Crisi settore agricolo: l’articolo sul GDS di oggi

(979) Prendiamo spunto dall’articolo per ribadire la nostra vicinanza al Comitato Autonomo, consapevoli che la loro crisi è anche la nostra crisi.
Inoltre ci facciamo promotori di un appello agli Amministratori Locali: consegnate anche voi le tessere elettorali. Fate sentire il vostro sostegno. Un impegno serio e determinato varrebbe più di 10 viaggi in America oppure 20 Zecchini d’Oro.


Ecco il testo dell’articolo del GDS a firma di Francesco Graffeo
Gli agricoltori della valle del Belice riconsegnano le tessere elettorali per denunciare lo stato di profonda crisi in cui versa l’agricoltura. Hanno iniziato a farlo gli aderenti ai comitati spontanei sorti nelle piazze di Montevago, S. Margherita e Sambuca. Le tessere saranno recapitate nelle mani del Prefetto. Una nota è stata diretta anche al Presidente della Repubblica Napoletano “sperando che si faccia carico dello stato di crisi in cui versa il comparto agro zootecnico della Sicilia”. Gli agricoltori evidenziano di essere   stati abbandonati dalla polita regionale e nazionale, e di non essere per nulla rappresentati dalle scelte fatte in sede comunitaria. “Vogliamo che il vino venga fatto con il mosto delle uve e non con i concentrati rettificati” dice Angelino Morreale. “Mentre in Italia è vietato ingrassare gli animali con gli estrogeni, non si comprende perché non è vietata l’importazione di carni trattate con gli ormoni. Una concorrenza sleale che ci porta fuori mercato – dice Giuseppe Alfano, agricoltore – Con gli estrogeni un maiale a 90 giorni raggiunge il peso ideale per la macellazione, mentre allevato naturalmente occorrono 7 mesi con notevoli costi aggiuntivi”. I contadini belicini gridano l’introduzione della tracciabilità alimentare per la tutela dei consumatori. “Produrre un quintale di uva, tipo il catarrato, a noi quest’anno è costato circa 30 euro, mentre ricaviamo dal conferimento appena 13 euro. Una produzione in perdita” evidenzia il viticoltore Salvatore La Marca che denuncia il pericolo dell’abbandono dei vigneti: “Nel marsalese è stato sconveniente raccogliere l’uva”. Non va bene anche nel comparto cerealicolo. Per produrre 10 kg di grano l’agricoltore spende circa 2,20 euro e nella vendita ne ricava 1,3 euro, mentre il consumatore finale spende per l’acquisto di pane, per lo stesso peso, oltre 20 euro. “Non è possibile che per comprare 1 kg di pane dobbiamo vendere 15 kg di grano, o per una bottiglia di vino vendere 50 kg di uva, o per comprare 1 kg di formaggio dobbiamo vendere 40 litri di latte o per pagare una giornata di un operaio vendere 800 kg di uva” viene evidenziato in una nota del comitato spontaneo. A farla da padrone sono le industrie di trasformazione e la grande distribuzione. Secondo i dati ISTAT, attualmente, per ogni euro di spesa 60 centesimi vanno alla grande distribuzione, 23 all’industria di trasformazione e solo 17 centesimi agli agricoltori, quando solo 10 anni fa tale distribuzione era equa (un terzo, un terzo, un terzo). Da qui la richiesta degli agricoltori di “controlli dei prodotti alla frontiera eseguiti su totale delle quantità in entrata, contratti di filiera per garantire sia il produttore che il consumatore con etichettatura sulle confezioni al consumo, controllo dei prezzi dalla produzione alla vendita al dettaglio ed aiuti alle imprese per le perdite di esercizio”.

14 commenti

  1. non perdete occasione per essere faziosi sfruttando qualsiasi occasione anche lodevoler

  2. Non si tratta di essere faziosi. Si tratta di chiedere un sostegno a tutti, anche agli Amministratori che con quei voti oggi si trovano in una posizione "privilegiata". Che male c’è?
    Caro "anonimo 1" credi che a livello mediatico avrebbero lo stesso peso una protesta di soli privati cittadini e una protesta di privati cittadini con al fianco sindaco, consiglieri e assessori?
    Andiamo oltre, a Ravanusa il parroco ha celebrato il funerale dell’agricoltura. Il nostro che fa?

  3. Perche’ non iniziamo a creare il Mercato del Contadino? Fare la spesa la domenica mattina direttamente in Campagna puo’ essere una valida alternativa.

    Se l’Amministrazione la supporta per tutti gli adempimenti e la parte burocratica puo’ essere un passo avanti verso l’educazione del mangiare sano ed economico.

    In moltissimi centri sta prendendo piede e qui neanche se ne parla.

  4. Caro Innocenzo, mi permetto di contraddirti. Il mercato del contadino in che modo dovrebbe funzionare? Per fare cosa? La maggior parte della produzione agricola della nostra zona è basata su vigneti e uliveti. In quale mercato penseresti di portare i frutti (uva da vino, olive, grano)?  Non ci sono aziende agricole, eccezione fatta per qualche ficodindieto, che si occupano della produzione di frutta ed ortaggi. Tutto arriva da fuori. Quindi a cosa potrebbe servire l’intervento dell’Amministrazione per la creazione di un’area da adibire al libero scambio dei prodotti agricoli? I piccoli produttori locali di ortaggi e frutta con la limitata produzione non potrebbero mai soddisfare la domanda. E poi cosa ne pensano della tua proposta i negozi di frutta e verdura del paese?

  5. Perfettamente in sintonia con il post n. 4. Non avrebbe senso in una zona come la nostra. Tuttavia alcuni spunti di riflessioni ci possono essere ad esempio:
    – rendere irriguo il territorio di Montevago e SMB, come? attraverso la realizzazione di laghetti collinari di medie dimensioni con obbligo da parte dei fruitori del bene dell’acqua della manutenzione ordinari. Come canalizzare l’acqua? Utilizzare i vecchi scoli, lacqua piovana che si perde nelle strade, incanalare le poche sorgenti, che però ci sono.
    – creare un marchio con un disciplinare serio che sia da tutela per il consumatore e spinga il produttore ad osservare gli standard qualitativi. Ovviamente la valutazione dei prodotti dovrà essere fatta da un organismo terzo evitando la logica di mettiri li ficudinnii nichi sutta nni la gabietta!!!!
    Il resto sono panzane

  6. Ciao Innocenzo il mercato del contadino a breve sarà una realtà nei quattro comuni dell’Unione, infatti è stato da tempo finanziato dalla regione un progetto di 30.000 euro per tale scopo. Il funzionario dell’Unione dei comuni ha già predisposto il bando per l’acquisto degli stand con i soldi già accreditati, l’unico intoppo è l’approvazione del regolamento per il funzionamento di tale attività. Mi risulta che circa tre mesi fa la Giunta dell’unione ha approvato e trasferito al consiglio per la sua approvazione definitiva e questo, dopo due mesi che era depositato e messo a loro disposizione ie il consiglio che ha fatto? l’ha rinviato per approfondimenti!!!! ma in quei due mesi non potevano approfondirlo e poi approvarlo quando è stato convocato il consiglio; e poi sti consiglieri parlano di immobilismo dell’unione dei comuni ma loro non sono da meno……(il bue che dice cornuto all’asino).
    Al post 4 voglio dire che già alla soat di menfi sono pervenute numerose istanze di agricoltori che richiedono lo stand per i propri prodotti (e sono tanti) altro che solo uva da vino ma tu dove vivi.
    E poi che cosa intendi dire con "cosa ne pensano i negozi d frutta e verdura del paese", che per garantire due fruttivendoli penalizziamo centinaia di agricoltori e migliaia di cittadini che arriverebbero a risparmiare fino al 30% oltre che mangiare un prodotto genuino e della propria terra?. Sei ridicolo!

  7. Ringrazio l’amico del post 6 che ci ha informato dell’iniziativa (nella prima parte) e mi ha letto nel pensiero per la risposta (nella seconda parte)

    Qualunque nuova attivita’ penalizza delle persone e ne avvantaggia altre. Non è una novita’.
    Non ce l’ho con i fruttivendoli che fanno onestamente il loro lavoro e hanno il diritto di lavorare come ben sanno fare. Vorrei semplicemente veder decollare il mercato del contadino e poi ti faccio vedere come le persone iniziano a piantare lattughe, carote e altri ortaggi!
    Col mercato del contadino possono girare molti soldi e possono camparci molte famiglie senza che nessuno ci speculi sopra. Pensa solo ai produttori di formaggi e di conserve.

    Io la mia l’ho detta…. (firmandomi)! Se firmaste pure Voi potremmo creare un buon dibattito.
    Grazie

  8. come si fa a piantare ortaggi se non c’è acqua?
    Sono piccoli mercati non hanno uno sfogo economico di rilievo. E’ necessario pensare in grande se di vogliono risultati seri.
    PS che palle sta storia della firma, un’idea è un’idea non importa la provenienza, basta sia di stimolo alla discussione

  9. evidentemente il movimento non è solito frequentare la chiesa altrimente avrebbe sentito quello che ha detto padre raso nell’omelia a sostegno della protesta degli agricoltori .molto duro con chi ci dovrebbe rappresentare a livello istituzionale .poi il sostegno dell’amministrazione è stato totale,non potrebbe essere altrimenti

  10. Domanda: il sindaco, gli assessori ed i consiglieri comunali hanno rinunciato al loro certificato elettorale?

    Cosi si è solidale, non in chiacchere.
    Fateci sapere!

    G. LS

  11. ma che rinuncia è quando se uno vuole può richiedere la tessera dopo qualche giorno?

  12. Se si ottiene quello che si richiede e per cui si lotta non vedo perche’ non rientrare in possesso della Tessera.

  13. All’autore del commento 11 e non solo
    spesso in TV si sente che qualcuno si è per protesta incanetato da qualche parte (si sa che non resterà li per tutta la vita…..)
    altre volte qualche altro digiuna per diverse settimane (si sa che difficilmente è morto in seguito di fame…..)
    qualche altro è salito in cima ad una gru, o in cima al colosseo (si sa che li non era certamente la loro casa….)

    ma queste azioni generalmente hanno il risultato di richiamare l’attenzione su un problema. TUTTI I MEDIA NE PARLANO e magari chi ha fatto la protesta finisce per ottenere …. qualcosa!

    Ora che senso ha, onorevole consigliere (nel senso che dai consigli….), la tua esplicitazione?

    G.LS.

  14. è inutile bruciarle adesso, il danno l’hanno già fatto.

    Virgilio

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