A proposito di energie alternative e beni alienabili

Riceviamo e pubblichiamo..Nel sito del comune di Montevago in questi giorni è stato pubblicato un bando di gara  per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici del  comune.
In sintesi il comune offre ad eventuali operatori economici del campo delle fonti rinnovabili, a fronte della corresponsione di un canone di affitto, i tetti degli edifici pubblici, per l’istallazione di impianti fotovoltaici.

Dal punto di vista ambientale come si legge nella premessa del bando l’iniziativa  può ritenersi indubbiamente d’interesse collettivo.

Dal punto di vista economico ritengo l’iniziativa di poco conto, valutando gli eventuali introiti che la stessa apporterà alle casse del comune, a fronte degli alti guadagni che avranno gli operatori economici.

Dal punto di vista politico-amministrativo ritengo l’iniziativa deludente rispetto alle aspettative promesse in campagna elettorale dal nostro sindaco, che si impegnava a vendere i beni alienabili del comune, per poi investire i proventi su impianti di  fonti rinnovabili per trarre il massimo profitto e per garantire migliore servizi.

Ancora  a proposito di beni alienabili, leggendo la proposta di deliberazione della G.M. n. 26 del 07/03/2012  si evince l’assegnazione dei locali ex municipio, siti in via Gattuso n. 4 a Montevago all’associazione Istituto Mediterraneo.

Da  una prima riflessione l’atto di proposta di delibera di assegnazione da parte della G.M., dei locali sopra citati all’Associazione Mediterraneo può considerarsi una buona iniziativa, visto lo stato di abbandono e decadimento in cui si trovano gli stessi.

Sarebbe recuperata una struttura, come detto abbandonata e decadente, rimanendo di contro saldamente nelle mani del comune, il controllo collettivo della stessa.

Però, leggendo le modalità di assegnazione si evince dal contratto di affitto, stipulato secondo regolamento comunale, della  durata venti anni, che il comune da questi locali o meglio la collettività economicamente non trarrà nessun beneficio.

Lo sappiamo tutti che in questo periodo di crisi conclamata ogni piccolo o grande introito che esso sia, può rappresentare per le casse del comune un valore aggiunto per l’erogazione dei servizi.

Non sarebbe stato meglio vendere l’edificio classificandolo bene alienabile e  investire il ricavato  in un progetto di energia rinnovabile (fotovoltaico) che avrebbe rimpinguato le casse del comune così come promesso dal sindaco in campagna elettorale?

Nello specifico del tema trattato il principio sostenuto è quello di recuperare una struttura pubblica ormai abbandonata da anni perché non c’è stata la capacità o meglio la volontà di renderla fruibile al fine collettivo.

Lo scopo da raggiungere è di renderla fruibile tramite e per conto dell’Associazione Mediterraneo.

Ma nel presente (prossimi venti anni) la collettività avrà un guadagno relativo e limitato agli scopi dell’Associazione Mediterraneo.

Per dovere di informazione
Salvatore Mauro