SAMBUCA Elezione collegio revisore dei conti, TAR annulla l’atto deliberativo consiliare impugnato dalla minoranza

Sambuca(755) La prima sezione del TAR per la Sicilia da ragione alla minoranza sambucese, annullando la deliberazione consiliare del 24 marzo scorso con la quale erano stati eletti i 3 componenti dei revisori dei conti: Filippo Calandra, Massimo Ferrante e Giacomo Siragusa, ritenuti a detta dell’opposizione “vicini all’amministrazione”. I consiglieri di minoranza Franco Zinna, Salvatore Sciamè, Stefano Vaccaro, Antonella Maggio, Stefano Abate e Sario Arbisi, rappresentati e difesi  dall'Avv. Francesco Vinci, nell’impugnazione “lamentavano la violazione della legge regionale 48/91 che prescriverebbe la votazione contestuale dei componenti il Collegio dei revisori, in maniera da garantire il più possibile il diritto della minoranza di  esprimere dei membri all’interno dello stesso”.  Da parte sua l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Martino Maggio, difesa dall’Avv. Lelio Gurrera “si è costituita, eccependo in via pregiudiziale l’inammissibilità del ricorso per difetto di legittimazione dei ricorrenti”. All’udienza del 16 giugno scorso il ricorso è stato assunto in decisione. Per il TAR esso “è fondato ed in quanto tale merita accoglimento” rigettando “l’eccezione di inammissibilità del ricorso sollevata dall’Amministrazione resistente, poiché i consiglieri comunali hanno sicuramente un interesse qualificato e differenziato alla impugnazione di atti, potenzialmente lesivi del proprio diritto all’ufficio consiliare, nella misura in cui esso pregiudica l’interesse della minoranza ad esprimere un proprio rappresentante all’interno di un organo di controllo contabile dell’operato dell’Amministrazione”. I magistrati del TAR hanno altresì “rigettato l’eccezione dell’Amministrazione resistente di inammissibilità per difetto di legittimazione passiva del Comune”. In sostanza il TAR nel merito ha condiviso la tesi della minoranza “secondo cui la vigente normativa laddove prevede che i consigli comunali e provinciali eleggono, con voto limitato ad un componente, un collegio di revisori composto da tre membri, impone per necessità logica un voto contestuale degli stessi e non già più votazioni separate. Opinare diversamente, infatti, significherebbe svuotare di contenuto la previsione del voto limitato, che invece tradizionalmente in democrazia è previsto per garantire alle minoranze politiche la possibilità di esprimere propri rappresentanti”.

Francesco Graffeo