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Articolo Oggi (1) Particolare(188)Fra qualche giorno è il 40° anniversario del Terremoto del 1968. Sono passati 40 anni da quella notte di metà gennaio quando un violento sisma distrusse le case, e non solo quelle, dei cittadini belicini.

Come ogni anno, come ogni anniversario, c’è chi organizza manifestazioni per tenere vivo il ricordo, c’è chi produce filmati e servizi fotografici. C’è chi lo ricorda nel suo piccolo, rivolgendo magari solo un pensiero alle vittime.

In occasione proprio di questo anniversario, come già abbiamo detto, siamo stati contattati da una fotogiornalista milanese, Michela Taeggi, che aveva il compito di produrre un servizio fotografico sul Belìce, nella sua realtà odierna, ma anche come era 40 anni fa. Per questo suo servizio, Michela ha chiesto la nostra collaborazione per quanto riguarda il territorio di Santa Margherita di Belìce, di Menfivive per quanto riguarda Menfi, di Partanna 1984 per quanto riguarda Partanna, e di altre persone comunque del luogo.

Tra foto e interviste, da questa collaborazione ne è venuto fuori un pomeriggio difficile da dimenticare. Assieme a Michela abbiamo visitato il Museo della Memoria e qualche via del nostro “Paese Vecchio”. Con noi ha collaborato anche la Signora Marisa Saladino, che ha messo a disposizione nostra e di Michela, il suo immenso bagaglio fotografico e personale di quei giorni e di quel periodo.

Il suo è stato un racconto lungo, appassionante e commovente. Così come sono stati commoventi i racconti che ognuno di noi ha sentito nella sua vita, da persone che quel fatto l’avevano vissuto da ragazzini, da adulti o già da anziani.

Dopo qualche giorno siamo stati informati da Michela che il servizio era stato acquistato dalla rivista settimanale “Oggi”, che l’avrebbe pubblicato a ridosso dell’anniversario. Michela poi ci informava anche della presenza nelle nostre zone del giornalista che ne avrebbe curato la cronaca, Alessandro Penna, redattore appunto di “Oggi”, il quale era desideroso di fare 4 chiacchiere con le persone fotografate e che avevano collaborato con Michela stessa.

Era così iniziato un intenso processo di telefonate e di sms tra noi e lui per pianificare l’incontro.

Tale incontro però non c’è mai stato, a causa del pochissimo tempo che il giornalista Penna ha soggiornato in Sicilia, alla sua infelice scelta di soggiornare a Trapani, e a causa della sua non conoscenza del territorio.

Ci si doveva vedere il pomeriggio del 19 dicembre a Santa Margherita di Belìce, anche con la Signora Marisa, per un’intervista su quei giorni. Intervista purtroppo saltata.

Vista l’impossibilità di vederci di persone, lui stesso si fa promotore di un’intervista telefonica, che noi, a malincuore, accettiamo. Neanche quest’intervista telefonica è mai avvenuta.

In questo modo è stato impossibile per il redattore Penna, ascoltare la tragedia del Terremoto a Santa Margherita di Belìce. Non tanto dalla nostra bocca, che possiamo riferire solo per sentito dire, ma soprattutto dalla bocca della Signora Marisa.

Alla luce adesso dell’uscita dell’articolo, sono doverose alcune riflessioni.

Siamo davvero molto rammaricati e un po’ sconcertati per il fatto che il paese di Santa Margherita di Belìce non viene proprio citato. Viene dimenticato che tanti di noi fino all’altro ieri abitavano ancora nelle baracche. Tra le altre cose, vengono presentate “realtà” che tutto sono tranne che realtà vere. Viene detto che a Montevago fino a 3 anni fa non c’era la rete fognaria, non specificando che la zona interessata dal disagio era la nuova zona d’espansione. Lo stesso dato che il paese di Montevago viene fatto appartenere alla provincia di Trapani, come si evince dalla didascalia di una foto, è chiaro testimone della cura che è stata tenuta dal redattore per la redazione di questo articolo.

Non c’è traccia di nessun elemento commemorativo, come ad esempio poteva essere il racconto della Signora Saladino. Si è preferito impostare un articolo di denuncia di sperperi e sprechi. Bene. Però sono gli oggetti di denuncia che sono anche un po’ molli, e in questo concordiamo con il parere dei ragazzi di Partanna 1984 e Belice.it, anche loro collaboratori di Michela per il suo servizio fotografico.

Viene dimenticato il problema delle discariche a cielo aperto di amianto. Viene accantonato il problema di una ricostruzione bloccata, laddove ci sono ancora fondi stanziati negli anni precedenti che non vengono sfruttati, a causa di commissioni ad hoc che hanno difficoltà a riunirsi e ad agire.

La commedia dei 21 paesi richiedenti i contributi, a scapito dei soli 10 paesi davvero colpiti, viene solo denunciata dai ragazzi di Menfivive e lasciata lì tranquilla. Senza una chiara presa di posizione.

In compenso sembra uno spot elettorale per Gibellina.

Intendiamoci, nulla contro i compagni di sventura di Gibellina. Però tacere su alcune gravi “beffe” e poi esaltare il comune di Gibellina, non ci pare il massimo della denuncia.

In conclusione, poteva essere un servizio importante. Interessante come avevamo anticipato giorni fa. Il materiale c’era. Sia umano, fatto di racconti, storie e testimonianze. Sia fotografico, con le meravigliose foto fatte da Michela.
Oggi non lo definiremmo più interessante. Oseremmo dire, forse, superficiale. E a noi dispiace.
Se volete far sapere la vostra opinione direttamente alla redazione di “Oggi”, cliccate qui.

Il Movimento Giovanile TrasversaleArticolo Oggi – Belice Terremoto Infinito

2 commenti

  1. INGANNEVOLE PERPLESSITA’

    Innanzitutto volevo complimentarmi per le fotografie dell’amica fotoreporter milanese Michela….

    …….ma volevo anche esporre le mie perplessità su questo servizio giornalistico.

    Ma quale anello di congiunzione c’è tra questo articolo poi portato alle stampe e la foto riguardante noi ragazzi del Movimento assieme alla signora Marisa?….secondo me ….!!!!

    Forse il giornalista avrà pensato che la sede del Movimento si trova in qualche baracca e non vogliamo andarcene pur avendo la possibilita di un appartamento popolare pagato dal comune ? (vedi il racconto della famiglia menfitana).

    Oppure forse la nostra sede è sita a Montevago ? ( vedi la castroneria “fino a tre anni fà a Montevago mancava la rete fognaria” messa in rilievo da codesto giornalista )

    Sicuramente noi non siamo lì, perchè siamo dei ragazzi cresciuti nelle scatole d’amianto come effettivamente erano le nostre baracche, in quanto d’amianto nell’articolo non se ne parla.

    Sicuramente noi non siamo lì, perchè non siamo i soliti ignoti personaggi fagocitatori di finanziamenti.

    In verita il giorno della foto, sia Michela stessa, sia noi, che Daniele di Belice.it e la signora Marisa pensavamo che il futuro articolo avrebbe raccontato le varie vicissitudini che i nostri genitori avevano vissuto 40 anni prima, e come quel tragico evento li aveva condizionati…..prova ne era, tutta l’ora precedente proprio a quella foto pubblicata, passata ad ascoltare l’interessante e triste racconto della signora Marisa. Racconto che noi abbiamo incamerato mentalmente e Michela su un taccuino per poi riportarlo ai redattori. Foto che per tutti doveva invece rappresentare un’istantanea su quelle parole.

    Sò bene, che oggi i servizi giornalistici debbono far intristire ed inpietosire chi li legge nei giornali o chi li vede in televisione ma avrei sicuramente preferito una lacrima nata dalla verità e non un pianto nato da un articolo ingannevole.

  2. Beh…..che dire, penso di aver sputato tanto fuoco già sul mio articolo in Belice.it!!!!

    Da Partanna col furgone…DanieleMB!

    Ciao ragaaaaaaaaa

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