Cronostoria del terremoto del Belice – 48° anniversario

images (1)• Morti: 370 circa. Feriti: più di mille. Senzatetto: 70 mila. Scala Richter: 6,4. Scala Mercalli: X. Sono 2000 anni che questa zona non viene colpita da un terremoto.

• La prima scossa è avvenuta alle 2.25 ed è stata violentissima. La Stampa scrive: «I sismografi del laboratorio sismico di via del Vespro, a Palermo, sono come impazziti: i pennini che registrano l’entità delle oscillazioni sono saltati, rendendo impossibili i rilevamenti successivi. In Palermo si è diffuso il panico. In un attimo le strade si sono gremite di gente in fuga a piedi, in bicicletta, in automobile. Ingorghi si sono creati ai crocevia, le piazze si sono intasate. La signora Maria Caruso è stata colta dai dolori del parto mentre fuggiva ed è stata portata ad un motel sulla Circonvallazione dove ha dato alla luce una bimba». [f.d., Sta. 15/1/1968]

• La zona più colpita «è un triangolo che ha per vertici Salemi, Poggioreale e Santa Margherita Belice», poi c’è Gibellina, che si trova sulla direttrice Salemi-Poggioreale. Più a sud vi sono poi Santa Ninfa, Salaparuta, Partanna e Montevago. [Sta.Se 16-21/1968]

• Alle 2.45 il ministro degli Interni Carlo Emilio Taviani viene informato della situazione. [Sta.Se 16-17/1968]

• Alle 3.03 la seconda scossa, la più violenta. È durata per alcuni secondi, con intensità crescente, e si è accompagnata con una mareggiata. [Sta.Se 15/1/1968]

• Il centro più grosso è Salemi con 15.364 abitanti; seguono Partanna con 13.011, Gibellina con 6.410, Santa Ninfa con 5.836, Salaparuta con 2.943 e Poggioreale con 2.698, tutti in provincia di Trapani; vi sono poi Santa Margherita Belice con 7.811 abitanti e Montevago con 3.008, in provincia di Agrigento. [Sta.Se 16-17/1968]

• A Montevago (Agrigento) solo questa mattina sono già stati recuperati oltre duecento cadaveri. [Sta.Se 15/1/1968] Il paese non esiste più: il 95 per cento delle case è caduto giù. [Luigi Logatelli, Gio. 16/1/1978]. A Gibellina sono crollati il 90 per cento degli edifici. A Santa Margherita Belice l’80 per cento. [Pan. 25/1/1978]

• A Salemi sono crollate alcune abitazioni, la chiesa madre ha riportato danni ingenti, quella del Carmine è crollata. [Sta.Se 15/1/1968]

• Alle 4.20, infine, una terza ed ultima scossa, di forza minore. La popolazione è rimasta fuori per il resto della notte e si è decisa a rientrare nelle abitazioni soltanto verso le otto o le nove, quando il trascorrere delle ore senza altre scosse ha convinto la gran massa che il peggio era passato. [Sta.Se 16-17/1968]

• Notte di terrore anche a Palermo, dove però non ci sono vittime.

• Ad Alcamo cinque agenti che stavano portando i primi soccorsi sono morti travolti dalle macerie di un palazzo demolito dalla scossa delle 3.03. [Sta.Se 15/1/1968]

• Il ministro Taviani è partito da Roma alle 10.30, a bordo di un aereo militare, diretto a Trapani: di qui si recherà in elicottero sulle zone terremotate, per dirigere le operazioni di aiuto. Assieme al ministro ci sono il direttore generale della Pubblica assistenza Belisario, il dirigente della Protezione civile dottor Aurigemma e il vicedirettore generale sanitario della Croce rossa, prof. Conforti. Dallo stesso aeroporto di Ciampino sono partiti cinque vagoni volanti del servizio Protezione civile, con centoventi uomini del Nucleo centrale di manovra di Napoli con una dotazione di emergenza. Sugli aerei è stato caricato anche un forte quantitativo di plasma, messo a disposizione dalla Croce Rossa. [Sta.Se 15/1/1968]

• Il presidente della Repubblica ha fatto pervenire, tramite il ministro dell’Interno, on. Taviani, l’espressione del suo più profondo cordoglio alle famiglie delle vittime ed il suo augurio di pronto ristabilimento. [Sta.Se 15/1/1968]
Martedì 16 gennaio 1968
I soccorsi nel Belice
• A Montevago, solo questa mattina, da Palermo sono arrivate le prime vettovaglie per la popolazione: poche ceste di pane, cassette di cavolfiore (Farneti: «Ma non ci sono pentole per cuocerli») e latte per i bambini (Farneti: «Però si sono dimenticati i biberon, così i più piccoli sono rimasti senza»). A Salaparuta i viveri non sono arrivati per niente. [Gianni Farneti, Pan. 25/1/1068]

• Per tutta la notte i soccorritori hanno scavato a mani nude. Altri si sono aperti strade per raggiungere le località più colpite. Tra Partanna e Montevago si sono contate 20 frane. [Sta.Se 16-17/1968]

• A morire sono stati soprattutto anziani, donne e bambini perché di uomini validi in questa zona d’Italia non ce ne sono quasi più: sono tutti emigrati a nord o in Francia e in Germania, in cerca di maggiori fortune.

• Alle 8.09 il capo dello Stato Giuseppe Saragat parte da Ciampino per la Sicilia.

• Il quotidiano La Stampa ha raccolto 73 milioni per i terremotati del Belice.

• «Ho volato sopra un inferno. Un odore di zolfo bruciato scaturiva dalle fenditure aperte dal sisma nei fianchi delle montagne. Dall’alto la terra sembrava arata. Ho visto strade sconvolte, ponti diroccati, lunghe colonne di profughi che fuggivano dai paesi, dopo il tramonto attorno ad ogni città si scorgevano centinaia di fuochi: erano falò accesi per riscaldarsi dalla gente che trascorre la notte in campagna per timore di nuove scosse» (questa la testimonianza di un pilota di aereo delle squadriglie di soccorso dopo aver sorvolato Trapanese e Agrigentino). [Sta.Se. 16/1/1968]

• Sono 44 mila le persone che vivono all’addiaccio. Le temperature sono rigide. Qua e là cade persino la neve. [Asi 1968]