(1605) di Giuseppe Merlo e di Francesco Graffeo

La cerimonia questa mattina dopo una Santa Messa. Leonardo Mollica,  il giovane consulente del lavoro vittima, ad appena 23 anni, di un mortale incidente automobilistico, è stato ricordato nel Palasport di Sambuca di Sicilia che da ieri domenica porta il suo nome.

La cerimonia di inaugurazione si è aperta  nella mattinata con la celebrazione della messa che è stata officiata dall’arciprete don Lillo Di Salvo e con una esibizione della Fanfara dell’Arma dei Carabinieri. A tagliare il nastro inaugurale in rappresentanza del sindaco, l’assessore Pippo Vaccaro e Enzo Bono. L’intero pomeriggio è stato impegnato con una tavola rotonda “Sport e disabilità”   moderata dal medico Filippo Salvato. Vi hanno partecipato l’assessore comunale allo sport Pippo Vaccaro, genitori di disabili, rappresentanti delle forze sociali. Varie le manifestazioni sportive che si sono tenute nel palazzetto dello sport nel corso del pomeriggio, tra cui un incontro di calcetto ed un altro tra atleti Pulcini, Esordienti e Giovanissimi. Di particolare interesse l’esibizione della squadra di wheelchair hockey in carrozzina elettrica dell’Associazione Sportiva Disabili “Leoni Sicani” presieduta da G. Sanfilippo, che ha disputato una partita tra  giovani, affetti da distrofia muscolare. A conclusione, la premiazione degli atleti.

“Leo era un ragazzo splendido, socievole, amico di tutti, sempre disponile a comprendere e ad aiutare chi si rivolgeva a lui” Così lo ricordano in tanti a  Sambuca, a 14 anni dalla sua tragica scomparsa  avvenuta a Gossolengo nel Piacentino, dopo una serata trascorsa con gli amici in discoteca, mentre all’alba, tornava a Pavia dove risiedeva con i genitori. Era innamorato di Sambuca, paese natale della madre, dove amava trascorrere lunghi periodi di tempo.“Sono occorsi più di due lustri – dice Donato Mollica, il padre, che per parecchi anni ha militato nell’arma dei Carabinieri- perché, secondo la normativa, non essendo una personalità illustre, al mio unico figliolo,  che aveva coronato i nostri sogni, miseramente svaniti, potesse essere intitolata la struttura sportiva. Una parte di lui, dopo tanto tempo, continuerà a vivere nel paese di mia moglie, dove abbiamo fissato la sua ultima dimora”.