Premio Letterario: meglio un uovo oggi o una gallina domani?

uovo o gallina Tra poco più di un mese si terrà la nuova edizione del Premio Letterario “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” e da alcuni giorni impazza sul web, sul social network Facebook in particolare, un interessante dibattito sulla reale o presunta importanza del Premio Letterario per le casse del nostro comune.
Da un lato c’è chi vorrebbe eliminare il Premio Letterario, giudicandolo inutile per le nostre casse e soprattutto troppo costoso a fronte del periodo di crisi che ormai viviamo da anni, proponendo di dare maggiore priorità ad altri settori.
Dall’altro invece c’è chi vorrebbe che si mantenesse il Premio così come è, quale il più prestigioso evento “pubblicitario” del nostro comune, in grado di attrarre la curiosità dei turisti sparsi in Italia e nel mondo, inducendoli a recarsi nei nostri luoghi.

Anche noi vogliamo esprimere la nostra opinione.

E’ indubbio che il Premio Letterario “Giuseppe Tomasi di Lampedusa”, così come finora concepito (la prossima sarà la decima edizione) sia semplicemente una primula nel deserto. Ha dei costi notevoli, in gran parte ammortizzati con i contributi privati di alcune aziende dell’hinterland e con qualche contribuzione pubblica ma che comunque sulle casse comunali ha un suo peso.
E’ altrettanto indubbio che il Premio Letterario è una bella vetrina per Santa Margherita di Belìce; il cui nome circola sulle riviste specializzate e non, per motivi culturali e turistici, e non solo per fatti di cronaca.

Il Premio è un biglietto da visita che il nostro paese lascia sulle scrivanie di possibili turisti. Sta a noi però sfruttare ciò al meglio.

E allora, cosa fare? Meglio l’uovo oggi o la gallina domani?
La nostra sommessa opinione è che sia meglio l’uovo oggi ma al tempo stesso iniziare a costruire un pollaio dove poi allevare le galline.

Da tantissimi anni, a memoria nostra da almeno dieci anni e due campagne elettorali, si parla sempre di musei aperti, di guide turistiche, di riqualificazione del quartiere S. VIto, e di tantissime altre iniziative turistiche che assomigliano invece più a specchietti per le allodole.

Ammesso che per la riqualificazione del quartiere di S. Vito sia necessario un bel gruzzoletto di euro che il nostro comune non possiede, e di conseguenza non possiamo fare altro che attendere qualche bando europeo, potremmo comunque iniziare a fare qualcosa, che possa rientrare nelle nostre possibilità.
Noi l’avevamo proposto sia nella campagna elettorale del 2007 che in quella del 2012: la creazione di un percorso sicuro, libero da greggi di pecore, cani randagi e strade pervase da mattoni, all’interno dei ruderi del “paese vecchio”, la formazione di un pool di guide turistiche in grado di poter accompagnare gli eventuali turisti lungo questo percorso, spiegando un po’ quella che era la vita di un tempo in quelle strade e in quelle case distrutte dal sisma. Tutto questo si potrebbe fare con un esiguo investimento pubblico, facendo pagare possibilmente un minimo ticket per rientrare dall’investimento, in attesa che esca un bando europeo adatto al nostro caso e, soprattutto, in attesa di avere un bel progetto dettagliato riguardante tale riqualificazione.

Sul fronte “Musei”, la questione è sempre la stessa. I musei chiusi nei giorni festivi e aperti nei giorni feriali, negli orari d’ufficio. E’ paradossale questo per un paese che si fregia di essere il paese del Gattopardo. Questo non ci fa sfruttare nulla di tutto quel patrimonio culturale e letterario che possediamo, dai libri alle cere,  dalle registrazioni ai vestiti e ai quadri. Sempre a nostro sommesso avviso, le soluzioni sono due (anche da adottare cumulativamente): la destinazione di qualche impiegato comunale all’apertura dei vari musei (della Memoria e del Gattopardo), con determinate turnazioni, in modo che si possa coprire sia i giorni feriali ma soprattutto i giorni festivi (giorni nei quali i turisti effettivamente si spostano); l’affidamento alla “gestione turistica dei musei” ad un’Associazione ad hoc seria, con relativi diritti ma anche doveri. Anche queste alternative sono di facile attuazione e poco dispendiose per le casse comunali.
E’ chiaro che anche per i musei, il discorso della formazione di guide turistiche cade a pennello.

Concludendo, meglio l’uovo oggi (il Premio Letterario così com’è senza far nulla per migliorare la situazione) o la gallina domani (risparmiare eliminando il Premio con la speranza che domani dal nulla si sviluppi il turismo a Santa Margherita di Belìce?
Noi siamo per l’uovo oggi ma soprattutto siamo per l’urgenza nella costruzione del pollaio.