Portici in Libertà

(96)  Piazza Libertà si, piazza Libertà no. Strada si , strada no. Portici si, portici no. E’ stato il tormentone di questa campagna elettorale. Ciascuno dal proprio pulpito ha gridato all’avversario ed alla cittadinanza il futuro da riservare a questo pezzo di città.

L’ex sindaco Architetto Giorgio Mangiaracina ha fatto di tutto per chiamarla Via Libertà. E come tale essa “la via libertà”, secondo il suo pensiero, è da restituire all’uso proprio di tale denominazione, salvo trasformarla in pedonale  nelle occasioni importanti.

Di parere contrario è stato  il suo avversario Franco Valenti secondo cui non sono il numero delle pareti a conferire la destinazione dello spazio che, da oltre un ventennio, è  luogo di incontro e di passeggio per i margheritesi.  Per Valenti questo tratto spaziale piazza è, e piazza dovrebbe rimanere.

Sulla stessa linea anche il neo eletto sindaco Franco Santoro. Per quest’ultimo è fuori logica demolire e trasformare ciò che funziona. Ciò che è arredato con tanto di lampioni, di mattonelle ecc.

 

Sta di fatto che oggi resta il problema di quello che ne sarà di questo tratto urbano. L’amministrazione in carica dovrà fare una scelta urbanistica importante. Dagli schermi di TRS , il neo sindaco Santoro ha preannunciato di voler rifletterci assieme alla sua Giunta.

 

Tutto questo mentre sta per andare in appalto il progetto che tende a trasformare in carrabile tale tratto e nel contempo “appiccicare” sui fronti dei fabbricati prospicienti tale asse dei “presunti porticati”.

 

Questi portici, infatti secondo l’idea generale,  si dovrebbero realizzare lungo i fronti di via Libertà e di via San Francesco, finanche a lambire la scalinata della Chiesa Madre.

 

Il portico è  una tipologia architettonica, a mio modesto parere,  che non ci appartiene a meno di chiamarli “ tettoie” o meglio “pinnate” come ho più volte ribadito su diversi organi di stampa.

 

Il portico (dal latino porticus, da porta) è una galleria aperta con colonnato, collocata per lo più all’esterno e al piano terreno di un edificio (che presuppone avere dei piani costruiti nella parte superiore).

Il portico era già noto all’architettura pre-greca ma conobbe un grande sviluppo e utilizzo nella civiltà greca (stoà) e romana, nelle quali assolse soprattutto a funzioni religiose e civili.

 

Un tipo particolare di portico è anche il nartece, tipico della basilica paleocristiana (dove se è sviluppato su quattro lati è detto quadriportico).

 

Fu molto utilizzato anche nelle epoche successive, particolarmente nell’architettura rinascimentale e nell’architettura neoclassica.

 

Si parla più propriamente di “porticato” in relazione a un portico molto sviluppato in lunghezza o all’insieme dei portici costituenti un quadriportico, un chiostro o un’altra struttura porticata.

 

In Sicilia non sono molti gli esempi di portici. A Palermo li troviamo nel centro storico di via Ruggero VII in corrispondenza del Banco di Sicilia. Cosa diversa è a Torino, Bologna ed in tanti altri centri storici d’Italia, dove il portico assume un significato particolare di fruibilità e vivibilità.

 

Quello del portico margheritese, dal punto di vista urbanistico, è una scelta concepita da diversi decenni fuori da S. Margherita. Scelta approvata in consiglio comunale di allora, in fase di adozione del piano per l’assegnazione dei lotti. Tutto interessava a chi era alle prese con la ricostruzione,  tranne capire certamente cosa erano quei rettangolini tagliati con una x e chiamati dai tecnici “portici”.

 

Una destinazione urbanistica, quei “portici” che alla prova dei fatti non ha convinto gli amministratori del tempo nonostante un finanziamento trovato per la loro realizzazione.

Infatti sembra che alle soluzioni suggerite dal gruppo di progettazione si siano alternate diversi incontri con i proprietari dei lotti interessati dal progetto.

Proprietari che a sentirli in questi giorni non lo ho visti particolarmente convinti dell’operazione architettonica predisposta che dovrebbe andare in appalto.

Addirittura alcuni non si capacitano perché si vuole trasformare in pedonale la via Tito Minniti, che attualmente è una strada che costeggia il “Museo della Memoria”, e fare il contrario con l’attuale Piazza Libertà che si vorrebbe farla diventare “carrabile”. 

 

Ma al di là della scelta che si vuole operare, ritengo che nonostante ci sia un finanziamento, esso vada speso in soluzioni appropriate che non trovano giustificazioni in una realizzazione di portici neanche se li realizziamo con   decine di pilastri “in oro”. 

 

Il portico – tettoia è una soluzione che non ci appartiene.

Ritengo che sia meglio una soluzione che, attraverso lo studio di un piano del colore, tenda ad intervenire in maniera unitaria su detti fronti, vagliando la realizzazione  di semplici balconcini in marmo o altre pietre naturali, delimitati da  un appropriata ringhiera in ferro lavorata alla maniera di quelli che si stanno realizzando in via Collegio.

La soluzione adottata in via Collegio è un esempio elegante di come una soluzione appropriata al contesto è rispettosa degli elementi storici confinanti. Il risultato darebbe un’unitarietà d’intervento alle decine di lotti che vi si affacciano. Tutto questo potrebbe essere fatto con l’intervento pubblico sia nella definizione dei prospetti, che attraverso l’uso di elementi e colori appropriati ed uniformi che si leghino al contesto di storicizzazione che si vuole  dare a questa parte di città. Eviteremmo tante “arlecchinate”  sui  prospetti, che per la mancanza di un piano di colore, sta dando un volto disomogeneo alla città del Gattopardo che “ambisce” nel tempo ad avere un ruolo turistico.

 

Su questo tema chiedo alla città una riflessione  fuori dalle posizioni politiche che ognuno di noi legittimamente può avere.

Foto portico

Questa la soluzione proposta dal progetto approvato

 

 

 

La differenza tra un portico ed una tettoia sta  nella concezione spaziale del volume che viene vissuto in maniera diversa: lo schema sottostante ne rende l’idea.
Portico e tettoia

Immaginiamo i fronti prospicienti Piazza Libertà composti con un linguaggio che tragga spunto dalla soluzione data al prospetto degli immobili che si affacciano lungo la via Collegio.

Restituiremmo un’idea di continuità storica ad una parte importante “del cuore della città del Gattopardo”.

via collegio

via Libertà

 Francesco Graffeo

 

13 commenti

  1. Io non sarei contrario alla “tettoia”, i miei dubbi riguardano il sopra, cioè la balconata unica che si verrebbe a creare e che permetterebbe di accedervi da una casa, passare davanti al primo piano di tutti i vicini e scendere da un’ altra casa, riducendo di fatto il primo piano ad un altro piano terra con ovvi problemi di privacy e sicurezza.

  2. Non credo sia contestabile la riflessione del nostro famoso giornalista sull’etimologia intrinseca della parola portici, lo ringrazio sentitamente per la ricerca affrontata nei minimi dettagli. Credo sia particolarmente insensato parlare ancora di Valenti e dei suoi piani, gli unici interessati sono Santoro, e Mangiaracina (sindaco sotto la quale amministrazione è stata approvato il sudetto progetto di modernizzazione della via libertà), ora trovo particolarmente disinformativo postare foto di altri portici per contestare solo la denominazione errata degli stessi, ha ragine lei sig.Graffeo sono “pinnate”, balconi, tettoie, ma non vedo dove sta il problema…la “piazza” libertà è già predisposta all’accogimento delle pinnate come si può notare dagli appositi alloggiamenti posti sia ai lati della stessa che all’inizio di via san francesco. Smantellare la nostra piazza, o almeno la via che ha sostituito la via cannitello (dove passeggiavano i giovani una volta), è senza dubbio traumatico per la maggior parte dei margheritesi che probabilemte mentre il progetto entrerà nella fase operativa gironzoleranno spaesati cercando un posto per macinare i kilometri dei weekend, senza dubbio è giusta la sua analisi sull’importanza di questo luogo di ritrovo che per vent’anni ha caratterizzato la nostra vita, ma credo sia particolarmente disinformativo urlare che la via libertà sarà chiusa al traffico solo in occasioni speciali, lo si potrebbe fare specificando che le occasioni speciali sono tutti i weekend, non natale, pasqua e la “fera di li ficu” come il termine “solo le occasioni speciali” suggerisce a chi non consoce il progetto… Un altra cosa che le contesto è che sarebbe vi sarebbe un notevole guadagno in termini di viabilità veicolare (specialmente per quanto riguarda gli autocarri, tir, autotreni) che passano per il nostro “centro” per la strettissima rotonda e dietro la chiesa madre, costringendo, le povere macchine che inseguono ad arrancare dietro… Aggiungo inoltre che c’è poco da contestare in quanto come ho sentito dire in giro, il progetto è approvato e i lavori non si possono fermare. Non trovo inoltre nulla di orripilante nel progetto che ha postato, tranne come suggerisce Filipo di giovanna, la non conformità alla privacy delle balconate comuni..

    Vikkio

  3. Volevo aggiungere un altro punto di riflessione.

    Si è giustamente parlato di privacy, si è parlato di viabilità. Io voglio invece parlare di economia e pensare a quelle attività di ristorazione, come i bar Gattopardo, Milione e Coffèe House che hanno investito soldi in un locale con la certezza di essere in una piazza dove la gente poteva sostare e anche camminare liberamente. E’ indubbio che chiudendo la strada al traffico per le occasioni speciali, che possono anche essere i weekend, la gente tornerebbe ad affollare i bar ma è anche vero che durante la settimana vedrebbero crollare le proprie entrate, vista la difficoltà della gente a fermarsi. Un altro aspetto da non sottovalutare è che per tutto il periodo di smantellamento della via e di costruzione dei portici o tettoie, queste attività sarebbero costrette a chiudere o a trasferirsi in altri locali, perdendo l’investimento iniziale e anzi facendo un nuovo investimento. Anche su questo dovremmo riflettere a mio parere.

    Vito Antonio Augello

  4. Ne sono certo, il problema dei bar è sicuramente da non sottovalutare, ma pongo alla vostra attenzione un aneddoto simile. Amodei, aveva in gestione il bar di Raia, questo è risaputo, gli incassi erano alle stelle, poi per problemi suoi, ha voluto aprire un bar tutto suo, che di certo non è proprio al centro di via libertà… beh, questo bar è uno che registra i maggiori incassi di tutta santa margherita, così come l’antheus, è un crocevia di viaggiatori, anche di gente che passa per caso di là, e di sicuro non si trova neanche lui in piazza…non credo che la piazza sia l’unico modo per popolare i bar, la clientela è sempre la stessa…quindi non vedo dove sta il problema…

    vikkio

  5. il problema sta nel fatto che nel caso in cui i bar della piazza non decidano di trasferirsi ma di restare in quei locali, per tutto il tempo di smantellamento e costruzione saranno costretti a stare chiusi. Non credo che sarà per loro possibile tenere aperto e comunque con una buona affluenza.

    Vito Antonio Augello

  6. Sono daccordo con Graffeo

    Queste autentiche “pinnate” una volta costruite diventerano delle belle terrazze, ove ognuno può alloggiare in estate il suo bel ombrellone, magari ci costruisce in alluminio una bella cucina precaria, in attesa della prossima sanatoria per poterla regolarizzare, mentre altri utilizzeranno un bel incannucciato per ripararsi dal caldo sole margheritese. Poi se su nogni terrazza ognuno farà quello che vuole, non ha importanza. L’importante è che possano sfrecciare gli autotreni dalla via libertà, magari senza fermarsi allo svincolo dove c’è il bar gattopardo. Leviamo la palma e la rotonda di fronte al bar di Amodeo, così da poter posteggiare allegramente. C’e ne freghiamo che li i portatori di handicap non possono avvalersi del marciapiede. Etc.

    Sono daccordo con Vikkio.

    Bisogna costruire, costruire, costruire.

    Indipendentemente dal risultato. L’importante è costruire.

    Faccio appello alla nuova classe dirigente che si è insediata. Al sindaco Santoro, all’assessore all’Urbanistica che per fortuna è un Architeto: Ignazio Abate, di adotare provvedimenti sani per questo paese. Provvedimenti che sappiano dire no anche a dei progetti avviati in stato di appalto.

    Un osservatore.

  7. Ma!!! Che devo dire, mi state facendo pietà (pietas latino)!!! Ma scusate chiede alla nuova amministrazione di esprimersi in merito, semmai proponete una consultazione pubblica. Il bene che si deve perseguire è la bellezza architettonica di un luogo, rendendola quanto più legata al contesto storico-artistico del luogo nel quale è ubicata. Il resto sono cazzate!!! Che problema è quello degli incassi/introiti mancanti durante il periodo dei lavori a tre bar? L’interesse da perseguire è quello più alto, quello di una città e dei suoi abitanti. Chiaro, ci saranno delle ripercussioni su questi esercizi commerciali, ma saranno gli stessi esercizi a godere di eventuali incassi maggiorati a termine lavori!!!!

    Per favore proponete qualcosa!!! La campagna elettorale è finita ora c’è da proporre, da stare vigili sull’operato se si vuole fare Politica per davvero. Una battuta sul nostro Parco Letterario e, in particolare, sul suo direttore: perchè non proponete al Sindaco Santoro un bando pubblico basato su requisiti prettamente meritocratici? E sopratutto che questi requisiti siano valutati in maniera seria? Proponete qualcosa altrimenti sarete destinati a ritrovarvi solo per assistere ai concerti (anche gradevoli per la verità) che organizzate.

    PS non sono interessato a partecipare al bando che propongo, faccio altro nella vita

  8. Oltre che da proporre c’è da capire. Nel progetto sono previste delle separazioni? Dei muretti tra casa e casa? Ho saputo da un amico del blog che per legge dovrebbero esserci, ci sarebbe da controllare il progetto.

  9. Credo che già parlandone, si propongono nuove cose, nuovi punti di vista da analizzare. Pubblicando questi articoli, “esplicativi” speriamo, diamo modo a tutti di acquisire qualche notizia in più e dire la propria opinione. Sempre se è permesso. Se secondo il tuo parere anonimo n.7, non è cosa buona, sono il primo io a scusarmi nei tuoi confronti per il tempo che ti rubiamo per la nostra lettura. Il discorso sul Parco Letterario era rivolto anche a questo. Spiegare quello che è stato e che è il Parco Letterario e dire la nostra, di tutti, su quello che potrebbe essere il Parco Letterario.

    Concludo dicendo che le iniziative le possiamo proporre noi, certamente, e anche per questo auspichiamo una sempre maggiore collaborazione da parte di tutti, ma le puoi proporre anche tu da privato cittadino. L’amministrazione della cosa pubblica non deve essere un affare di pochi.

    Buon fine settimana,

    Vito Antonio Augello

  10. Io le propongo da privato cittadino, ho scritto in maniera chiara la strada da seguire: consultazione pubblica. Democrazia partecipata. Sta a voi accoglierle o criticarle e buttarle all’aria. Chiedo un parere e una presa di posizione da parte del movimento sulle proposte del post n. 7

  11. proponi un referendum sulloe pinnate caro noname man anonimous del post #7?… 😐 beh credo sia una cosa alquanto inprobabile….io c starei, solo che non si deve parlare del progetto come un’opera distruttiva, ma come un qualkosa di innovativo e che cambierà le nostre abitudini… W le pinnate

    vikkio

  12. quoto l’osservatore del post #6[L’importante è che possano sfrecciare gli autotreni dalla via libertà, magari senza fermarsi allo svincolo dove c’è il bar gattopardo. Leviamo la palma e la rotonda di fronte al bar di Amodeo, così da poter posteggiare allegramente. C’e ne freghiamo che li i portatori di handicap non possono avvalersi del marciapiede. Etc. ] spero che il tuo sfrecciare sia solo ironico, gli autotreni non sfrecciano di sicuro, ma almeno non intralceranno il traffico dove si trova la rotonda… il problema degli accessi ai marciapiedi da aprte dei portatori di handicap è stato sollevato da Giuseppe Sanfilippo in un interessante articolo dell’Araldo, non credo che molti qui l’abbiamo letto, credo che comunque il problema che tu stesso hai posto non si risolva lasciando tutto com’è…ma costruendo costruendo costruendo…o no?

    vikkio

  13. Bella l’idea dei balconi in marmo che diano unicità al centro storico,bello il piano del colore per rendere il tutto più omogeneo.

    Ma non parliamo di carrabile o pedonale, la piazza è pedonale e tale deve restare; perchè per pavimentarla e arredarla sono stati spesi tanti soldi ( usciti anche dalle nostre tasche).

    Non possiamo permetterci di demolire ma solo di costruire o rendere più interessante il già fatto.

    Per quanto detto sopra e per la viabilità del centro storico,facciamo un’appello al Signor Sindaco e all’amministrazione tutta.

    Il comitato di quartiere

    ( dei gerani )

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