Sul rimpasto margheritese, interviene Calogero Maggio, contadino ed acuto osservatore ed operatore politico.

Maggio Calogero Si riceve e si pubblica la seguente lettera aperta……
ho letto con molta attenzione il comunicato stampa  diramato dai due ex assessori comunali, Leo Ventimiglia e Basilio Scaturro.  Confesso che sono rimasto deluso. Innanzitutto preciso che i due ex assessori sono stati  nell’amministrazione Valenti per 20 (venti) mesi e non 18 per come si sostiene.  Ma ciò che mi ha deluso è che nel loro comunicato non si trova una parola, e  dico solo una parola, su quanto da loro fatto in questi 20 mesi. Ed il discorso  potrebbe allargarsi anche agli ultimi 20 anni. Se non hanno fatto cenno ai risultati raggiunti con il  loro operato, lascia dedurre che hanno fatto pochino. Par di capire, dal loro argomentare, che sono furiosi  solo perché hanno perso la poltrona e non perché non hanno potuto completare i  progetti (?) in favore della comunità margheritese.
Sulle accuse lanciate verso il sindaco Valenti penso che  sarà il primo cittadino a rispondere in seno al consiglio comunale appositamente  convocato per il prossimo mercoledì. Per quanto riguarda invece gli “impegni  politico/elettorali” (cui fanno riferimento nel loro comunicato), con questo  intervento mi limiterò a tracciare un  breve riassunto delle “puntate precedenti” che hanno visto i due ex assessori  calcare la scena della politica margheritese. Senza lasciare traccia, aggiungo  io.
Partiamo dal lontano 1997, quando Leo Ventimiglia è stato  determinante per l’elezione del sindaco Peppino Perricone (l’unica cosa giusta  fatta nella sua carriera politica) dopo che, la notte prima delle elezioni, ha  abbandonato il candidato Andrea Abruzzo “lassannulu in tridici”. Sempre Leo  Ventimiglia, durante l’amministrazione Mangiaracina, ha abbandonato le fila  della minoranza (che nel frattempo era diventata maggioranza in consiglio) per  sfiduciare l’allora presidente del Consiglio, Gaspare Viola, ed accaparrarsi la  sua poltrona. Dalla poltrona di presidente del Consiglio ha contribuito a  mettere in discussione la composizione della Commissione ex art. 5, di cui ne  facevano parte il sottoscritto e Giuseppe Calasanzio. Alla successiva tornata  elettorale, Leo Ventimiglia ha lasciato Giorgio Mangiaracina per candidarsi  nella lista di Franco Santoro, pur di conservare la poltrona di presidente del  Consiglio comunale, ancorché risultasse tra gli ultimi degli eletti. Per  quanto riguarda l’ex assessore Basilio Scaturro, non sto qui a ripetere la  definizione datane in uno degli ultimi consigli comunali da Giorgio  Mangiaracina, che condivido in toto: l’assessore del mezzogiorno (inteso come  ore 12). Anche Basilio Scaturro calca le scene politiche da parecchi lustri,  senza aver lasciato nessuna traccia: è stato assessore della giunta  Mangiaracina, della giunta Santoro e della giunta Valenti. Invece di lamentarsi  per la perdita della poltrona, dica ai margheritesi cosa ha fatto in questi  quindici anni per il paese. Una sola cosa contesto all’attuale sindaco  Franco Valenti: avere tenuto Ventimiglia e Scaturro inutilmente in giunta per 17  mesi; doveva licenziarli dopo i primi 3 mesi.
La scelta del sindaco è stata basata sul malcontento  emerso, sin dai primi mesi, tra i consiglieri comunali e con il passare dei mesi  è diventato il sentire comune della gente. C’era bisogno di rinnovamento. E  rinnovamento è stato.
Calogero Maggio (detto Lillo  Patricola)