di Francesco Graffeo
E’ diatriba all’interno dell’Unione dei Comuni Terre Sicane. E dopo di due ore di discussione non ci sono stati i numeri sufficienti per ottenere una maggioranza qualificata in sede di voto, ed approvare le modifiche statutarie, già esitate nei rispettivi consigli comunali. Ancora una volta, le assenze di alcuni consiglieri, hanno avuto delle conseguenze nel raggiungimento del quorum richiesto in sede di votazione. Le modifiche all’esame del Consiglio delle Terre Sicane, di fatto, incidono profondamente sull’organizzazione dell’ente sovraccomunale, che dovrebbe gestire sotto un’unica bandiera servizi in comune tra Menfi, Santa Margherita, Sambuca e Montevago. Fra le modifiche previste: il taglio dei costi della politica, (cioè niente più gettoni di presenza per assessori e consiglieri), e la riduzione del numero dei consiglieri che da 20, dovrebbero passare a 12. Modifiche, queste, che hanno portato non poche discussioni nelle minoranze consiliari di Sambuca e di Menfi. Battaglia anche “sull’iter adottato per le modifiche statutarie” da parte del consigliere di minoranza, di Menfi, Ludovico Viviani. Di fatto, nella seduta di giovedì sera, presso la sede istituzionale delle Terre Sicane, i 14 consiglieri presenti, sui 20 convocati, hanno ribadito ciascuno le proprie posizioni già ampiamente espresse in sede di approvazione nei singoli consigli comunali. In sede di voto: 3 consiglieri sono stati contrari, (Ludovico Viviani, Luigi La Placa, e Massimiliano Armato) ed 11 i consiglieri favorevoli. Non raggiunto il quorum dei 2/3 per ottenere la maggioranza qualificata. Per passare erano necessari 14 voti. Ora il punto dovrà ritornare in discussione nella seduta già convocata per il prossimo 30 ottobre. A nulla è valso l’appello del super sindaco delle Terre Sicane, Calogero Impastato, di votare le modifiche statutarie “per creare un ente snello”. Assenti erano i consiglieri margheritesi Gaspare Viola e Roberto Marino, i montevaghesi Francesco Catalano e Giovanni Cutrera, ed i sambucesi: Rossana Pendola e Giuseppe Verde.
Commenti recenti