BABELE: 4 Sì ai referendum del 12 e 13 Giugno

(2077)         Riceviamo e pubblichiamo una nuova puntata del settimanale Babele, in onda ogni sabato su Tele Radio Sciacca, dopo ogni edizione del telegiornale.
Questa volta, il Prof. Tanino Bonifacio tratta l’argomento dell’Acqua Pubblica e del perchè bisogna votare Sì ai 4 referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011.

VOTATE, VOTATE 4 SI ai Referendum
Noi di Babele riteniamo che è importante andare a votare.
Votate perchè l’istituto referendario è uno strumento necessario per esercitare le nostre idee, soprattutto in questo momento storico, nel quale una legge elettorale indecente ha portato nel nostro parlamento una classe politica inadeguata   a  rappresentare i bisogni dei cittadini.

3 commenti

  1. Colgo l'occasione per esprimere forte e deciso il mio personale SI ai due referundum a favore dell'acqua pubblica. Non è ammissibile trarre profitto e sfruttare un bene che deve continuare ad essere di tutti.  Cambiando argomento e traendo spunto dal titolo della rubrica curata da Tanino Bonifacio mi pare di capire che anche Santa Margherita di Belìce e diventata ormai una sorta di BABELE. Tutti parlano lingue diverse e nessuno si capisce più con l'altro. L'apice della "TORRE DI BABELE MARGHERITESE" non è rivolta a raggiungere DIO ma la poltrona del futuro sindaco del paese del Gattopardo. L'auspicio è che alcuni dei candidati sindaci iniziino a dialogare e a capirsi per risolvere, finalmente, alcune decennali problematiche del paese. Mettendo da parte ambizioni personali e di semplice gestione del potere. E allora, colgo l'occasione, ancora una volta, per "invitare" i politici, gli "intellettuali" e i cittadini liberi ad iniziare ad affrontare i reali problemi di Santa Margherita di Belìce e ad animare una costruttiva dialettica politica nell'esclusivo interesse di Santa Margherita di Belìce e di tutti i margheritesi. Non ho fatto nomi ma è talmente chiaro chi sono, per adesso, gli aspiranti candidati a sindaco che si aspetta con trepidazione la loro discesa nell' "ARENA" per affrontare "SAN… TORO".                      

  2. Ho ascoltato l'appello del prof Bonifacio, mi sembra un buon discorso, nelle linee generali.
    Quello che non mi convince tanto sono le argomentazioni sull'invito a votare si ai così detti referendum sull'acqua.
    Uno dei quesiti, quello dell'abrogazione dell'art. 23 bis, è rivolto alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, certamente anche l'acqua, ma non solo l'acqua; si ha un'idea di quanti e quali servizi pubblici vengono erogati da privati scelti con gara o da società di partenariato pubblico privato? Abrogando l'art. 23 bis, si crea, a mio modesto parere, una sorta di corto circuito, attenzione non che io pensi che la panacea di tutti i mali sia la gestione della cosa pubblica dal privato, solamente, pragmaticamente, devo fare due considerazioni e affermare che ad oggi questo paese (Italia) non ha le risorse per gestire tutti iservizi pubblici, non ha le risorse finanziarie per gli investimenti, non ha personale sufficiente.
    Qpesta cosa mi preoccupa e non poco perchè non vorrei finire in una sorta di girone dantesco, quello degli assetati.
    Per favore commentatori eventuali, non dite che sono per l'acqua in mano ai privati, non lo penso, ho solo timore degli effetti di un referndum che potrebbe travolgere come una mannaia l'erogazione dei servizi pubblici locali. Sarebe opportuno un ripensamento sui servizi pubblici locali, ma in sede legislativa.
    Ribadisco potrebbe travolgere, magari non è così, non vorrei però un domani sentire qualcuno, es. azienda municipalizzata, che di fronte a tagli su tagli effettuati a ruota da stato centrale, regione, provincia e comune afferma che riparare i guasti costa molto di più delle perdite di acqua e dunque ci teniamo le perdite, perchè ci vorrano "tot" anni di perdite di acqua prima di arrivare a sommare i soldi necessari a rimettere in sesto quella conduttura.
    E li c'è il secondo quesito, la capitalizzazione dell'investimento. Certo se si deve gestire il servizio pubblico con mezzi pubblici non mi serve questa norma, ma se il privato viene coinvolto è difficile coinvolgerlo senza la possibilità, concesso allo stesso, di remunerare il capitale che ha investito.
    Bo. Non so.
    Davvero, questa cosa mi preoccupa, tuttavia vi devo dire che, certamente, ha un suo fascino lo slogan (e l'eventualità) l'acqua è pubblica.
    Un ultimo passaggio, a ben vedere la legge vigente non dice l'acqua è dei privati, o i beni connessi ai servizi pubblici sono dei privati, c'è la  cosa opposta, in un passaggio dell'art. 23 bis, ogggetto di referendum, c'è proprio ribadito che le reti comunque rimangono di proprietà pubblica, semmai sarà la gestione ad essere affidata all'esterno, con procedure ad evidenza pubblica, cioè con gara.. Si può affermare che gestire l'erogazione di un bene, pubblico, sia darne la proprietà ai privati? Sarà semmai che il controllo pubblico è evanescente quanto la rugiada in agosto?
    Infine…perdonatemi l'affidamento ai privati è una delle possibilità di cui ci tratta l'art. 23 bis, abrogando, ce ne sono altre due forme di gestione contemplate in quell'articolo, esempio la partnership pubblico privato, o l'in house (in proprio)…
    Via non saprei, io invito, più che votare si o no, a leggere le norme da abrogare e cercare di immaginarsi come potrebbe funzionare il giochino senza di queste.
    L'esercio del potere democratico deve essere un esercizo consapevole, altrimenti non è democratico.
    Sicuramente, comunque andrà, non sarà la catastrofe, ma la paura di finire in quel girone, un pò, mi rimane.
    salute

  3. 4 si INCONDIZIONATI.

    Giudico comunque scorretto che chi pensa di votare NO non vada a votare… è scorretto e antidemocratico!

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