Domenico La Rocca, un montevaghese che racconta il fascino della Sicilia nel romanzo “Anfore spoglie”.

domenico la roccadomenico la rocca(2040) Vogliamo anche noi rendere onore a questo figlio del nostro territorio, e per fare ciò riportiamo l’articolo pubblicato su www.lameziatermenews.it
  Lamezia Terme, 11 maggio 2011 –  Ormai lametino d’azione, Domenico La Rocca, siciliano di Montevago un paese della Valle del Belice, è autore di un interessante romanzo dedicato alla sua terra. “Anfore Spoglie”, questo il titolo (Ed. Gigliotti pagg. 310) èun libro da leggere e da gustare attentamente; un racconto di una terra antica e di grande fascino come la Trinacria. La Rocca, con grande vena artistica, narra vicende e fatti che contemplano un vissuto poetico e intriso di una sensibile narrativa. Tanto che il racconto, ben curato nei dettagli e nelle sequenze, prende le sembianze di una narrazione filmica degna del miglior Camilleri. Insomma, un racconto davvero gradevole che si inserisce in un filone oltremodo esaustivo della grande letteratura siciliana che ha dato all’Italia opere di immenso valore. La trama (dalla quarta di copertina) Nella ritemprante quiete dei patii del paese di Montevago si svolge la naturale quotidianità scandita dall’attesa dei meticolosi segnali degli astri, in un continuo incessante evolversi di eventi e contraddizioni ponderati da sentimenti di familiarità e amistade.  Come le silenti anfore, dritte e imperterrite sui palmenti al chiuso, e le poderose giare, ferme e attente sui larghi spazi dei cortili, preludono ai segni celesti, gli aedi raccontano arcane storie tramandate oralmente dai cantori del tempo, un susseguirsi di accadimenti che segnano, al di là del bene e del male, la vita dell’uomo sulla Terra. Piccole comunità si muovono in una logica fattività d’un microcosmo cresciuto e sviluppatesi a misura e passo d’uomo, il lavoro nei campi, nelle botteghe artigiane, in una convivenza semplice e aggregante, lontana da stressanti metropoli e macrocosmi che annullano l’individualità dell’essere umano avviluppandola in una poltiglia omogeneizzata, massificata e uniformante che disgrega subdolamente qualsiasi tessuto sociale, riducendolo a mera materialità consumistica. L’inesorabile fluire del tempo innesca ogni giorno la spola veloce e lesto dipana trame e orditi in un intricato avvicendarsi di amori e segreti, invidie e gelosie, passioni e amicizie, tradimenti e ambizioni meschine. Ma senza alcun preavviso, come un’infausta visitazione superna, ebbre potenze annientanti e devastatrici in pochi secondi stroncano alla radice la compostezza di una vita misurata e fattiva, inducendo l’uomo a barcollare inebetito, tra la vita e la morte, sugli alti precipizi dell’ultimo confine su cui andrà ad espiare le sue futili irriducibili velleità e le proprie imponderabili vane superbie.
L’autore: Domenico La Rocca, 49 anni di Montevago un paese della Valle del Belice, Sicilia sud occidente. Autodidatta, pubblica nel 1999 la raccolta di poesie Sotto il segno del Toro, edita da Calabria Letteraria Editrice e Rubbettino Editore. Nel 2006 alcune sue liriche, tratte dalla silloge Chela Kèrmes, vengono pubblicate su Antologia italiana poeti italiani contemporanei, edita da Libro Italiano World. Al Premio Letterario de Il club dei Poeti, viene premiata Donna senza tempo, poesia inserita sull’Antologia 2009. Artigiano del disegno e designer, l’autore opera in settori di progettazione Cad engineering, concept car, modellistica, virtual models, move design. Nel cuore dello scrittore sempre la Sicilia, terra di canti e poesia, di mistero e fascino: “L’isola al centro di tutti gli Universi che si conosceranno”.

(da un dipinto dello scrittore la copertina di Anfore Spoglie )