Intervento del dott. Gaspare Viola sull’Unione dei Comuni

Riceviamo e pubblichiamo….
Con riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di stampa circa l’Unione dei Comuni Terre Sicane, vorrei svolgere alcune puntualizzazioni.
Il Consiglio dell’Unione ha deliberato all’unanimità il rilancio dell’Unione su basi nuove ed ha chiesto ai rispettivi organi consiliari di pronunciarsi in merito. Sia il Comune di Montevago, che quello di S.Margherita si sono pronunciati positivamente.
A Menfi i Consiglieri (tra cui gli stessi Consiglieri dell’Unione) hanno fatto mancare il numero legale, di fatto rinunciando a prendere posizione e rinviando ogni decisione sul futuro dell’Unione ai futuri amministratori.
La stessa determinazione a rinviare, da parte della rappresentanza di Menfi, é emersa in  sede di Consiglio dell’Unione, nel momento in cui il Consiglio si accingeva ad esaminare un primo testo coordinato di nuovo Statuto, predisposto secondo linee guida condivise volte ad alleggerire i costi, la rappresentanza ed a garantire operatività all’ente.
Non mi risulta che il Consiglio Comunale di Sambuca si sia pronunciato sull’alternativa rilancio/scioglimento dell’ente. Di certo la sua rappresentanza ha disertato i Consigli dell’Unione. Ciò riassunto, vorrei puntualizzare che la scelta di non decidere non é una scelta neutra, ma implica precise responsabilità amministrative e politiche.
E’ una scelta che rispetto, ma non condivido, alla luce delle consapevolezze che L’Unione così com’é produce costi anziché economie; mi dispiace anche il venir meno, in questa fase delicata, del ruolo propulsore che ha sempre svolto il Comune di Menfi nella sua veste di sede amministrativa dell’Unione.
In ragione della stima che nutro nei confronti di Michele Botta, mi sorprende poi la sua dichiarazione.
Le Unioni sono nate per gestire in forma associata servizi e funzioni comunali; i liberi consorzi gestiranno funzioni che sono state fin qui attribuite alle province.
Il livello é diverso e non esiste contrapposizione o inconciliabilità tra i due enti.
Se ad esempio parliamo della sistemazione della strada che connette l’entroterra delle Terre Sicane con il mare, la “Strada del mare delle Terre Sicane”, oggetto peraltro di una mozione del Consiglio dell’Unione del 2004 rimasta lettera morta, questo é un intervento strategico che riguarda i quattro Comuni dell’Unione, non il futuro libero consorzio che abbraccerà centri che non avranno nessun interesse alla sistemazione di quell’arteria.
La grande opportunità dei liberi consorzi sta nel fatto che finalmente i Comuni potranno “guardarsi” e consorziarsi in ragione di un’effettiva omogeneità di interessi e di vocazione territoriale rispetto alle vecchie province disegnate sulla carta geografica, disomogenee per distanza, posizione, altitudine e quant’altro.
Affermare oggi che l’Unione va liquidata significa per Michele Botta rinnegare la propria storia e contraddire la linea politica tenuta in svariati incontri ufficiali, fino a pochi mesi addietro.
Probabilmente può apparire più remunerativo, sotto l’aspetto elettorale, unirsi al coro ampio dei liquidatori dell’Unione, ma la vera scommessa è fare funzionare l’Unione secondo le sue premesse e finalità, non liquidarla tout court.
Ciò che va definitivamente liquidato è il modo in cui l’Unione é stata concepita e svilita: si potrebbero fare molti esempi.
Passare da una politica di campanile ad una governance territoriale richiede un cambiamento di mentalità che andrebbe favorito e stimolato da classi dirigenti titolari di una visione del proprio territorio. Questo vale per l’Unione come per i liberi consorzi.
L’idea dell’Unione dei Comuni meritava un altro livello di classe dirigente. Forse si é rivelata un’idea troppo avanzata, di certo ha messo a nudo la statura culturale dei politici locali.
Ma rimane, oggi più che mai, un’idea estremamente attuale, tutt’altro che anacronistica.

Gaspare Viola