Acqua pubblica, dall’Ars via libera ai sindaci che non hanno consegnato gli impianti:

 

locandina_del_14_gennaio_2013 Potranno continuare a gestire il servizio idrico senza obbligo di consegna delle reti” Il sindaco Botta: “A Menfi le famiglie hanno risparmiato oltre 1.500 euro in quattro anni.

In Sicilia arriva il primo segnale di rispetto del referendum che aveva sancito, a furor di popolo, il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua:
“La giustizia trionfa: la scelta di non consegnare le reti mantenendo pubblica la gestione del servizio idrico si è rivelata giusta e assennata”. Così il sindaco di Menfi, Michele Botta, commenta la decisione dell’Assemblea regionale siciliana di disporre la liquidazione delle autorità d’ambito che finora hanno coordinato il servizio idrico integrato. E mentre l’ATO idrico si appresta ad andare in pensione – un decreto legge regionale sancisce il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua – la Regione ha anche disposto che tutti i Comuni che ancora non hanno consegnato gli impianti alla Girgenti Acque potranno continuare a gestire il servizio idrico, senza avere nulla da temere dal punto di vista legale e senza aver più l’obbligo della consegna delle reti. “Pur di rispettare la volontà dei cittadini – continua Botta – abbiamo resistito anche alle diffide perentorie con le quali si intimava ai Comuni che non l’avessero ancora fatto la consegna degli impianti, assumendoci grandi responsabilità, anche personali. Ci hanno chiamati sindaci ribelli e fuori legge perché abbiamo deciso di schierarci dalla parte della gente e della giustizia, sulla base di un principio inalienabile: l’acqua è di tutti e non deve essere gestita dai privati. Menfi è stata capofila nella battaglia: l’unione di tutti e il coraggio assunto al vertice – conclude Botta, che è stato anche primo firmatario del ddl regionale di pubblicizzazione del servizio idrico  – ci ha fatto ottenere un grande risultato e ha consentito alle famiglie di risparmiare oltre 1.500 euro in quattro anni”.

1 commento

  1. Carissimi Sindaci “Virtuosi”, è presto per cantare vittoria. Affermo questo in base al resoconto stenografico della seduta tra il 29 ed il 30 dicembre, in cui l’assemblea regionale ha approvato il ddl 57A disposizioni in materia di servizio idrico integrato. Dal resoconto della discussione in commissione ambiente del 27.12.12. si evince, inoltre, che il ddl approvato rimanda ad una legge di riordino entro sei mesi. Resta, quindi, prioritario avviare con le forze politiche ed il Governo siciliano il confronto sul testo di ripubblicizzazione. Fermo restando che il punto 6 dell’art. 1 del ddl approvato recita: “ Nelle more dell’approvazione della legge di cui al comma 5, i comuni che non hanno consegnato gli impianti ai gestori del servizio idrico integrato,continuano la gestione diretta”, è pur vero, che il relatore Onorevole Palmeri, nella sua relazione, esordisce che le norme dettate sono transitorie, in attesa che entro sei mesi venga adottata una successiva legge regionale, che rimoduli il servizio idrico. Morale della favola, trascorsi i sei mesi, se non si approva una nuova legge, siamo punto e a capo….. “Cambiare tutto perché nulla cambi”, questa è stata l’attuale scelta politica del Governo regionale. A mio avviso, una nuova legge in materia di servizio idrico prima di due anni non si approverà. Si troveranno i fondi (circa 300 milioni di euro) per avviarla e contemporaneamente “far fuori” il privato? (Siciliaque S.p.a., ecc.) Mauro salvatore

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