L’opinione del Direttore: nuovo nome per la P.zza Matteotti

Qualche giorno fa abbiamo proposto al Direttore de “L’Araldo”, Joseph Cacioppo, di curare una sorta di rubrica periodica da tenere qui sul nostro sito con degli approfondimenti politici, culturali e amministrativi sulla nostra realtà paesana e dell’hinterland.
Con piacere abbiamo ricevuto conferma dell’accettazione da parte del Direttore e oggi pubblichiamo la prima puntata di questa nuova rubrica che avrà il nome di “L’opinione del Direttore“.
Accetto volentieri l’invito rivoltomi da Il Movimento per un commento periodico sul blog da loro egregiamente curato.

Come debutto, però, più che un commento vorrei lanciare una proposta: cambiamo il nome della principale piazza del Comune di Santa Margherita di Belice, da “piazza Matteotti” in “piazza delle Esposizioni”. Il cambiamento, tutto sommato, dovrebbe essere una atto dovuto. Giacomo Matteotti, l’antifascismo, la libertà, la democrazia, stanno cadendo nel dimenticatoio. Meglio un ritorno alla Regina Maria Carolina (alla quale è stata dedicata lo slargo antistante il Museo della Memoria. Sa di nobiltà, di nostalgia per i Borboni.

Archiviata dalla coscienza collettiva l’opera di Cavour, di Mazzini, di Garibaldi e dei Mille, abbiamo ritagliato un pezzo di piazza Matteotti per dedicarla alla “donnafugata” che fa tanto chic con Tomasi di Lampedusa. Lo slargo poteva essere dedicato a chi ha favorito la fine dei Borboni, invece è stata preferita un’esponente dell’Ancien Régime. In nome del Gattopardo, naturalmente.

Poi è stata la volta della scultura testimonianza del terremoto che nel gennaio 1968 portò morte e distruzione nella Valle del Belìce. Avrebbe potuto essere collocata in via “XV Gennaio”, ovvero nella zona dell’ex baraccopoli Pasotti, testimonianza di un’opera di ricostruzione non compiuta. Invece è stata posta nel salotto di città intitolato a chi si era opposto al futuro Duce.

Il nuovo che avanza – per fare il verso all’intervento di Francesco Sciara su www.laraldo.info – ama mettere la “Vespa” in salotto per dimostrare che, economicamente, se la può permettere, e si è convinto che non è chic ricordarsi quello che riportano i libri di storia: il consumismo prevale sul proprio passato.

Adesso è in arrivo un’altra statua che qualcuno dice sarà dedicata alle vittime del terremoto del Belìce. Altri, considerato che sarà inaugurata l’11 settembre, sono propensi a collegarla con l’attentato alle Torre Gemelli. In entrambi i casi viene da chiedersi: cosa c’azzecca con la figura simbolica di Giacomo Matteotti, al quale la piazza è intitolata?

Ecco quindi la banalità della proposta: se la figura di Matteotti è diventata un peso, e se il luogo si presta per “esporre” le testimonianze della nostra “memoria” più o meno recente (Ancien Régime, terremoto del ’68, vittime delle torre Gemelli), allora perché farci deridere da chi, in piazza Matteotti, si aspetta di trovare un busto, una targa, un segno qualsiasi che riconduca al politico che il 30 maggio del 1924 ha denunciato, alla Camera dei Deputati, brogli elettorali da parte dei fascisti, e dieci giorni dopo fu rapito ed assassinato. Vogliamo che sia il luogo di esposizione delle nostre “eccellenze”? Allora chiamiamo il salotto di città con il nome di “piazza delle Esposizioni”.

E nessuno potrà dirci che se vogliamo che tutto cambi tutto deve restare com’è.

Joseph Cacioppo

 

4 commenti

  1. Caro joseph, non sono certo io a doverti dire, e dare,a nome dei lettori un caloroso “Benvenuto a bordo”, ma credo proprio che in molti si plauda a questa iniziativa del nostro blog, che si potrà così avvalere della tua acuta ed affilata penna, anzi, restando in clima e tempo olimpico, del tuo guzzante e pungente fioretto !
    Come non condividere pienamente tutto il tuo ” affondo ” odierno, se non parafrasando il motto guida della rivoluzione culturale del 1968, ” l’immaginazione al potere ” con un più banale “l’arrogante ignoranza al potere ” ? I prodotti di questa parafrasi, peraltro, sono sotto gli occhi di tutti. In fondo, su piazza Matteoti,(oggi, ieri “u chianu du pupu, per via della statua della flora che vi campeggiava illo tempore) aggettava anche la casa del buon Don Calogero Sedara, che proprio grazie al “nuovo che avanza” s’era fatto ” i piccioli “, pur restando, di base, un abisso di cupa ignoranza ed una montagna di cinico opportunismo. Purtroppo “la Memoria “, quella Vera e che fà o ha fatto la Storia, è roba di difficile conservazione, preferendo il ” tutto e subito ” per mascherare le paure di un presente incerto. A proposito, (o forse nò) : lo sai che Santa Margherita è l’unico posto in Italia e Sicilia (isole minori comprese!!) dove c’è una piazza,(o altro sito) intitolato a Maria Carolina ? perchè ? Che qualcuno lo domandi ai giustiziati napoletani e siciliani dei moti indipendentisti del 1820 ! e lo avevamo scritto illo tempore anche su queste pagine !!.Comunque, un gran bel primato !!!. Peraltro, più che un omaggio a presunte idee “nostalgiche” del povero Lampedusa, è stato uno schiaffo anche alla vera e corretta interpretazione, lettura e comprensione, del Gattopardo, dalle le righe del quale, uno scettico e disincantato Don Fabrizio, critica con realtà e fermezza i borboni ed il loro tempo e regime. Sarebbe bastato “saper leggere”, e non scorrerne le pagine, per poter dire “io l’ho letto ! ” e fari accussì bedda fiura !!!. Speriamo solo che, voltata ormai pagina, il nuovo che avanza, più preparato a mio avviso, sia più oculato ed attento nelle scelte !. Chiudo quì, ca è megghiu, rinnovandoti ancora, se la direzione del blog me lo consente, il più sincero Benvenuto a Bordo.
    Giacomo Giuffrida Samonà

  2. Solo per comunicare, da notizie dirette ricevute negli USA, che la statua da collocare in piazza sarà un Cristo Redentore dell’altezza di mt. 5 (vedi Rio de Janeiro), dono di un nostro compaesano (Giuseppe-Pippo Ventimiglia). La cui inaugurazione dovrebbe essere successiva al 29/08/2012.
    Infine colgo tutta l’ironia del direttore nell”affermare che la “figura di Giacomo Matteoti sia diventata un peso”.

  3. E’ vergognoso vedere la piazza principale del paese, dedicata a Matteotti (figura emblematica della sinistra italiana, espressione massima dell’antifascismo della prima ora) essere teatrino di giochi politici. Una cosa è sicura, gli ideali antifascisti, condivisi nella Costituzione dai i nostri padri costituenti, quali: Libertà e Democrazia, non vengono più considerati degni di importanza.

    Saluti.

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