La libertà di parola a Montevago!!!

 opera monSi riporta questo articolo scritto da Salvatore Mauro….
La libertà di parola a Montevago!!!
Cancellato dal gruppo chiuso “Laboratorio della Memoria” – Montevago 2012 per avere pubblicato questo Post nella pagina:
La sera del 14 gennaio a Montevago, durante la cerimonia per il 47° anniversario del terremoto del Belìce, il sindaco di Montevago Calogero Impastato ha esordito con delle parole che evidenziano, a mio avviso, una scarsa conoscenza, anzi direi, spregio della cultura e della memoria storica di Montevago. Inaugurando il monumento “Agli Angeli Di Montevago” dell’artista Gabriele Venanzio ha, infatti, detto che questa opera, ricorderà per la prima volta, nel nuovo centro, i caduti del sisma del ’68, tramandandone la memoria. Forse dimentica che una fondamentale opera, testimonianza del sisma del “68, è stata strappata alla nostra memoria già da diversi anni, proprio da quella piazza. Mi riferisco alla scultura “Onde Rosse Catturate” dell’artista nonché compaesano Franco Panella che, ricordo, era posta all’ingresso dell’aula consiliare. Da circa 6 anni della scultura si è persa ogni traccia da quel sito. Ritengo che il mancato restauro e ricollocazione dell’opera sia un’offesa alla “CULTURA” e un furto al patrimonio del nostro comune. L’artista e nostro compaesano FRANCO PANELLA con la sua opera “ONDE ROSSE CATTURATE” con frammento poetico di VINCENZO CONSOLO, ispirandosi alle cosiddette “linee rosse” che nei sismografi indicano l’epicentro del terremoto, ha legato l’opera alla “MEMORIA STORICA “ della nostra comunità. Il monito di Vincenzo Consolo è quello di ricordare a noi e alle future generazioni che la nostra terra, sconvolta dal terremoto del 1968, è stata terra assai martoriata:
“MONTEVAGO, SANTA MARGERITA, ZABUT O MENFI …..NATURA CHE NEI SUOI SCONQUASSI,NEI TREMUOTI PAUROSI IN QUESTA PLAGA MALSICURA DEL BELICE, ATTERRO’ E SPARSE OGNI PIU’ UMILE DIMORA, OGNI PIU’ ECCELSO TEMPIO, ANNICHILO’OGNI COSA.” (V. CONSOLO).
La nostra è una terra fragile e se si vuole riscattarla, giorno dopo giorno, ha bisogno di costruire la propria identità storica e culturale su basi forti e indelebili, che neanche il terremoto più catastrofico potrà mai distruggere. Questo il messaggio eterno ed universale dell’opera. La sua collocazione, all’ingresso dell’aula consiliare, e quindi perennemente davanti agli occhi degli amministratori di Montevago, ritengo fosse stata pensata e non un caso. Solo una forte coscienza e amore per la propria terra può far crescere la nostra comunità e risanare l’enorme ferita inferta dal sisma. Questo voleva essere il messaggio chiaro e forte, in particolare, per la coscienza dichi ci avrebbe amministrato. Se solo vi recaste a vedere in che condizione penose è ridotta l’opera di PANELLA potreste capire l’amarezza che oggi mi affligge, pensando al futuro che questa comunità riserva ai propri figli…
Dove vien meno l’interesse vien meno anche la memoria (J. W. Goethe) E senza memoria, si sa, non c’è futuro!
Montevago, li 17 gennaio 2015 Mauro Salvatore

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