Naufraghi di Lampedusa tumulati a Santa Margherita e a Montevago

le-salme-a-rice san di Francesco Graffeo.
Nel nuovo cimitero di Santa Margherita, sono state tumulate due salme dei  migranti morti nel tragico naufragio alla volta di Lampedusa, del 3 ottobre scorso. A mezzo giorno, a benedire le due bare l’Arciprete Don Filippo Barbera. Presenza il Vice Sindaco Leo Ventimiglia,  l’assessore Melchiorre Ferraro, il direttore del Parco Letterario Tanino Bonifacio, il consigliere Roberto Marino e il comandante della polizia Municipale Nino Turano. Un momento toccante, che i convenuti hanno concluso con il porgere un mazzo di fiori sulle due bare in legno.

“Un ultimo saluto a due Fratelli naufraghi nel mare di Lampedusa. Solo due numeri 173 – 174 che nel nostro mare cercavano futuro, ma hanno trovato la morte. Un’infinita tristezza. Riposate in Pace Fratelli, vi sia lieve la terra” le parole di commento alla triste cerimonia pronunciate dall’Arciprete Don Filippo Barbera. Ed è proprio questo che sta colpendo tutti coloro che stanno partecipando all’ultimo saluto alle bare contenenti i naufraghi deceduti: ne una foto, ne un solo nome, solo un unico numero ad identificarli.
A Sambuca, intanto, è prevista la benedizione ed il seppellimento delle 5 salme di migranti del naufragio di Lampedusa alle 16, alla presenza dell’Amministrazione e delle istituzioni religiosi locali

Sono quattro le vittime del naufragio di Lampedusa, tumulati nel cimitero di Montevago. Quattro bare, identificati da numeri, senza un nome e senza un volto. Il 248, 223, 201, 209. Bare che sono state accolte dalla piccola comunità con in testa l’arciprete del paese, Don Emanuele Casola, dal sindaco Calogero Impastato e da semplici cittadini, oltre che da un gruppo di rifugiati, ospiti nelle comunità alloggio di Montevago. “Sono quattro, come le quattro direzioni del mondo, indicate dalla Bibbia, che accogliamo dopo il tragico naufragio del 3 ottobre scorso.” Così l’arciprete, mentre una pioggia battente sembrava salutare, per l’ennesima volta con l’acqua, le quattro bare allineate di fronte la camera mortuaria. “Ma non dobbiamo essere solo la società dei costernati e dei dispiaciuti, perché ognuno di noi può fare tantissimo. Invito tutti, lunedì 21 ottobre, alle ore 16, qui al cimitero per una preghiera ed un momento di riflessione di ciò che possiamo fare, per dare segnale concreto a chi ne ha bisogno”. “La solidarietà non è mai abbastanza” per il primo cittadino Impastato, che ha accolto l’invito. “Tre bare sono state tumulate nei loculi comunali, mentre una quarta è stata tumulata in una cappella privata messa a disposizione da una famiglia montevaghese. Abbiamo cosi accolto l’appello del Prefetto per dare riposo a questi migranti ignoti” conclude Calogero Impastato

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