Fra’ Felice da Sambuca di Sicilia – Itinerario culturale Terre Sicane

autoritratto

 A Sambuca di Sicilia possiamo ammirare “La stanza di Fra Felice”, ambiente unico dedicato alla generosa opera ti questo maestro cappuccino.
(tratto da Futurablog) Fra Felice da Sambuca, laico Cappuccino, al secolo chiamato Gioacchino Viscosi. Nacque in Sambuca il 13 agosto 1734. All’età di ventuno anni, fu ricevuto laico dal Rev. Padre Leone della Sambuca, Vicario Provinciale, e indossò l’abito nel convento di Monte S. Giuliano il 17 settembre 1754, professandosi nell’anno seguente nelle mani del Rev. Padre Pietro Antonio della Sambuca, Maestro dei Novizi. Egli fu il 7° Cappuccino del convento. Fu insigne e celebre pittore adorno, inoltre, di tutte le virtù in stato eroico, ed ebbe gran fama di santità. Di Fra Felice, oltre lo stragrande numero di pitture, esistono due ritratti; uno è nel convento dei Cappuccini di Palermo e l’altro a Sambuca. Fra Felice da Sambuca, il quale di nome e di fatto, fu veramente felice, specialmente per l’amore che aveva verso il Sacramento dell’Eucarestia. Verso il prossimo e in particolare per i poveri fu sempre spinto da sentimenti di carità a tal punto che per dar cibo agli altri se ne stava a digiuno. Dopo una prima formazione artistica a Sciacca alla scuola di Francesco Aversa, a Palermo frequenta Olivio Sozzi ed entra in contatto con Vito D’Anna, Mariano Rossi, Gaspare Serenario, Gioacchino Martorana. Nel 1768 viene chiamato a Roma da Papa Clemente XIII per dipingere ritratto e miracoli di Fra’ Bernardo da Corleone, e nel 1777 in Toscana, dove dipinge in diversi conventi della regione. Morì il 14 Dicembre 1805 a Palermo all’età di anni 71 e dopo 51 anni di vita religiosa. In ogni convento cappuccino di Sicilia lascia i suoi dipinti, dai temi iconografici fortemente ripetitivi, che esprimono tuttavia l’immediatezza di una fede che riesce sempre a trasmettere agli altri. Con le sue opere adornò molti conventi, e in particolare di Palermo e Sambuca. Le sue opere si trovano in moltissimi paesi anche esposti sugli altari, come per gli affreschi alle volte delle Chiese stesse. Nel ex Convento dei Cappuccini di Sambuca esistevano tre Madonne dipinte da Fra Felice: una posta nel refettorio, un’altra nel pianerottolo della scala che conduceva al primo piano e la terza nel Coro. Tutte e tre bellissime, specialmente una con il bambino dormente. Fra Felice, durante una notte, dipinse sul muro un affresco rappresentante la morte di S. Francesco. Veramente sorprendente si rese poi l’indomani questa pittura, allorquando i detti monaci si videro ritratti in quel quadro. Per la beatificazione del Ven. Fra Bernardo da Corleone, pure Cappuccino, Fra Felice fu chiamato in Roma a dipingere quadri per adornare la basilica di S. Pietro. Fra Felice li dipinse in pochi giorni, per cui il Sommo Pontefice lo nominò Principe di Accademia. Su istanza del Rev. P. Lorenzo di Palermo, Vicario Provinciale, il 29 marzo 1817, alla presenza di Mons. Gravina Vescovo e Cappellano di S. Maestà, ed alla presenza di Mons. Don Giuseppe Amorelli, di S. Ecc. il Cardinale Pietro Gravina, il cadavere di Fra Felice fu esumato e collocato in sito più onorifico a destra dell’altare maggiore della detta Chiesa dei Cappuccini di Palermo, ove si conserva tutt’ora. Dentro la cassa che contiene il cadavere fu posta una bottiglia di vetro dentro la quale fu chiusa una pergamena.
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