Sicilia: schierarsi dalla parte degli onesti

(141) La Sicilia è una terra difficile. Una terra piena di contraddizioni, dove lavorare e schierarsi dalla parte della giustizia e della legalità non sempre è facile e non sempre porta a risultati immediati e tangibili. Dalla stagione delle stragi ad oggi tante cose sono cambiate e tante, purtroppo, sono rimaste uguali.   Ma per chi come noi crede che un’altra isola sia possibile costruendo un progetto politico serio, capace di mettere assieme le forze sane della società siciliana per contrastare la criminalità organizzata non solo con l’azione della magistratura ma con il rafforzamento della coscienza civile, è fondamentale uscire dal generale per entrare nei particolari delle cose. Archiviare gli anni della Procura Caselli così come ha fatto Cossiga su questo giornale è non solo sbagliato (nella forma, per i termini usati, e nella sostanza), ma colpevole. Decidendo di venire a Palermo, il procuratore Giancarlo Caselli ha dimostrato coraggio in anni difficili, attaccamento allo Stato e voglia di fare.
Senza volere entrare nel merito della sentenza Andreotti (se non per consigliare a chiunque di leggere quella sentenza anche solo per capire come la Dc abbia costruito la propria rete di consensi in Sicilia a partire dai suoi leader), da familiari di chi ha pagato con la vita l’amore per la giustizia e per questa terra e da cittadini che hanno vissuto e partecipato alle lotte civili di quegli anni, vogliamo invece confermare la stima per Caselli che non solo rimise in sesto la Procura di Palermo ma riuscì a creare un legame forte anche con la società, portando avanti quell’azione intrapresa da Chinnici e poi da Falcone e Borsellino di coinvolgimento dei giovani e della società civile nel contrasto a Cosa Nostra. Dal punto di vista giudiziario il lavoro di quegli anni ha portato all’arresto di latitanti come mai in precedenza (da Riina a Bagarella ai Madonia …), ad oltre 600 ergastoli, al sequestro di arsenali di armi da guerra e beni per un valore di circa diecimila miliardi di vecchie lire, oltre che a decine e decine di processi a carico di imputati “eccellenti”, i professionisti della cosiddetta zona grigia.
 
In questi anni il Paese è cambiato, si è imbastardito, concedendo molto all’apparenza e sorvolando spesso sulla sostanza . E diventando più distratto, opportunista, pronto al compromesso. Ma se attorno alla giustizia e alla Politica non si riuscirà a trovare la serenità dell’analisi, abbandonando la via delle delegittimazione, l’Italia e il popolo italiano andranno verso l’annichilimento e finiranno per perdere quell’identità democratica conquistata a così caro prezzo.
 
Giorni fa Giorgio Bocca in un’intervista trasmessa da RaiUno vedeva in questa “distrazione” degli italiani, la rovina dell’Italia stessa. Siamo d’accordo con lui e questa lettera vuole essere un atto di attenzione di un gruppo di cittadini impegnati che a Palermo e in Sicilia continuano a vivere, schierandosi dalla parte degli onesti. Non solo per chi Palermo e in Sicilia vive ma per l’Italia intera.

 

Rita Borsellino, Fiammetta Borsellino, Maria Falcone,
Pina Maisano Grassi, Giovanni Impastato,

Margherita Asta, Sonia Alfano e Mimma Barbaro

 

lettera tratta dal Corriere della Sera del 13 Settembre 2007 – Lettere al Corriere

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