Montevago story – Epoca Gravina

gravina_small_1_ Concludiamo con questo capitolo questa piccola crono storia su Montevago.
Nel 1681 il nuovo stato, quindi, passò alla famiglia Gravina i cui membri unirono al titolo di Duca di San Michele anche quelli di marchese di S. Elisabetta e principi di Montevago.
Sotto la famiglia Gravina, Montevago ebbe un notevole impulso, e il paese diede una vera fisionomia cittadina all’abitato. Si avviarono anche i lavori per la costruzione del Duomo, che verrà portato a termine, solo nel 1830, dal Cardinale Pietro Gravina.
In quell’epoca la popolazione contava 971 abitanti e compaiono i primi quartieri di San Francesco e della Concezione e nel 1714 venne costituita l´ “Università di Montevago”, ossia la pubblica amministrazione del paese.
Nel 1740 a Girolama Xirotta successe il figlio Girolamo; il paese si è ulteriormente sviluppato, ai primi quartieri sono stati aggiunti quelli del Purgatorio, San Domenico e di San Antonio; la popolazione nel 1748 era di 2154 abitanti, che ammonteranno a 2936 nel 1789. Intorno alla metà del XVIII secolo l’assetto urbanistico di Montevago ha raggiunto una configurazione pressochè definitiva.  Nel 1753 nel principato di Montevago si investe Giovanni Gravina Moncada.
gravina_small_1_Il primogenito Girolamo muore il 12 ottobre 1787, prima del padre; sono da ricordare i suoi fratelli: Pietro, Arcivescovo di Nicea e Nunzio Apostoloco a Lucerna e poi a Madrid, Cardinale e arcivescovo di Palermo dal 1816, durante la rivoluzione del 1820 fu presidente della giunta provvisoria, ma parteggiò per il governo borbonico che lo nominò luogotenente generale; Federico, maresciallo, ammiraglio della squadra spagnola, Ambasciatore ordinario a Parigi per il re di Spagna Carlo IV, morto gloriosamente nella battaglia contro i Francesi a Trafalgar il 13 ottobre 1805; Berengario, vescovo di Floriapoli, deputato del Regno. Morto Giovanni Gravina Moncada gli successe, il 14 febbraio 1808, Salvatore Gravina Grifeo.

sant'orsola bonana gravina Ecco il monumento funebre dei Gravina Bonanno di Montevago nel cimitero di S. Spirito (alias S. Orsola) di Palermo, l’opera si trova sul viale principale di accesso al cimitero e si tratta di un monumento neoclassico tipico esempio di templio tetrastilo, dedicato alla memoria di Pellegra Gravina e Bonanno, morta per la devastante epidemia di colera che colpì la città di Palermo nel 1837. La defunta era figlia del principe di Montevago, Grande di Spagna, e congiunta del Cardinale Pietro Gravina di Montevago, Arcivescovo di Palermo tra il 1816 e il 1830. Secondo le ricerche di Pierfrancesco Palazzotto l’opera è ascrivibile all’architetto Emmanuele Palazzotto (1798-1872) intorno al 1855. Questi, tecnico della Cattedrale e della Mensa Arcivescovile (ovvero dei beni dell’Arcidiocesi), è uno dei principali architetti operanti a Palermo nella prima metà del XIX secolo, autore, tra le altre cose, del gruppo di campanili neogotici sul Palazzo Arcivescovile (1826-1835), proprio su incarico del Cardinale Gravina, di alcuni corpi del Carcere dell’Ucciardone (1838-1843) e del Reale Palazzo delle Finanze in piazza Marina a Palermo (1840-1844), il cui portico dorico-siculo viene richiamato nel monumento funebre.