
… A letto chiuse gli occhi e nel sonno andò a cercarla, non era ancora pago di lei. Anche Nunziatina si era addormentata cercandolo. Quando finalmente s’incontrarono nei loro dolci sogni, insieme si avviarono verso il giardino degli innamorati tenendosi per mano; là continuarono ad amarsi, ma in un modo divino, possibile sol nei sogni…   

IL RE DEGLI EMIGRANTI non è un’opera di fantasia, ma la vera storia di quattro ragazzi margheritesi emigrati per bisogno, agli inizi degli anni ’60, chi a Firenze, chi a Milano, chi a Londra, chi in America. Grazie alle loro capacità, abnegazione al lavoro e allo studio, sono diventati delle vere e proprie eccellenze ognuno nel suo campo. Tutti i personaggi trattati nel romanzo sono veri, alcuni tuttora viventi, altri scomparsi da poco; certi degli aneddoti presentati sono dagli anziani noti perché da anni raccontati nelle botteghe degli artigiani locali.

Riportiamo di seguito un  brano tratto dal retrocopertina del libro:
…Infine su tutto e su tutti prevalse la fame; pian piano ognuno prese dalle proprie valigie  di cartone qualche pezzetto di pane, ma non riuscivano a mangiarlo… Era insolitamente amaro. Amaro è il pane dell’emigrante, perché condito di tristezza e di dolore…