Avanti Savoia !!!! – Settimana gattopardiana

premio 2010(1436)di Giacomo Giuffrida Samonà.
E’ toccato a Salvatore Savoia, con la presentazione del suo libro Giuseppe Tomasi di Lampedusa, aprire gli appuntamenti previsti per la Settimana Gattopardiana, in programma a Santa Margherita Belice, scrigno della memoria dell’autore del Gattopardo, dall’1 al 7 agosto. Aprendo quest’articolo, non so, sinceramente se iniziare dal dolce o dall’amaro, ossia dalla piacevole biografia di Tomasi scritta dallo storico e bibliofilo palermitano, simpatico segretario della Società Siciliana per la Storia Patria, di Palermo, (in piazza S.Domenico), o dall’amaro di una giornata d’inizio delle manifestazioni, rivelatasi sostanzialmente infelice sotto vari aspetti.
Poiché bisogna inevitabilmente scegliere, inizierò dall’amaro, ossia dall’appuntamento tal quale, previsto per le 19 di un’afosa domenica d’ inizio agosto, in un ancor più afoso Teatro Sant’Alessandro, desolatamente vuoto di pubblico, una ventina scarsa di persone, tutto compreso, e piacevolmente triste. Sinceramente non riesco a comprendere come si possa pensare di organizzare un appuntamento culturale del genere, ossia un incontro fra autore, stampa e lettori, alle 19 (18 ora solare), al chiuso delle quattro mura di un teatro e con una affluenza di pubblico talmente scarsa, per non dire inesistente, da indurre quasi al pianto. Pur avendo a disposizione il bel giardino del Palazzo Cutò, cornice ideale ed ineguagliabile per un appuntamento che, ove formulato sulla falsariga ideale del Salotto Culturale all’aperto, inframezzato da musica, eventuali proiezioni di immagini, e discretamente illuminato dalle luci del parco, fra la frescura delle piante e delle vasche, avrebbe indubbiamente richiamato maggior pubblico, ad un incontro con l’ autore e successivo domanda-risposta e/o dibattito aperto, che sarebbe stato di indubbio effetto scenografico, e sicuramente più piacevole. Esempi in tal senso sono numerosi, dagli appuntamenti della Versiliana, a quelli di Villa Piccola, dal Premio Mondello alle serate Agrigentine, per citare solo alcuni dei tanti avenimenti similari che costellano l’estate letteraria italiana. Bastava solo saper copiare, e non volersi distinguere per mancanza di fantasia. Anche l’orario scelto, era, diciamolo sinceramente, decisamente infame. Le sette di pomeriggio, (le sei in ora solare) al primo di agosto, e di domenica per giunta, significano, oltre all’inevitabile caldo, il ritorno per molti, dal vicino mare, e quindi la scocciante necessità di organizzarsi poi, alla bell’emeglio, e di corsa, per eventualmente presenziare all’appuntamento. La scelta quindi, dei potenziali spettatori-fruitori, di un pomeriggio meno stressante, prolungando la sosta al mare, o fra le pareti domestiche in assoluta e fresca libertà, ha determinato il flop di pubblico verificatosi. Se il tutto fosse stato programmato ad un orario “più cristiano”, come le 21, (vedi gli altri appuntamenti previsti in cartellone), ed all’aperto, nella cornice di Villa Cutò, l’affluenza, se non altro per godere della piacevolezza del luogo, sarebbe stata indubbiamente molto ma molto più numerosa, ed il povero dott. Savoia non avrebbe rappresentato la parte, davvero scoraggiante per un autore, della classica VOX CLAMANS IN DESERTO, di biblica ma pur sempre triste memoria. Diciamo pure, che l’ organizzazione, per restare in temi artistici, non ha brillato in quest’occasione di felice intuizione e scelta dei tempi scenici. Insistere nella critica, sarebbe come sparare sulla croce rossa, per cui, speriamo nel prosequio !

Bevuto l’amaro, rifacciamoci un po’ la bocca col dolce, ossia con l’ incolpevole protagonista della serata, il simpatico ed interessante lavoro di Salvatore Savoia “Giuseppe Tomasi di Lampedusa”, biografia dell’autore del Gattopardo e dei Racconti, edito dal palermitanissimo Flaccovio nel marzo di quest’ anno. Scritto con uno stile piacevole ed accattivante, il libro, (188 pag – 12 euro) in formato tascabile, è un intelligente rivisitazione e summa dei tanti lavori biografici su Tomasi, editi negli anni, da Samonà a Valenti, da Gilmour a Vitello, passando per Gioacchino Lanza, Orlando (vincitore quest’anno del Premio al romanzo),Cardona, Tedesco, Nigro ed altri , che per brevità ometto pur essendo egualmente interessanti. Non mancano, ovviamente, intriganti spunti, inediti, o altrove poco approfonditi da altri autori, ma non meno importanti per approcciarsi al mondo Tomasiano, senza impelagarsi eccessivamente in ricerche bibliografiche di testi alcuni dei quali pressoché ormai introvabili. Il percorso seguito da Savoia, è un piacevole cammino nella vita di Giuseppe Tomasi, dalla nascita alla prematura scomparsa, dalla gestazione del Gattopardo, durata in pectore lunghi e sofferti anni, agli incontri-scontri con i cugini Piccolo e Cianciafara, od ai salotti letterario-didattici di via Butera, dal padre, con cui Giuseppe ebbe sempre un rapporto conflittuale, ai rapporti con la madre, Beatrice, a volte quasi edipici, a volte teneri, ma sempre condizionanti la vita di quello che si rivelerà poi un finissimo ed intrigante scrittore, per finire con l’incontro d’una vita, ossia quello con Licy, la moglie, che ne sarà la finale custode della memoria e dell’opera. Sullo sfondo la Palermo degli anni pre e post bellici, le ultime luci della belle epoque dei Florio e della grande nobiltà e borghesia cittadina, ed il lugubre ululato delle sirene annuncianti i bombardamenti del 43, i grandi viali e le dimore patrizie, la vastità desolata del feudo siciliano, ed i viaggi all’estero, in fuga da quello strano mondo fra l’internazionale ed il provinciale in cui l’autore viveva. IL tutto, miscelato e distribuito, come detto, in uno stile piacevole che non indugia nel rimpianto o peggio nella commiserazione, e non scade nella facile glorificazione dell’uomo, prima che dello scrittore, e dei bei tempi andati. Un libro, insomma, quello di Salvatore Savoia, più che degno di ben figurare in qualsiasi biblioteca, e che fa onore, ove ve ne fosse ulteriore bisogno, e senza tener conto degli altri suoi interessanti lavori, al suo autore. Personalmente, per quel che possa valere un mio giudizio, è il classico libro da consigliare assolutamente a chi voglia approcciare validamente il complesso universo-mondo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, senza l’ impegno dello studioso, ma anche senza la svogliata curiosità del lettore occasionale. Un libro quindi da leggere d’un fiato, rapiti ed intrigati, dalla storia in se, e dallo stile. In ultima battuta, Avanti, Savoia !!!!.