2 commenti

  1. SE SIAMO IN ITALIA E ABBIAMO UNA RELIGIONE CATTOLICA PER LA MAGGIORANZA  MI VOLETE SPIEGARE PERCHE’ TOGLIERE IL CROCEFISSO ?
    SE NOI ITALIANI ANDIAMO ALL’ ESTERO E’ C’E’ QUACOSA CHE PER LA NOSTRA RELIGIONE DOBBIAMO SOTTOSTARE  ALLE  LORO REGOLE , SE NO’ VENIAMO ESPULSI HO DENUNCIATI ALLE AUTORITA’  PERCHE’ ANCHE IN ITALIA NON E’ COSI ?
    FACCIAMO DECIDERE ALLE PERSONE NON CATTOLICHE . 
    A ME MI DA FASTIDIO IL POPOLO MONSULMANO CHE VIENE IN ITALIA E USANO I LORO MODO DI VIVERE COMPRESO IL VELO SULLA FACCIA CHE SI VEDONO MALAPPENA LO SQUARDO .
    IO SONO PER IL CROCEFISSO CHE NON VA TOLTO PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO. UN SALUTO A TUTTI I MARGHERATESI DA MILANO                     LILLO BILELLO

  2. Io non metterei in mezzo nazioni o cittadini stranieri, il problema c’è ed è interno. Dobbiamo solo riflettere sul significato di Stato Laico.
    Abbiamo una religione di Stato? Un cittadino italiano può non essere cattolico? Può uno Stato Moderno essere schiavo delle credenze religiose della maggioranza della sua popolazione o deve piuttosto garantire la libertà di ciascun individuo di professare la propria fede? L’aula di un tribunale è cattolica? L’aula scolastica è cattolica? Perchè non lo è la sala giochi o lo stadio?
    Concludo con uno stralcio della sentenza della Corte Europea:

    «La presenza del crocefisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo religioso. Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione». Tutto questo «potrebbe essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose o sono atei». Ancora, la Corte «non è in grado di comprendere come l’esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così come è stata concepita dalla Convenzione europea dei diritti umani, un pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana»

    Cesare

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