Giovanni Falcone e l’Antimafia

mafia e antimafia(94) 15 anni fa, sull’autostrada Palermo-Mazara, nei pressi di Capaci, un grande uomo siciliano subiva un attentato, nel quale perdeva la vita, assieme alla moglie Francesca Morvillo.  In suo onore, vogliamo ricordare la vita di questo grande uomo.
Giovanni Falcone nacque a Palermo il 18 maggio 1939. Figlio di Arturo Falcone, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e di Luisa Bentivegna, aveva due sorelle maggiori, Anna e Maria. Giovanni Falcone studiò al liceo classico “Umberto” e successivamente, dopo una breve esperienza all’Accademia Navale di Livorno, iniziò a studiare Giurisprudenza all’Università degli studi di Palermo dove si laureò magna cum laude nel 1961, con una tesi sulla “Istruzione probatoria in diritto amministrativo”.

Vinse il concorso in magistratura nel 1964 e per breve tempo fu pretore a Lentini e poi sostituto procuratore a Trapani per 12 anni. Qui, a poco a poco nacque in lui la passione per il diritto penale. Arrivò a Palermo e dopo l’omicidio del giudice Cesare Terranova cominciò a lavorare all’Ufficio istruzione. Il consigliere istruttore Rocco Chinnici gli affidò, nel maggio 1980, le indagini contro Rosario Spatola: era un lavoro che coinvolgeva anche criminali negli Stati Uniti e che era osteggiato da alcuni altri magistrati. Alle prese con questo caso, Falcone comprese che per indagare con successo associazioni mafiose era necessario basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, per ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici e ricostruire un quadro complessivo del fenomeno e per evitare la serie di assoluzioni con cui si erano conclusi i precedenti processi contro la mafia. Si può considerare una svolta, per la conoscenza non solo di determinati fatti di mafia, ma specialmente della struttura dell’organizzazione Cosa nostra, l’interrogatorio iniziato a Roma nel luglio 1984 in presenza del sostituto procuratore Vincenzo Geraci e di Gianni De Gennaro, del Nucleo operativo della Criminalpol, del collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta.
Le indagini portate avanti da Falcone e dal pool di magistrati da lui creato, sull’esempio di quelli organizzati contro il terrorismo pochi anni prima, portarono ad istruire il primo Maxiprocesso fatto a Palermo (che terminò il 16 novembre 1987) contro la mafia, che vedeva imputate 475 persone. Dopo l’omicidio di Giuseppe Montana e Ninni Cassarà nell’estate 1985, stretti collaboratori di Falcone e Borsellino, si cominciò a temere per l’incolumità anche dei due magistrati, che furono indotti per motivi di sicurezza a soggiornare qualche tempo con le famiglie presso il carcere dell’Asinara.

Nel gennaio 1985 il Consiglio Superiore della Magistratura, nella votazione fra Falcone e Antonino Meli, basandosi sull’anzianità di servizio, nominò il secondo a capo dell’Ufficio istruzione, in luogo di Caponnetto che aveva lasciato l’incarico per raggiunti limiti di età. Da questo momento in poi Falcone e il suo pool dovettero fronteggiare un numero sempre crescente di ostacoli alla loro attività: persino la Cassazione sconfessa l’unitarietà delle indagini in fatto di mafia affermata da Falcone e dall’esperienza del suo pool; in questo periodo si svolge anche la vicenda del “corvo”, una serie di lettere anonime diffamanti il Pool antimafia e i suoi membri. Nell’autunno 1986 Meli sciolse ufficialmente il pool. Qualche tempo dopo Claudio Martelli, allora vicepresidente del Consiglio e ministro di Grazia e Giustizia ad interim, gli offrì di dirigere la sezione Affari Penali del ministero e Falcone accettò.

In questo periodo, che va dal 1991 alla sua morte due anni dopo, Falcone fu molto attivo, cercando in ogni modo di rendere più efficace ed incisiva l’azione della magistratura contro il crimine.

Falcone muore nella strage di Capaci il 23 maggio 1992. Una carica di 500 chili di tritolo fa saltare in aria l’auto blindata su cui viaggiano lui e la moglie, insieme al tratto di autostrada su cui stanno transitando.Insieme a Falcone e alla moglie Francesca Morvillo, magistrato anche lei, muoiono gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.

Sono passati ormai 15 anni da quel tragico giorno e il suo esempio, fatto di onestà, serietà e impegno, non è ancora svanito.

Quello che oggi rappresenta per tutti noi l’Antimafia lo dobbiamo alla figura di Giovanni Falcone in primis e a quelle delle altre vittime della strage di Capaci, che con il loro sacrificio hanno fatto acquisire a tutti la giusta visione della mafia: crudelà, disonestà e morte.

Onore quindi a Giovanni Falcone, a Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montanaro.

Per uomini come loro, in ricordo di uomini come loro, abbiamo pensato all’utilità di una 3 giorni di Antimafia, con convegni, dibattiti e proiezioni, con la partecipazione di politici, magistrati, familiari delle vittime e giornalisti, per rafforzare in tutti noi, giovani e non, il concetto che per combattere la Mafia bisogna innanzitutto cambiare mentalità. Ci faremo promotori di questa iniziativa, anche con la nuova Amministrazione. Spingeremo affinché questo progetto veda la luce, magari sin dalla prossima estate.

«Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.»

DOCUMENTARIO SU GIOVANNI FALCONE – Enzo Biagi

8 commenti

  1. Giovanni è stato ammazzato, Paolo è stato ammazzato, Fava è stato ammazzato, … li chiamiamo eroi! E poi votiamo per chi è indagato o condannato per mafia. Diamo loro la fiducia del nostro voto. Diamo loro il potere di decidere per il futuro dei nostri figli.

    Giovanni, Paolo e gli altri li abbiamo ammazzati noi.

    E.G.

  2. DA http://www.consulenzalavoro.com

    CRONACA – INIZIATIVE

    Falcone e Borsellino, il 23 a Palermo gli studenti con Marini, Fioroni e Grasso

    Il 22 da Civitavecchia partirà la nave dei 1200 contro la mafia

    Il 23 maggio, in occasione del XV anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, la Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” e il Ministero della Pubblica Istruzione hanno organizzato la manifestazione “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: la loro lezione di libertà e democrazia”.

    Tutte le iniziative hanno l’obiettivo di ricordare i tragici eventi del ’92 e dare voce a coloro che oggi sono impegnati nella battaglia per la legalità nelle istituzioni, nella magistratura, nelle forze dell’ordine, nella scuola e nella società.

    Alle 8.00 del 23 maggio al porto di Palermo sbarcheranno dalla “Nave della legalità” circa 1200 studenti provenienti da tutta Italia che troveranno ad attenderli gli studenti siciliani e i rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali.

    Alle 9.30, nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone a Palermo, studenti e insegnanti discuteranno di lotta alla mafia e educazione alla legalità insieme al Presidente del Senato, Franco Marini, al Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni e al Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso.

    Nel corso della mattina il Ministro Fioroni presenterà i primi risultati del lavoro del Comitato nazionale “Scuola e legalità”.

    Intanto, migliaia di studenti e docenti, accompagnati da Alfredo Morvillo e da Manfredi Borsellino, andranno a Corleone sui luoghi dell’arresto di Bernardo Provenzano. Sulla strada che costeggia il rifugio del boss saranno stese le “lenzuola della legalità” realizzate dalle scuole, mentre per le strade del paese le scuole corleonesi organizzeranno una “festa della legalità”. A Corleone i ragazzi saranno raggiunti dal Ministro Fioroni e da Maria Falcone.

    Nel pomeriggio, alle 16.00, i ragazzi si ritroveranno a Palermo per partecipare a due cortei che si dirigeranno all’ “Albero Falcone”, in via Notarbartolo, di fronte all’abitazione di Giovanni Falcone. Alle 17.58 si osserverà un momento di raccoglimento e di silenzio in ricordo della strage di Capaci.

    Infine, alle ore 21.00 a Piazza Politeama si terrà il concerto gratuito “Mille note contro la mafia” organizzato dal Ministero della Pubblica Istruzione e dalla Fondazione Falcone, al quale parteciperanno gli Zero Assoluto, Carmen Consoli e i Lautari, Frankie HI NRG e Daniele Silvestri.

    La “spedizione” dei 1200 contro la mafia

    La “Nave della Legalità” salperà da Civitavecchia il 22 maggio alle 17.00. La nave, messa a disposizione dalla Snav, porterà a Palermo 1200 partecipanti tra studenti, consulte provinciali degli studenti, professori e genitori provenienti da tutta l’Italia. Alla partenza dal porto di Civitavecchia, banchina 7 ci saranno il Ministro Giuseppe Fioroni e il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Durante il viaggio in nave sono previsti incontri, proiezioni, dibattiti e lavori di gruppo sul tema della legalità. Ad accompagnare i ragazzi nel loro viaggio in nave e attraverso la storia e il presente della lotta alla mafia, ci saranno il sottosegretario alla Pubblica Istruzione Letizia De Torre e Pietro Grasso, che darà vita con gli studenti a un dibattito sui temi della legalità e sulle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

    Per informazioni e per partecipare al viaggio in nave, i giornalisti possono rivolgersi al Ministero della Pubblica Istruzione – Ufficio Stampa (tel: 06.58492104; fax: 06.5800544; email: [email protected]), oppure alla Fondazione Falcone (tel: 091.6812993; email: [email protected]).

  3. Per ampliare le nostre conoscere su tutti gli aspetti di quella giornata, vi consiglio di leggere questo interessantissimo articolo giornalistico preso dal sito del Corriere.

    leggi qui

  4. Riporto il messaggio che il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha inviato stamane a Maria Falcone

    NAPOLITANO, serve UN MOVIMENTO di POPOLO

    “Sono sempre piu’ convinto che la lotta alla mafia e l’appello a una cultura della legalita’ abbiano bisogno di un grande movimento di popolo”. E’ quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni nel 15esima anniversario della strage di Capaci. Per Napolitano c’e’ anche bisogno “della mobilitazione della cultura e della scuola e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica, per il progresso sociale e civile del Paese.” “Questa battaglia contro la mafia va ripresa e sviluppata, con l’impegno di tutte le forze politiche e sociali e con la partecipazione convinta dei cittadini”. Scrive ancora nel suo messaggio il Presidente della Repubblica. “Il micidiale barbaro agguato di Capaci, che il 23 maggio 1992 spense la vita di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani, rappresento’ uno dei punti piu’ alti dell’attacco della mafia allo Stato democratico. La violenza efferata con cui si colpi’ uno dei piu’ combattivi e moderni magistrati impegnati nella lotta alla criminalita’ organizzata, replicandosi poi nel criminale attentato a Paolo Borsellino – prosegue Giorgio Napolitano nel messaggio inviato a Maria Falcone, Presidente della Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’ -, innesco’ nel Paese una reazione ferma e diffusa, avviando con il concorso della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, una feconda stagione di contrasto alle vecchie e nuove forme di penetrazione e di presenza della mafia. Trova pertanto pieno apprezzamento l’iniziativa che la Fondazione “Giovanni e Maria Falcone” ha organizzato in occasione del 15° anniversario della strage di Capaci. Il progetto di educazione alla legalita’, che quest’anno si intitola alla lezione di liberta’ e democrazia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si avvia a conclusione dopo un lungo percorso di iniziative rivolte in particolare al mondo della scuola”.

  5. Ci sono uomini che hanno lasciato il segno con coraggio e con impegno… Grazie!

    Con assoluta riconoscenza,

    Vito Antonio Augello

  6. Oggi tutti ricordiamo Falcone. Bello. Però oggi io ricordo quando in occasione delle elezioni vidi uno striscione con scritto Totò Cuffaro, gli amici di Santa Margherita Belice ti sosterranno. Sottotitolo implicito: non siamo tutti come benny. Sosterranno in cosa? Come si fa sostenere un indagato per reati gravissimi? o si è come lui o si è ignoranti. Il 21 Maggio il gip di Palermo, Fabio Licata, ha riperto l’indagine per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa a carico del presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro. E con il favoreggiamento aggravato di Cosa Nostra, e con la rivelazione di segreto d’ufficio, siamo a tre. Ne hanno di fantasia, questi giudici. Io oggi ricordo una vittima della mafia, un padre dell’italia, che mi sembra in contrasto con chi difende i mafiosi. Lui li combatteva.

    Benny

  7. Sono d’accordo con Benny e con chi aveva scritto più sù che Falcone e Borsellino e le altre vittime di mafia le abbiamo uccise anche noi. Finchè non sembrerà a tutti assurdo, inaccettabile, che un presidente della regione ed altre cariche politiche di rilievo siano rivestite da persone indagate per mafia o reati connessi Falcone e tutte le altre vittime continueranno a morire. Il resto è ipocrisia, nella migliore delle ipotesi ignoranza, nella peggiore accettazione dello status quo. Le persone che fanno baccano e rompono degli equilibri (anche criminali) ai siciliani non piacciono.

    Anna Carmen Armato

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