Il documentario “Dio delle Zecche” su Danilo Dolci , domani sera a Santa Margherita Belìce

dio-delle-zecche_web-209x300Domani giovedi 16 luglio , alle ore 20.00 nel piazzale antistante  il presidio sanitario di Santa Margherita Belìce, verrà proiettato un  “Dio delle Zecche” (dal sito CSC) documentario che racconta la figura, la storia, le opere di Danilo Dolci, attraverso il viaggio che il figlio più giovane, En, percorre dalla Svezia, Paese in cui è cresciuto, fino a Trappeto. Un viaggio per luoghi e persone, ma soprattutto un viaggio attraverso il tempo, alla ricerca della memoria perduta di un intero paese. Una memoria fatta di lotte, di scioperi alla rovescia, di marce per la pace. Una memoria nonviolenta.

“Dio delle Zecche, storia di Danilo Dolci in Sicilia”, di Leandro Picarella e Giovanni Rosa, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, in collaborazione con Regione Sicilia, Sicilia Film Commision, Mibact, DPS, Sensi Contemporanei, Comune di Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa e Labirinto Visivo.

I materiali d’archivio utilizzati provengono dai fondi dell’Aamod, della Cineteca di Bologna, delle Teche Rai e dell’Istituto Luce, inoltre ha collaborato alla realizzazione del film la casa di produzione Labirinto Visivo.

Il documentario vede la partecipazione del gruppo indie rock bolognese dei Massimo Volume con il brano “Dio delle Zecche”, tratto dall’album “Aspettando i Barbari” (La Tempesta Dischi, 2013), il cui testo è tratto dall’omonimo libro di Danilo Dolci edito da Mondadori (1976). Le musiche del film sono state composte ed eseguite da Antartica, progetto solista del musicista siciliano Davide Lo Iacono.

La realizzazione del documentario ha impegnato i registi Leandro Picarella e Giovanni Rosa per circa un anno, in quello che si può definire un vero e proprio viaggio nella memoria. Tale ricerca ha portato alla riscoperta di materiali di repertorio inediti, come ad esempio il film documentario in tre puntate “La terra dell’uomo” di Gianfranco Mingozzi, prodotto dalla Rai nel 1986 e rimasto sepolto negli archivi per quasi trent’anni, che vede coinvolti personaggi come Leonardo Sciascia, Franco Alasia, Cesare Zavattini e lo stesso Dolci. Una vicenda, quella di Mingozzi in Sicilia, che finalmente ha trovato la sua naturale collocazione all’interno di questo film, riportando alla luce il lavoro del regista emiliano, considerato uno dei massimi documentaristi che abbia mai rivolto il proprio sguardo alla Sicilia e alle sue problematiche