Uscite dalle cucine e dalle chiese!!!! care Margheritesi

porta_aperta2(2275) Che il contesto nazionale non aiuti è certamente vero, ma Santa Margherita è divenuto uno dei contesti politici rimasto nella preistoria delle pari opportunità. Nell’intera amministrazione Santoro e nel nostro consiglio comunale non partecipa e non ha partecipato alcuna donna. Anche i contributi indiretti, attraverso le iniziative culturali, amministrative, sociali, che gravitano intorno all’attuale classe dirigente non registrano alcuna rappresentante del gentil sesso, eccezion fatta per Rosy Abruzzo.

La cosa non credo preoccupi, o abbia mai preoccupato, in questi anni il signor sindaco, o alcuno tra i suoi assessori e collaboratori. Probabilmente, nel degrado in cui versa il paese, molti potrebbero pensare che la questione sia di poco conto. Ma non è vero.

In primo luogo, le donne, di Santa Margherita come di tutto il mondo, hanno capacità organizzative, problem solving (capacità di affrontare difficoltà impreviste) e resistenza alla fatica che un uomo non immagina neanche, con doveroso rispetto di tutte le doti virili. Basta pensare a cosa fa una donna, magari anche lavoratrice, per non impazzire dinanzi alle esigenze dei figli e genitori, casa, ufficio, spesa, panni sporchi e puliti, giardino, cura del corpo, dei cani e dei gatti di casa, pasti da preparare e persone da soddisfare. In società come quella margheritese, ancora strettamente legate al sostegno familiare, la mater familias fa ancora di più perché raramente si concede il lusso di un aiuto esterno, ma allarga le proprie spalle tanto quanto grandi sono le esigenze del suo entourage. Forse per questo non possono trovare il tempo di partecipare ad inevitabili cene e banchetti, viatico della partecipazione politica (visto che di certo sono già ripresi in vista delle prossime elezioni). Ed è un peccato perché le loro idee e le loro energie si potrebbero ben concentrare anche all’interno del consiglio comunale o dell’amministrazione.

In seconda istanza, se tanto si desidera un cambiamento, come non cercarlo in attori (o meglio attrici) nuovi, ai margini della scena politica? Proprio perché finora ne sono rimaste fuori, le donne non adotterebbero logiche vecchie e tattiche che hanno stancato tutti. Saprebbero definire un programma innovativo e concreto, con più spirito solidaristico e meno attenzione alla spartizione delle cariche. Sarebbero più sensibili alla rivalutazione delle risorse del territorio e alle potenzialità culturali e meno a rimpolpare le proprie tasche. Come in ogni ambito, la novità suscita interesse, stimola chi la rappresenta a dare il meglio, per il semplice fatto di proporsi al confronto, in altre parole, le donne margheritesi saprebbero concorrere al meglio.

Da un lato, quindi, sarebbe davvero ora che gli attivisti vecchi e nuovi della nostra politica facessero spazio alle tante donne che sarebbero all’altezza di partecipare al discorso politico. Dall’altro, è necessario, naturalmente, che le dirette interessate lascino le pentole sul fuoco e comincino a frequentare anche ambienti diversi da quelli in cui si muovono tradizionalmente. Seguiamo i mariti, i figli, i fidanzati, gli amici e cerchiamo di prenderci lo spazio che meritiamo. Facciamolo non tanto per spirito di affermazione o rivalsa personale, ma semplicemente perché non si può continuare a fare sempre peggio, di elezione in elezione! Il fondo del barile è sempre più raschiato e non c’è tempo da perdere per fare tutti la propria parte, soprattutto chi ha più da offrire perché finora ha dato meno.

Nella stessa Santa Margherita ci sono diversi esempi di impegno prevalentemente femminile di successo. Solo a titolo di esempio e certamente non esaustivo, pensiamo alla Pro Loco Gattopardo Belice e alle numerose iniziative culturali di cui è stata promotrice, pensiamo al settore scolastico, dove gli uomini si contano sulle punta delle dita, pensiamo alla giovane ma valida attività associativa di Libera e ai tanti gruppi ecclesiastici gestiti quasi interamente da donne. Sono numerosi, poi, gli esempi di piccole imprenditrici che, nel commercio e nel sociale, hanno creato e gestiscono attività proficue. Per non considerare le professioni mediche e le tante margheritesi che per hobby e per passione si esprimono in diverse forme di arte. Dove finiscono queste potenzialità nel momento in cui si definiscono le liste di candidati al consiglio comunale e si individuano gli assessori, o i candidati alla carica di sindaco? Bisogna risalire al passato ormai remoto dell’amministrazione Russo per trovare un certo numero di donne impegnate nella politica margheritese e nell’ultima competizione elettorale una sola lista riconosceva loro un discreto peso (purtroppo quella relegata al terzo posto dagli elettori).

È del tutto inutile parlare di novità, di svolte e di sviluppo senza inglobare una parte così fondamentale della società come le donne. È ingiusto, iniquo e controproducente. Non si cammina su una sola gamba. Se immaginiamo uomini e donne come le due gambe della società e vediamo come ultimamente il potere è stato esercitato solo da una parte, forse abbiamo trovato una delle cause della gestione fallimentare dell’attuale amministrazione.

Anna Carmen Armato