Centro Padre Nostro “Don Pino Puglisi”

frontespizio(1649)   Nelle giornata di sabato 30 durante le  celebrazioni del 400 anniversario della fondazione di Santa Margherita abbiamo potuto conoscere una realta importante  riguardante la vita sociale di Palermo e della Sicilia tutta, parliamo del Centro di Accoglienza Padre Nostro, voluto e fondato a Brancaccio da don Giuseppe  Puglisi il 13 Luglio 1991, come luogo per coniugare evangelizzazione e per la promozione umana. Il Centro oggi è un Ente Morale riconosciuto dal Presidente della Repubblica, che opera a favore delle fasce più deboli.
L’Ente è diventato uno spazio di dialogo e di incontro non solo per la gente di Brancaccio. L’assassinio di Padre Puglisi ha conferito al Centro una dimensione profetica che va ben oltre i confini del quartiere, rendendolo un punto di riferimento ad alto profilo cittadino, provinciale, regionale, ed internazionale.
Oggi il centro è non solo i minori, ma anche le famiglie più povere hanno avuto in questi anni un’assistenza continua e differenziata con la distribuzione di viveri e vestiario.
Il servizio viene offerto non solo per alleviare le condizioni di disagio economico-materiale di tante famiglie, ma anche per avviare un contatto, un dialogo che possa aiutare la gente a promuoversi da sola. Il Centro garantisce la disponibilità all’ascolto della persona, attraverso uno staff composto da psicologhe, assistenti sociali, una ginecologa, un consulente familiare, avvocati. Si cerca di fornire risposte a bisogni di natura medica, psicologica e legale.
Il Centro Padre Nostro si occupa delle famiglie. Il Progetto “Centro per le Famiglie”, approvato dal Ministero del Welfare e dal Comune di Palermo, ha promosso strategie di appropriazione del territorio e delle risorse in esso presenti, da parte delle famiglie. Il “Centro per le Famiglie” ha coinvolto, attraverso gruppi di mutuo aiuto, colloqui di sostegno, consulenza individuale e di coppia, servizio baby, consulenza legale, numerose famiglie del territorio cittadino.
Attraverso i servizi rivolti agli anziani (centri aggregativi, assistenza domiciliare, disbrigo pratiche) si lavora per migliorare la qualità della vita dell’anziano sottraendolo alla solitudine, creando opportunità di socializzazione a carattere ricreativo ma anche culturale. Per loro il Centro organizza momenti di preghiera, gite, pellegrinaggi e gemellaggi con altri centri sociali. Il Centro, inoltre, realizza un servizio di prima accoglienza per soggetti senza fissa dimora (Servizio Emmanuel) e un Centro Baby Parking (Servizio Holding), finalizzato a creare uno spazio educativo per i minori di età compresa tra 0 e 5 anni, e a sostenere le madri nello svolgimento o nella ricerca di un lavoro.

IL FONDATORE DEL CENTRO PADRE NOSTRO – DON GIUSEPPE PUGLISI
Il piccolo prete chiamato “3P”. nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal Cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1967 è nominato) cappellano presso l’Istituto per orfani di lavoratori «Roosevelt» e vicario presso la parrocchia Maria SS.ma Assunta Valdesi. Sin da questi primi anni segue con attenzione i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.
Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo – segnato da una sanguinosa faida – dove rimane fino al 31 luglio 1978 riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono.
In questi anni segue anche le battaglie socia­li di un’altra zona della periferia orientale della città, lo «Scaricatore». Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del Seminano minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro Diocesano Vocazioni. Nel 1983 diventa responsabile del Centro Regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Agli studenti e ai giovani del Centro Diocesano Vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando, attraverso una serie di “campi scuola”, un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole.
Ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal 78 al 93. Dal 23 aprile 1989 sino alla morte svolse il suo ministero sacerdotale presso la Casa Madonna dell’accoglienza dell’Opera Pia Card. E. Ruffini in favore di giovani donne e ragazze in difficoltà. Nel 1992 assume l’incarico di direttore spirituale nel Seminario Arcivescovile di Palermo. A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui Presenza del Vangelo, Azione Cattolica, Fuci, Equipe Notre Dame.
Il 29 settembre 1990 è nominato parroco della Parrocchia S. Gaetano di Brancaccio. L’annunzio di Gesù Cristo desiderava incarnarlo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana. La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Questa sua attività pastorale come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie ha costituito un movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. Nel ricordo del suo impegno, scuole, centri sociali, strutture sportive, strade e piazze a lui sono state intitolate a Palermo e in tutta la Sicilia.
A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo. Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi, presbitero della Chiesa Palermitana. La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico