Storia margheritese – La famiglia Corbera (parte prima)

corbera (fonte archives.is)  Nel 1392, il Misilindino, composto di 11 feudi: Gulfa, Gulfotta, Cann itello, Comuni, Santa Margarita, Carcara, Ficarazzi, Gipponeri, Serafino, Adrigna e Aquila che in seguito costituirono i territori di Santa Margherita di Belice e Montevago, venne concesso da Re Martino in baronia ad Antonio Moncada di Montecateno. Successivamente la baronia passò ad altri signori.

Nel 1397 a Michele de Imbu, nel 1406 a Giacomo Arezzo, nel 1433 a Calcerando Corbera, figlio di Bartolomeo I, Viceré di Sicilia, nel cui stemma figuravano cinque corvi neri passanti in campo d’argento. Da Calcerando I passò al figlio Bartolomeo II, poi al di lui fratello Calcerando II. Indi al di lui figlio Vincenzo. A questi successe il figlio Giovanni, morto senza figli ed a lui nel 1560 il nipote Antonio, il quale chiese ed ottenne il 2 giugno 1572, da Re Filippo II di Spagna, la licenza di popolare il Misilindino. Così, sulla collina prossima, all’antico fortilizio saraceno, sorsero le prime case e la chiesa di San Vito. La torre saracena venne ampliata e adattata a palazzo baronale. La costruzione e il popolamento del nuovo paese erano appena iniziati quando il Corbera dovette recarsi precipitosamente a Palermo, da dove gli erano giunte le voci di una tresca amorosa tra la propria nuora Eufrosina De Siracusis, moglie di suo figlio Calcerando, e il Viceré di Sicilia Marco Antonio Colonna. Però, appena arrivato, Antonio Corbera venne fatto arrestare dal Viceré con l’accusa di avere contratto debiti per la costruzione e il popolamento del paese. E dopo alcuni giorni, venne trovato morto avvelenato, in carcere. Presto anche Calcerando, primogenito di Antonio e marito di Eufrosina, venne ucciso a Malta. Dopo di che, Vincenzo, secondogenito di Antonio, riprese la costruzione del paese, ma morì prematuramente, nel 1604. Dopo un anno morì il suo primogenito Antonio. Gli successe il fratello Girolamo, nel 1606. Nello stesso anno venne aperta al culto la chiesa di Sant’Isidoro, poi detta Purgatorio. (continua…)