(522) Guarda tutte le FOTO Vogliamo oggi portare all’attenzione di tutti la disastrata situazione in cui versano le strutture del Campo sportivo di Santa Margherita di Belice.
Innanzitutto ci teniamo a dire che non c’è nessuna voglia di far polemica, nè da parte nostra, nè da parte della dirigenza della Polisportiva Gattopardo.  Anche perchè oggi assistiamo solo all’apice di tante amministrazioni che si sono disinteressate della questione. Si vuole soltanto agire tutti insieme per provare a risolvere la difficile situazione.
Ad oggi, gli spogliatoi sono totalmente distrutti e impraticabili.

Di 6 doccie (3 per la squadra ospite e 3 per la squadra locale) ne funziona soltanto una, tra l’altro nello spogliatoio della squadra locale. In pratica gli ospiti hanno due possibilità: o non si lavano dopo la partita o attendono di lavarsi nello spogliatoio della squadra locale. Fatti inoltre 2 conti, considerato 22 giocatori titolari e 6 giocatori “panchinari”, ci sono ogni volta 28 persone che si lavano nella medesima doccia, magari prendendo il numero del proprio turno all’ingresso.

Menomale che sono state apposte tempo fa delle caldaie (che a dire il vero sono state correttamente a tempo debito manutenzionate con l’interessamento dell’Assessore Gelsomino) in modo che almeno l’acqua calda nell’unica doccia funzionante non manca.

Le pareti sono senza piastrelle, le prese sono state tutte coperte per evitare possibili corto circuiti, le porte sono tutte sfondate, danneggiate, bucate e rattoppate alla “benemeglio”.

Anche lo spogliatoio dell’arbitro è fatiscente. Muffa ovunque e bagni cadenti.

E non parliamo delle varie recinsioni e dello stato degli altri spogliatoi e della biglietteria che si trovano sotto le tribune. Lì ci sono porte divelte e ovunque vetri rotti, pericolosi per coloro che al sabato vanno a vedere la partita e per i bambini che magari al pomeriggio vanno lì e giocano.
Tutto ciò porta alcune conseguenze.
Una conseguenza è la “regolare” multa settimanale fatta dalla Federazione a causa appunto delle scarse condizioni igieniche degli spogliatoi, a seguito dei puntuali reclami dell’arbitro e della squadra ospite. Altra conseguenza, da condannare, è quella della ritorsione di qualche squadra che, accolta in questi luoghi, ha poi reso “pan per focaccia” quando poi si è trattato di essere noi ospitati nelle loro strutture. Altra conseguenza è che, con una squadra fatta interamente da ragazzi margheritesi, che l’anno scorso ha ottenuto la promozione e questa lotta per un’ulteriore promozione (è infatti al 2° posto in classifica), si rischia di non poter giocare un’eventuale campionato di Prima Categoria qui in paese a causa delle condizioni pietose della struttura, e quindi di emigrare in qualche paese vicino.
Cosa fare per mettere una pezza alla difficoltà?
Sappiamo che la provincia di Agrigento ha stipulato con la Federazione e il Conto Sportivo un accordo. Tale accordo prevede lo stanziamento di circa 25 milioni di euro per gli impianti e le associazioni sportive della provincia. Basta presentare un progetto per i lavori da fare e la provincia li finanzia applicando un tasso d’interesse bassissimo (circa l’1% annuale).
Ciò però, nel nostro caso, deve essere fatto dal Comune e dall’ufficio tecnico comunale, insieme magari alla Polisportiva, in quanto la Polisportiva stessa, che potrebbe comunque fare autonomamente richiesta del finanziamento, non essendo proprietaria della struttra, non può giustamente lanciarsi in un investimento senza la certezza di poter recuperare l’investimento fatto.
Quindi, l’unica soluzione è quella di attivarsi, Comune e Polisportiva, e redigere insieme un progetto per i lavori da effettuarsi e successivamente mettere in moto la macchina burocratica per giungere finalmente al finanziamento.
Dal 1997 si fanno sempre i soliti discorsi ma gli interventi di manutenzione sono sempre pochi o nulli e le condizioni peggiorano.
Speriamo che prima o poi si riesca a fare qualcosa per questa struttura, dato che a Santa Margherita di Belice, di strutture e impianti sportivi non ne rimangono quasi più.
Palma di Montechiaro l’ha fatto. Sambuca l’ha fatto. Raffadali l’ha fatto. E noi?