Vendemmia verde nel Belìce

di Salvatore Mauro
VENDEMMIA VERDE!!!….. una tragedia che investe il mondo agricolo siciliano ed in particolare quello della Valle del Belice.

 Il 15 giugno si è consumata per l’ennesima annata la tragedia della vendemmia verde,  ancora una volta i nostri poveri agricoltori sono le vittime illustri di una politica regionale incapace di governare e dare risposte concrete. E’ inconcepibile questa politica vitivinicola, per il suo impatto sulle perfomance aziendali che ne derivano, protesa a bruciare decine di milioni di euro ogni anno piuttosto che sostenere  le tesi di fidelizzazione come fattore determinante per lo sviluppo del business dell’Enoteca.

In questi ultimi anni si susseguono, sempre finanziate dalla PAC, una serie di interventi sul potenziale produttivo: premi di estirpazione vigneti, premi di impianto vigneti, vendemmia verde, ecc.

Spesso a poca distanza temporale le une dalle altre, norme che prima aumentavano e poi diminuivano il potenziale produttivo, lasciando alla fine in balia delle difficoltà economiche intere famiglie di agricoltori.

Secondo l’assessore della regione Sicilia alle Risorse agricole e alimentari, la vendemmia verde  rappresenta una valida opportunità per sostenere il settore vitivinicolo e mantenere inalterato il livello di eccellenza delle nostre produzioni.

L’obiettivo è eliminare i grappoli non ancora maturi, ridurre la produzione di uva e vino e consentire un riequilibrio del mercato.

Assoenologi Sicilia  qualche giorno fa ha dichiarato: “La vendemmia verde si presenta poco risolutiva e di dubbia attuazione. Se dovesse perdurare l’attuale mancanza di programmazione si determinerà l’abbandono dei vigneti, processo tra l’altro già in parte in atto a causa della crisi economica che ha coinvolto il settore, con conseguente disastro.

13 commenti

  1. Queste azioni si chiamano “sostegno al reddito” e intendono sopperire alla conclamata incapacità di programmare l’estensione della superficie viticola che, insieme ai disastri degli ultimi anni, sono l’unico strumento idoneo di garantire un reddito.
    Per quel che riguarda l’abbandono volevo solo fare notare che la vendemmia verde mira esattamente all’opposto. Provo a spiegarmi, in primis fare la vendemmia verde non presuppone l’abbandono del vigneto dopo la raccolta, poi e’ preferibile fare la vendemmia verde e comunque continuare negli anni successivi a coltivare il vigneto che abbandonarlo. Mi spiegava mio padre, che fa il contadino di mestiere, che e’ molto difficile recuperare un vigneto abbandonato per un anno, intendendo per abbandonato un vigneto neanche potato. Dunque forse la vendemmia verde, per quanto difficile psicologicamente intende, non rappresenta il male assoluto, neanche il male necessario e forse neanche la soluzione, e’ a mio avviso una soluzione tampone.
    Una ultima coinsiderazione, la prossima politica agricola comunitaria prevede l’abolizione delle quote di superficie vitata, in alternativa e’ prevista una “regolamentazione” tramite DOC, igt, docg. Il cambio e’ radicale, da una logica di controllo a monte basato su meccanismi autorizzatori ad una logica di responsabilizzazione legata alle potenzialità della igt/DOC/docg di appartenenza. La valle del Belice, le sue cantine sociali, gli agricoltori, gli amministratori sapranno affrontare la nuova sfida?
    Cordialità

  2. Non volevo più commentare post , ma questo é talmente equilbrato e serio che non posso esimermi dal condividerlo. Per la parte finale, stiamo lavorando al nostro meglio. Di piú non si puó garantire. Peppino Infantino

  3. Carissimo Franco, ti ricordo che quando assoenologi Sicilia parla di abbandono di vigneti non si riferisce alla vendemmia verde, ma alla mancanza di programmazione seria da parte dell’assessorato regionale all’agricoltura e foreste nel settore vitivinicolo siciliano.
    Ricordo che i contadini sono i veri “custodi della terra”. Ed è proprio dalla terra, bene primario, che essi ricavano originariamente tutto quanto serve loro per sopravvivere, per alimentare la vita dell’uomo, per relazionarsi con gli altri. Attualmente viste le enormi difficoltà che il mondo agricolo sta attraversando nel suo complesso, è fondamentale concorrere alla valorizzazione della dimensione rurale nonché agricola, una nuova cultura a sostegno delle imprese, eticamente orientate e socialmente responsabili. Al contrario, con la vendemmia verde, l’agricoltura si riduce solo alla produzione di alimenti, per soddisfare la domanda e l’offerta, dove in nome del denaro l’opera del povero contadino si trasforma in un delitto perpetrato dallo stesso e contro quella sua stessa terra verso cui perderà a poco a poco l’amore tramandato nei millenni dai suoi “padri” . Dobbiamo fare in modo che i giovani raccolgano la sfida educativa che viene dal valore della terra, il cui lavoro generi nuove opportunità, motivazioni e giuste convenienze.
    Lillio 1965

    • …in nome del denaro…Contadini custodi della terra…Valorizzazione cultura rurale…Sostegno a imprese eticamente orientate…
      Sono parole grosse. La domanda e’ come si fa? Situazione economica allo sfascio…morale a terra…reddito inesistente…prospettive assenti.
      La crisi che ci ha investito non ha origine dai derivati, sub prime, warrants o altro ha origine da una cattiva gestione delle risorse agricole, delle potenzialità, dele opportunità di un mercato oggi sempre più avvitato. La vendemmia verde, a mil avviso, e’ solo una soluzione tampone che può permettere una riorganizzazione dettata da immissione sul mercato di quantitativi ridotti di prodotto. Non esiste una cultura contadina senza gratificazione anche di tipo economico. Tutto sarà abbandonato se non si cambia registro e la vendemmia verde per le motivazioni riportate sopra potrebbe servire. Non sono mai stato contrario a forme di assistenza al reddito agli agricoltori semplicemente perché ritengo che la ver valorizzazione del paesaggio passi da loro e dalle loro mani. Se venissero attuate azioni di lungo respiro si potrebbe ipotizzare uno sviluppo del settore, ma se gli agricoltori, i contadini, i pastori(sempre meno) non verranno sostenuti per davvero allora sarà la fine.
      La politica agricola comunitaria sta cambiando, speriamo bene.
      Un saluto

  4. caro lillo io sono figlio di contadino. io sono impiegato e malgrado tutto continuo a dedicarmi ad un poco di vigneto ereditato da mio padre, non essendo coltivatore diretto non sono rientrato nei famosi 8 punti per fare la vendemmia verde purtroppo ancora devo ricevere ancora il pagamento della vendemmia 2011., questanno dovrò fare la vendemmia normale magari mi faccio aiutare da un mio cugino e purtoppo la dovrò fare come un ladro ” chissà si presenta qualche ispettore” il quale mi rovina…….(tu che parli di bene primario dal quale si ricava quanto basta per sopravvivere ) per esprimerti in questi termini, forse non sei mai uscito lalle mura del centro urbano……ma tu pensi che io e gente come me potrà continuare a prendere soldi dallo stipendio o dalle pensioni per l’amore alla terra.non penso affatto di essere unico in questa situazione

  5. Carissimo Leonardo voglio risponderti, portandoti un paragone, convinto che tu comprenda al volo da cosmopolita, come penso tu sia, al contrario di me che “non sono uscito mai dalle mura del centro urbano”.
    Io, governo nazionale, dico :-“Cari cittadini dobbiamo incrementare la crescita demografica perché è importante investire nelle future generazioni in termine di capitale umano”.
    Contemporaneamente, però, promuovo l’aborto, limito le adozioni, propongo, pure, una legge per le sterilizzazioni o contraccezioni delle coppie dopo il primo figlio …
    Credo sia naturale indignarsi di fronte a tale contraddizione e tanto orrore !

    Lillo 1965

  6. caro Lillo la vendemmia verde serve a tamponare la situazione, vista l’incapacità di questo governo del promuovere i prodotti agricoli… ad evitarere il disastro umano per intanto regoliamo l’aborto, quando siamo capaci di poter sostenere e poter far vivere in modo dignitoso le nuove generazioni incentiviamo le nascite le adozioni le immigrazioni e tutto il resto……..
    capisco che tu ti rifiuti di accettarla, non la vorrei accettare neanche io, ma purtroppo questa è la realtà. Poi va vendemmia verde non significa ne l’estirpazione e nemmeno l’abbandono del vigneto, servirebbe a dare una regolata alla produzione e dare un poco di ossigeno a quel povero cristo affezionato ancora alla terra, dai uno sguardo alle campagne e vedi quanti terreni incolti ci sono, e stai tranquillo che chi li abbandona non lo fa per puro divertimento.

  7. Capisco i commenti di Leonardo. Su un punto non sono molto d’accordo, cioè quello di un governo che non sa valorizzare i prodotti. I prodotti devono essere valorizzati dai produttori, dalle loro associazioni, dai loro consorzi, dalle cooperative sociali di trasformazione dei prodotti. Tante volte mi sono trovato a discorrere di consorzi di tutela, di marchi, di disciplinari di produzione. Il ruolo del governo dovrebbe essere quello di incentivare la tutela del paesaggio mediante forme di sostegno al reddito, questo nella consapevole ovvietà che mantenere un paesaggio non e’ lo stesso che mantenere un quadro in una pinacoteca, il paesaggio va curato necessita di potature degli alberi, di piantumazione, di cura degli scoscesi. Tutto questo si fa con il lavoro degli uomini che hanno diritto di lavorare in sicurezza e ricevere un salario dignitoso. Oggi si assiste ad un disinteresse totale verso la sensibilità paesaggistica da parte dei governi di tutti i livelli istituzionali che mixata con la disillusione dei lavoratori della terra e con il calpestio della loro dignità di lavoratori produce una miscela distruttiva delle coscienze. Oggi il contadino si e’ dimenticato della remunerazione del proprio lavoro e la remunerazione del capitale e’ ricordata solo a livello,di sogno. Così non va, speriamo in un futuro migliore e’ l’augurio più sincero che posso fare, speriamo in un ravvedimento da parte di tante persone, tutti quelli che possono avere un ruolo attivo nella determinazione della politica economica locale, regionale, nazionale e sovra nazionale.
    Cordialità

  8. concordo con franco bavetta, comunque voglio aggiungere al sig.LILLO che il valore dei prodotti agricoli sono fermi a una ventina di anni fa, i prodotti che servono all’agricoltore per portare avanti il raccolto vedi carburanti concimi antiparassitari ecc. ecc. sono aumentati seguendo il carovita. Altro scempio che si assiste almeno nella mia zona in provincia di trapani oltre ai terreni incolti sono le demolizioni delle case rurali magari utili per non lasciare il pane in macchina sotto il sole ( altro che aborto) che tantissimi contadini fanno per non pagare l’accatastamento con relativo progetto e che ( vengono considerate seconde case con relative tasse) come se fossero delle ville

  9. Da diversi anni si sente parlare di frodi sull’olio di oliva: c’è chi utilizza dell’olio d’oliva e dell’olio “lampante” importato dall’estero, in particolare dalla Tunisia. Attraverso semplici tecniche termiche e fisiche si elimina dal prodotto estero odori e acidità, poi viene mescolato con il nostro extravergine e alla fine etichettato e posto in commercio come “olio d’oliva italiano”. Emblematico è stato il recente blocco di importazioni di olio extra vergine dall’Italia in Cina, paese famoso per le contraffazioni, dopo che una inchiesta giornalistica italiana rivelò che l’olio “Made in Italy” era miscelato con olio tunisino. Poi non mancano scoperte che lasciano sbigottiti come – precisa la Coldiretti – l’arrivo di arance argentine e di pesche nel porto di Palermo, ma ancora più scandaloso l’arrivo in Italia di grano dall’ucraina di Chernobyl. A questo punto è chiaro, visto il permanere dello stato di difficoltà di tutti i principali comparti agricoli, il fallimento dell’ indirizzo politico che fino ad oggi hanno adottato il governo della Regione ed in particolare dell’assessorato all’agricoltura e foreste. Tutti ci rendiamo conto di come sia indispensabile una nuova azione politica che incentivi e favorisca l’associazionismo tra i produttori ed in particolare la promozione di una reale politica di rapporti interprofessionali tra i diversi attori della filiera, per valorizzare nei mercati la produzione siciliana. Concludo dicendo a voi cari amici che potremmo ancora scrivere decine di post, parlare ancora di possibile soluzioni per l’economia agricola, di accise del gasolio; di filiera corta; di agricoltura biologica; di agroenergia;di analisi strutturali della filiera zootecnica, di “agricoltura sociale”; di micro generazione di energia derivante da fonti alternative come fonte di reddito; ecc., ma fino a quando a governarci sarà l’attuale classe politica dei partiti, questi signori continueranno a “cambiare tutto per non cambiare nulla” (Il Gattopardo).
    Lillo 1965

    • complimenti Lillo finalmente siamo sulla stessa lunghezza d’onda, purtroppo abbiamo una classe politica che per l’agricoltura è da molti anni che non muove un dito……per me questa politica a differenza della mafia è legalizzata a delinquere
      un sincero abbracio

  10. Scusami tanto ma come puoi chiudere il commento con una tale affermazione? Hai scritto delle cose, ci sono stati dei commenti, si e’ aperta una discussione e ora mi vieni a dire e’ inutile commentare e scrivere? La prossima volta astieniti completamente dall’aprire discussioni di qualunque tipo, il finale e’ sempre il solito.
    E’ stata davvero una uscita inopportuna

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