Dall’ultimo numero di Controvoce

simonedipaola(386) Pubblichiamo un articolo comparso sull’ultimo numero di “Controvoce”, riguardante la nostra Manifestazione Antimafia di qualche giorno fa.  Lo ammetto: non riesco ad essere obiettivo quando parlo di certi argomenti che mi toccano particolarmente ovvero di certe persone alle quali mi sento legato da profondi rapporti di stima e di affetto.

Una di queste persone è certamente Benni Calasanzio.

Potrei dilungarmi per ore evidenziando le tante qualità ed i numerosi pregi( ed anche i difetti, ben inteso! ) di Benni; basterebbe dire che lui ha tenuto con me il suo primo comizio, quando non aveva ancora 17 anni, in occasione delle Elezioni Provinciali del 2003 e già allora ne apprezzai le non comuni doti di oratore e di leader.

 Oggi però voglio mettere in risalto una soltanto delle tante cose che ammiro di lui: cioè che Benni appartiene a quella ristrettissima schiera di persone che si ostina a riproporre, tutte le volte che ne ha la possibilità, e nel modo più schietto possibile, il tema della lotta alla Mafia, come precondizione perché questa terra possa finalmente  conoscere un’autentica stagione di libertà e di progresso economico e sociale; e lo fa senza fare sconti a nessuno, che sia esso Sindaco, Consigliere Comunale o Parlamentare, di Destra, Centro o Sinistra;  ben sapendo  di urtare la suscettibilità e l’ipocrita perbenismo di una certa parte di opinione pubblica, la quale da qualche tempo si è convinta ( farei meglio a dire che fa finta di crederci ) che siccome per le strade si spara sempre di meno e di Magistrati con il tritolo non ne saltano più in aria, allora l’assunto logico è che la Mafia non esiste più, che di Mafia non bisogna più parlare e che chi lo fa è quanto meno un folle, un pericoloso integralista, un pazzo criminale, da additare al disprezzo ed al pubblico ludibrio della cosiddetta “Società Civile”.

Ma a Benni ed ai ragazzi del “Movimento” di Santa Margherita di Belice tutto questo non interessa per niente; loro sanno cosa è giusto fare e lo propongono anche a costo di dare fastidio, pur di manifestare liberamente il loro pensiero.

Ed ogni anno raccolgono nel “Comune del Gattopardo” i più autorevoli e coraggiosi nomi della lotta alla Mafia, insieme alle Vittime Innocenti della Mafia, uniti dal comune desiderio di mostrare a tutti il vero volto della nuova mafia, anche se esso può apparire crudo e spietato al di la di ogni immaginazione, anche se questo esercizio di onestà intellettuale rischia di disturbare il sonnacchioso silenzio della pubblica opinione.

simonedipaola La Mafia del Commercio Internazionale di Stupefacenti: quella che sempre più spesso intercetta nelle operazioni di spaccio ragazzi ancora troppo giovani: figli della cosiddetta “borghesia ben pensante”, sovente del tutto abbandonati al loro destino da genitori troppo impegnati sul lavoro da bramosie di carrierismo, desiderosi di dimostrare, attraverso l’assunzione di scelte scellerate, che anche a 14 anni si può essere uomini duri e senza paura, di niente e di nessuno, senza alcun limite ne valore di riferimento; giovani intelligenze, risorse enormi, che troppo spesso si perdono per strada, depauperando in modo irrimediabile il futuro di questa terra ”bella e disgraziata”.

La Mafia delle borgate, dei quartieri popolari e delle periferie: quella che prospera in situazioni di povertà inimmaginabile e che soltanto in queste condizioni di miseria e di degrado riesce ad incunearsi in ogni nucleo familiare o contesto lavorativo, dettando legge, spodestando lo Stato, dimostrando – attraverso l’esercizio violento e prepotente dell’unica legge che conosce: legge del più forte – che in quei luoghi abbandonati e desolati lo Stato è lei stessa!

La Mafia della grande Finanza e dei colletti bianchi: quella che, nell’indifferenza generale ed  assoldando le migliori intelligenze e professionalità presenti sul mercato, riesce sistematicamente  a trasformare i più loschi traffici e movimenti di denaro, montagne di denaro sporco ed insanguinato, in rispettabilissime operazioni di mercato.

La Mafia della Politica e delle Istituzioni: quella che non si accontenta più come prima di condizionare l’elezione di questo o di quel Politico, ma che – con la compiacenza dei partiti che le aprono le porte delle Liste Elettorali – decide essa stessa di entrare direttamente e senza filtri nei luoghi del potere, determinando in prima persona e senza alcun controllo le più importanti scelte di indirizzo politico ed economico.

La Mafia del racket e delle Estorsioni: quella che, come il più letale Cancro, laddove intercetta sacche di ricchezza sana o di virtuosa intrapresa, vi si getta addosso come un  parassita, stritolandola fino a consumarla del tutto; un Virus ignobile che prospera e trova terreno fertile innanzitutto nell’indifferenza di una consistente parte dell’opinione pubblica e delle Istituzioni e nella paura di chi sa già che, se vi si opporrà, verrà annientato senza alcuna pietà.

Su questi temi Benni ed i ragazzi del Movimento propongono ormai da diversi anni puntuali occasioni di riflessione sincera, schietta e senza censure o peli sulla lingua; e puntualmente riescono a coinvolgere nomi di grandissimo richiamo e prestigio; il che può apparire straordinario se si pensa che stiamo parlando di ragazzi ancora giovanissimi e senza alcun riferimento istituzionale.

Quest’anno non è voluta mancare gente del calibro di Salvatore Vella ed Antonio Ingroia: Magistrati coraggiosi e valenti, da sempre impegnati sul fronte della lotta alla Mafia; Pino Maniàci: Giornalista di grande valore, che sta pagando sulla sua pelle il coraggio di dire sempre e comunque  la verità; Sonia Alfano e Salvatore Borsellino: Vittime Innocenti della Mafia, colpite nei loro affetti per non aver mai piegato la testa all’arroganza di Cosa Nostra, sovente abbandonate dallo Stato, che il più delle volte li considera semplicemente “numeri di Protocollo”, cui riservare al più indifferenza, nei loro sentimenti e nella loro silenziosa sofferenza.

Basterebbe citare questi nomi per rendersi conto dell’altissimo livello raggiunto da quest’iniziativa che, per la qualità e la profondità della riflessione offerta ai partecipanti, rappresenta per molti un appuntamento fisso, cui non mancare per niente al mondo.

Devo in  particolare confessare quanto mi abbia segnato dentro la testimonianza rabbiosa di un Imprenditore Calabrese onesto e capace,Pino Masciari: taglieggiato dalla Mafia del Pizzo, che dopo indicibili sofferenze ha trovato il coraggio di ribellarsi e denunciare il sistema nelle sue diverse sfaccettature e che per questo è stato isolato, vilipeso, strappato alla sua terra ed al suo lavoro, quasi come se fosse lui stesso il criminale e poi abbandonato alla prima occasione utile dallo Stato, che ancora oggi lo priva di una qualsiasi forma di protezione.

Ha provocato un fremito, per me che credo nello Stato e nella Giustizia, ascoltare la sofferenza di un uomo coraggioso, talmente bistrattato ed abbandonato dalle Istituzioni da provare nei loro riguardi ormai soltanto rigetto e rabbia.

Sono sobbalzato sulla sedia, come del resto tutti i presenti, quando Pino Masciari ha sentito il bisogno di gridare al mondo:” MA PERCHE’ DEVO MORIRE? COSA HO FATTO DI MALE?”

Sentimenti di angoscia e di frustrazione hanno attraversato il Teatro Sant’Alessandro, durante tutta la manifestazione, facendo traballare le fragili verità di quanti, come il sottoscritto, erano entrati in sala con poche certezze e ne sono usciti con mille dubbi e perplessità, specie sul ruolo delle Istituzioni Democratiche sul fronte della lotta alla Mafia e sulle cosiddette organizzazioni “Antimafia”.

Ma proprio questo è, a mio avviso, il merito di Benni Calasanzio e del “Movimento: offrire occasioni di confronto vere, sincere, crude per certi versi, ma mai banali,  per nulla connotate da dogmi assoluti che non possono essere mesi in discussione, lontane dai soliti luoghi comuni o da paradigmi  triti e ritriti, su cui hanno germogliato falsi paladini dell’Anti Mafia, che magari si organizzano soltanto per intascare ogni anno generosi contributi statali e basta!

So che c’è in giro gente, buona solo a distribuire patenti e giudizi, che definisce Benni un piccolo arrivista, alla ricerca solo di notorietà; a parte il fatto che se questo fosse vero, non ho mai visto qualcuno ricercare notorietà, rifiutando scientificamente interviste o spazi di protagonismo per propagandare la propria immagine; in ogni caso preferisco ascoltare un giovane arrivista, che parla soltanto perchè ha qualcosa di interessante da dire, piuttosto che sorbirmi i soliti vecchi arrivisti che riempiono spazi tv ed intere pagine di giornali, senza avere assolutamente niente da dire!

Benni è semplicemente un giovane che usa il cervello, che dice ciò che pensa e che fa ciò in cui crede, sempre e comunque, infischiandosene altamente se quel che dice o che fa può offendere la suscettibilità dei soliti perbenisti.

Benni è semplicemente un giovane che interpreta al meglio una frase pronunciata tanti anni addietro da Giovanni Falcone, che più o meno recitava così:” Soltanto quando i giovani siciliani avranno il coraggio di alzare la testa e ribellarsi alla prevaricazione della criminalità organizzata, soltanto allora la Mafia potrà dirsi battuta!

Simone Di Paola