X Ed. Premio Letterario G.Tomasi di Lampedusa Recensioni sull’opera premiata

il celtaRiportiamo alcune recensioni espresse quando l’opera è stata pubblicata.
di Rodja Bernardoni…… Con quest’opera lo scrittore premio Nobel, tra le voci più conosciute, discusse e apprezzate del panorama letterario ispano-americano, torna a cimentarsi con il romanzo storico e lo fa con il suo consueto e personalissimo stile, affrontando la riscrittura della vita di uno degli eroi dell’indipendentismo irlandese: Roger Casement. Personaggio estremamente controverso, considerato da alcuni un campione dei diritti umani e della libertà di espressione e dipinto da altri come un traditore e un pervertito, Casement diviene all’interno della narrazione di Vargas Llosa metafora della problematicità della natura e della condizione umana, sempre in bilico tra eroismo e viltà, moralità e immoralità, altruismo e ferocia. Autore di un dettagliato rapporto con cui rivelò al mondo il genocidio perpetrato dalla Corona belga in Congo e di una altrettanto dettagliata relazione che mise in luce i metodi criminali impiegati dalla Peruvian Amazon Company nella raccolta e nella produzione del caucciù, Roger Casement, che nell’ultima parte della sua vita sposò la causa dell’indipendentismo e del nazionalismo irlandese, viene da altri ricordato come un traditore dell’Impero britannico, colui che in cambio della promessa di un aiuto militare nella liberazione dell’Irlanda fu pronto ad aiutare e a offrire sostegno alla Germania del Kaiser Guglielmo II durante la prima guerra mondiale. La leggenda nera diffusa dai suoi detrattori venne in seguito ampliata a comprendere accuse di omosessualità e pedofilia, con la pubblicazione di alcuni diari di dubbia attribuzione in cui Casement descriveva le sue avventure sessuali con giovani e adolescenti. Fedele ai suoi demoni letterari, con Il sogno del celta Vargas Llosa ci invita, così come avveniva in Storia di Mayta e La guerra della fine del mondo, a soppesare e a valutare con cautela e senso critico la pretesa di purezza e infallibilità che accompagna ogni slancio utopico e rivoluzionario; questo è, al di là della denuncia dei crimini del colonialismo e del capitalismo europei che emerge ad una prima lettura, il senso profondo della parabola esistenziale del protagonista, il cui fallimento è dovuto all’eccessivo fervore ed ingenuità con cui egli ha fatto sua una causa politica che, come suggerisce a più riprese lo scrittore, forse non aveva del tutto compreso. Posizionandosi al centro delle discordanti e antitetiche versioni sorte attorno alla figura di Casement, il narratore cerca così di decostruirne il mito e, con la sua consueta abilità affabulatoria, di restituire sul piano letterario la complessa realtà interiore di individuo dolorosamente umano, sicuramente pieno di contraddizioni e lati oscuri, ma certamente lontano sia dal sulfureo personaggio dipinto dai suoi nemici che dall’eroe senza macchia descritto dai suoi ammiratori.  Dal punto di vista strutturale la narrazione si articola in tre macrosequenze che scandiscono geograficamente e cronologicamente le tre tappe essenziali della vita del personaggio storico: El Congo, La Amazonia, Irlanda. La vicenda romanzesca è raccontata attraverso analessi che muovono dal carcere dove il protagonista si trova in attesa che venga eseguita la sentenza; un narratore eterodiegetico si rivolge direttamente al lettore presentando con la lucida, fredda obiettività di una cronaca gli eventi salienti della vita di Casement che coprono un arco temporale che va dal 1903, anno di arrivo del giovane diplomatico britannico Casement nel Congo Belga, al 1916, data della sua impiccagione per alto tradimento. Pur se lontano dai virtuosismi stilistici di La città e i cani, Conversazione nella “Catedral“ o La Casa Verde, Il sogno del celta è senza dubbio un romanzo che vale la pena di leggere e rileggere.

di Alessio Piras……Dal punto di vista stilistico il romanzo non è certamente il capolavoro dello scrittore peruviano che ha perso ormai da tempo lo smalto dei suoi primi tre lavori (oltre a La casa verde, La città e i cani del 1962 e Conversazione nella Catedral del 1969): la polifonia di linguaggio e quel legame così perfetto tra forma e contenuto si sono persi col tempo, lasciando spazio a una maggiore maturità che si percepisce nel ritmo quasi anglosassone della narrazione. Il sogno del celta sembra accusare il passo biografico con cui procede la scrittura e la realtà prevale, in qualche modo, sulla finzione. Ciononostante, Vargas Llosa riesce a creare una relazione tra due sistemi di sfruttamento diversi (Congo e Perú), ma con lo stesso fine e un sistema di dominio (quello inglese sull’Irlanda) che doveva essere legittimato da una sorta di ius loci, mettendo a nudo la natura contraddittoria dell’uomo. Solo per questo motivo Il sogno del celta coglie nel segno di quella che è la missione principale dell’arte narrativa di Vargas Llosa: difendere la libertà e disvelare gli inganni del potere.
di Attilio Lomasto…… Questo romanzo è ammaliante, trascina il lettore in un mondo lontano e primigenio, troppo fragile per resistere alla famelica macchina della civiltà occidentale. Roger Casement è un’eroe anticolonialista, rivoluzionario e omosessuale, non sorprendetevi dunque che sia caduto nel dimenticatoio prima che l’abilità letteraria di Vargas Llosa lo portasse in vita ancora una volta, facendoci vivere le sue esperienze, emozioni, i dubbi e le delusioni di un sognatore schiacciato dalla prepotente realtà.