Arte perduta, ora non ripetiamo il Belice

salemi-sgarbi(729) Oggi ci hanno segnalato un articolo pubblicato su Il Giornale l’8 aprile 2009 qualche giorno dopo il terremoto in Abruzzo, articolo a firma di Vittorio Sgarbi. Lo abbiamo letto e purtroppo quello che dice rispecchia la realtà belicina. Di seguito vi riportiamo alcuni passaggi…….  Preliminarmente, ho indicato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nei suoi sopralluoghi ha detto di aver visto cadute «case vecchie» e «molto vecchie», una necessità: ai luoghi feriti, ai paesi distrutti, alle famiglie senza casa non si può strappare anche la memoria.
E niente è più pericoloso di una ricostruzione che cancelli l’identità dei luoghi, lacerati, feriti, depauperati. Proprio in quei paesi vicino a L’Aquila la tradizione architettonica è legata a un mondo pastorale e contadino che è tanto povero quanto vero. E ricostruire edifici anonimi, come periferie urbane, può servire temporaneamente, provvisoriamente, per le necessità della emergenza. Ma negli anni che seguiranno bisogna evitare di ripetere l’errore che è stato compiuto nella valle del Belice, in Sicilia, dove io sono sindaco, in paesi come Salemi, Gibellina, Poggioreale, Santa Margherita Belice. Necessità pratiche, deliri di architetti hanno imposto soluzioni irrazionali creando città fantasma. E leggi sbagliate hanno consentito demolizioni per ricostruzioni con pretestuose norme antisismiche. Il risultato è che, nel Belice, dopo quarant’anni, il terremoto non è finito. Ancora si abbattono edifici per ottenere finanziamenti e costruire orrori. Edifici abbandonati si alternano così ad altri ricostruiti dalle fondamenta con un effetto di degrado e di incompiutezza insostenibile. A Poggioreale la città nuova è talmente estranea nella sua caricaturale ispirazione col barocco romano che i cittadini ti indirizzano verso la città abbandonata in rovina oltre e dopo i danni del terremoto.(……) Occorre scongiurare ciò che è avvenuto in Irpinia e nel Belice; occorre non disperdere lo spirito dei luoghi; occorre non cancellare le tracce di una cultura antica con le ruspe. È difficile ma richiede amore e attenzione come quelli che si avrebbero per persone indifese, per bambini e, appunto, per vecchi. Ma in quelle pietre c’è la memoria dell’Abruzzo e c’è un’antica civiltà che si rischia di perdere per sempre. È necessario che le reliquie siano preservate e non è una questione di feticismo. Venga il presidente del Consiglio a Salemi e veda il danno di una ricostruzione incolta e affrettata, veda come sarà difficile ridare ordine a ciò che è stato fatto senza intelligenza e passione e soprattutto senza rispetto. Veda la meraviglia di ciò che resta, di ciò che è stato difeso e l’orrore di ciò che è stato ricostruito. (…….)

2 commenti

  1. Anche stavolta, con mio sommo dispiacere, devo dare atto al Signor Sgarbi che ha colto nel segno.

    Mai come ora mi sto rendendo conto della gravità che questa ricostruzione “indiscriminata” ha prodotto, cancellando davvero l’identità dei luoghi.

    Sono sorti edifici che non avrebbero avuto “cittadinanza” neanche nei più reconditi Paesi in via di sviluppo (una volta detti del terzo mondo).

    Il terremoto non è finito davvero, come afferma il Sindaco di Salemi, si assiste ancora ad abbattimenti e ricostruzione di mostri che non hanno ragion d’essere.

    Di una cosa sola mi dissocio con il Signor Sgarbi……del suo invito rivolto al presidente Berlusconi per constatare i danni di una ricostruzione “incolta e affrettata (non nel senso temporale ovvio);

    se berlusconi si decidesse di venire a farci visita rischieremmo, come stanno rischiando gli abruzzesi, che si costruirà l’ennesima villa nella nostra terra e questo sarebbe l’ultimo danno che saremmo costretti a subire…..che se ne stia rinchiuso nelle sue fortezze-ville-harem di Sardegna, lombarde, liguri, delle Bahamas etc etc…..

    Ciao Accursio

  2. fra tanto sfascio nel belice si deve segnalare a rinascita del rione belvedere completo di chiesa di stile mediterraneo e non gotico nordico. la rinascita di questa zona si deve no a sindaci o politici ma ad un umile cittadino la barbera mario che fra umiliazioni e persecuzioni mafiose e politiche ha dato speranza a centinaia di esseri umani. a questo umile schindler del belice ignoto eroe va la gratitudine della popolazione. tutto ciò è vero.

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